ANIELLO FALCONE
opera completa
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Abile e
prolifico come disegnatore, il Falcone è stato inoltre l’artefice a
Napoli di numerosi cicli decorativi ad affresco.
fig. 41 - Ritorno dalla terra promessa fig. 42 - Debora e Barac
Un famoso disegno, raffigurante Due soldati (fig. 45) conservato nella collezione Konigh Fachsenfeld a Württemberg rappresenta uno studio preparatorio per le due figure che compaiono in alto sulla destra dell’affresco di Debora e Barac, al quale, per la testa e l’elmo del protagonista, si riferisce un altro studio preparatorio già descritto nel capitolo della grafica (fig. 5)
Gli affreschi versano in pessimo stato di conservazione, ma nel
modellato disteso delle forme e negli scorci di paesaggio si palpa
l’esempio di Massimo Stanzione e di Artemisia Gentileschi.
Protagonista della scena è il bianco cavallo impennato, impreziosito da
una tavolozza accurata che va dal giallo al rosa, al quale si
contrappone un drago bizzarro dagli occhi strabuzzati e dalla testa
canina. Per la donna che fugge spaventata è stata utilizzata la stessa
modella, di ispirazione stanzionesca, che compare nella Scena di
saccheggio illustrata nella copertina della monografia.
fig. 50 - Ritrovamento di Mosè Nell’eseguire l’affresco il pittore adoperò una tavolozza cromatica
molto ampia e ricercata dal violetto al giallo, dal bruno al turchese,
dal rosso vivido al bianco lucente.
fig. 57 - Scorcio di collinetta Di particolare interesse è la figura di un guerriero urlante (fig. 58) posta al centro della composizione, chiara derivazione dal disegno (fig. 10) conservato alla Pierpont Morgan Library di New York, conosciuto come Ritratto di Masaniello per la presenza di una scritta apocrifa. La scoperta dell’affresco e la data di esecuzione al 1647, in coincidenza con la rivolta del famoso capopopolo, rende alquanto improbabile l’identificazione del foglio come ritratto e non come semplice studio preparatorio. Nell’Attraversamento del Mar Rosso (fig. 47) l’influsso di Poussin è molto marcato e si alternano scene di concitate discussioni (fig. 59), focosi destrieri (fig. 60) e bambini spaventati (fig. 61).
L’Adorazione del serpente di bronzo (fig. 48) è scandita da immagini di corpi muscolosi (figg. 62 - 63 - 64) e donne imploranti (figg. 66 - 67) e per l’esecuzione furono predisposti, come sempre, vari disegni preparatori, uno dei quali è comparso nel 1984 in un’asta di Christie’s a Londra, che interessa in toto la composizione. Il palestrato giovanotto dal corpo ignudo e dalle mani legate rappresenta, più che il panno disteso sotto le gambe del martire, la traccia più probabile per supportare l’attribuzione di Bologna al Falcone di un San Sebastiano (fig. 65) transitato a Londra alle Trafalgar Galleries ed esposto alla mostra su Battistello ed il primo naturalismo a Napoli.
Mosè fa scaturire l’acqua dalla rupe (fig. 49) è pervaso dalla magia del miracolo che colpisce gli astanti, in particolare una giovane mamma (fig. 69) assetata col suo bambino, la quale apre il palmo della mano, implorando l’acqua che possa placare la sua sete. Sullo sfondo a sinistra si vede la classica collinetta presente in tanti dipinti dell’artista.
Nel Ritrovamento di Mosè (fig. 50) si coglie il momento culminante della scoperta da parte delle giovani fanciulle della cesta con il neonato abbandonata nelle acque del fiume. I volti tradiscono sbigottimento (fig. 70) e prontezza (fig. 71) nell’accorrere in soccorso del pargoletto. I referenti culturali della composizione vanno cercati, oltre che in Poussin, nel celebre dipinto del Lanfranco dal soggetto analogo conservato a Braunschweig presso lo Herzog Anton Ulrich Museum. Dell’episodio esiste un disegno preparatorio (fig. 72), transitato nel 1973 a Londra in un’asta Christie’s. fig. 70 - Sbigottimento fig. 71 - Soccorso al neonato fig. 72 - Disegno preparatorio
Il ciclo di affreschi con le Storie di Sant’Ignazio nella sacrestia del
Gesù Nuovo, purtroppo gravemente danneggiati da un incendio del 1963, è
collocabile nella piena maturità dell’artista entro il 1652. Essi
condividono i caratteri stilistici delle opere più antiche e
rappresentano San Michele che scaccia gli angeli ribelli (fig. 73 - tav.
41), del quale mostriamo un disegno preparatorio (fig. 74) ed una veduta
d’assieme (fig. 75 - tav. 42) e Scene della vita di Sant’Ignazio
(Preghiera, Elemosina ed Apparizione della Vergine) tra le quali figura
l’Assedio di Pamplona (figg. 76 - 77 - 78 - 79) oltre alle figure di San
Pietro (fig. 80) e San Paolo (fig. 81).
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