Cap.43
Un notaio tra pop art e jet set
Sergio Cappelli
Sergio Cappelli è un personaggio fuori dal comune, che ha fatto una
precisa scelta di vita: per metà settimana volge la professione di
notaio in un piccolo centro del Sud, l’altra metà la trascorre nella
sua splendida villa di via Crispi dove assume le vesti di esteta
gaudente, senza trascurare la lettura dei libri della preziosa
biblioteca di 15.000 volumi, sparsa un po’ dovunque nella sua
sterminata dimora, fornita di numerose enciclopedie, raccolte di
riviste, libri d’arte e fotografia tra cui uno gigantesco sull’opera
di Helmut Newton ed una copia di Achille Lauro Superstar, la vita,
l’impero, la leggenda, con dedica dell’autore: il sottoscritto. E
qui veniamo ad uno degli incontri con il personaggio, facendo, però,
una necessaria premessa: la villa in cui abita è quella che fu per
anni del Comandante ed è per questo motivo che Cappelli andava alla
ricerca del mio libro, da tempo esaurito, la cui lettura gli ha
permesso di raccontare agli illustri ospiti sfiziosi episodi del
precedente, bizzarro proprietario come quando confidò ad un
meravigliato John Elkan, il giovane rampollo di casa Agnelli,
l’abitudine di Lauro di fare ogni mattina ginnastica in costume
adamitico (abbigliamento che adoperava anche per ricevere i suoi
collaboratori) sotto gli occhi vogliosi e sbigottiti delle suore del
monastero dirimpettaio.
Ho avuto più d’una volta l’onore di partecipare agli sfarzosi
ricevimenti che il nostro perfetto anfitrione organizzava
periodicamente e l’impressione era quella di stare a New York per i
numerosi artisti da lì intervenuti, oltre a personaggi del più
riservato jet set internazionale.
Al padrone di casa piace ricevere gli amici e gli amici degli amici,
ma, soprattutto, ama preparare per ogni singolo evento un
allestimento particolare, trasformando, per l’occasione, la sua
elegante dimora, arredata con sapienza e buon gusto, accostando
antichità ed art decò, in un contenitore dove predomina
prepotentemente la fantasia, come i cuori luminosi che scendono dal
soffitto o l’ovatta che tappezza la casa a mo’ di zucchero filante
per l’ultimo Santo Stefano.
Normalmente, la casa è già più che originale, con una frusta gigante
che scende dal soffitto, e la cucina che presenta opere dell’artista
napoletana Rosy Rox, foto di un giovane Andy Warhol in parrucca
bionda, del tutto irriconoscibile e ritratti di Salvino Campos. Sul
retro, pronti all’uso, un numero imprecisato di bicchieri, piatti,
servizi di posate, alzatine per frutta e dessert, accessori per
finger food.
Al piano nobile dell’antica dimora, tra terrazzi con panorama
mozzafiato, dov’erano le camere da letto di don Achille e donna
Angelina, sembra di vivere in un’altra dimensione, lontani dal caos
cittadino. Oggi l’appartamento dà l’impressione di un set
cinematografico dove il pop trionfa ed i cambiamenti sono quasi
quotidiani a seconda degli stati d’animo del proprietario.
Una casa molto vissuta, grazie alla decisione del notaio di renderla
meta di riunioni festose, di confronti d’idee, di dopo San Carlo con
ospiti illustri e signore in pelliccia. In occasione dell’annuale
festival si è discusso di felicità con Mario Martone e la vedova di
Terzani.
La vera passione di Cappelli, oltre alle feste, è valorizzare il
lavoro degli artisti napoletani incontrati nelle mostre e nelle
gallerie cittadine. Egli non si ritiene seguace di una corrente
artistica ma è attratto unicamente dal bello come archetipo ideale.
Spesso, da un oggetto crea un filo conduttore con altre opere che si
armonizzano alla perfezione. Capitò anni fa con una riproduzione
ottocentesca della testa del David di Michelangelo cui presto hanno
fatto compagnia altri prodotti dell’ingegno. Presto gli intimi
potranno ammirare chicche della sua collezione intima: sigilli
antichi, biglietti da visita e lettere d’amore tra Ferdinando di
Borbone e la moglie Carolina. Tutti rimarranno stupefatti e lui sarà
felice per la gioia degli altri.
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