Cap.44
Destinazione Marte
Francesca Esposito
Nel 2016 Dreams, un sofisticato strumento per misurare temperature e
tempeste, atterrerà su Marte e sarà la napoletana Francesca
Esposito, astrofisica dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte
dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, a dirigere la stazione meteo
marziana. Sembra una notizia incredibile, invece è pura verità:
Napoli è alla ribalta non per notizie negative, ma perché, anche se
i giornali non ne parlano, nella nostra città ci sono giovani
brillanti, impegnati nella ricerca, in grado di produrre risultati
significativi a livello internazionale.
Per ogni ciclica ondata di cervelli in fuga da Napoli, ce n’è almeno
uno che sceglie di rimanere ed accettare di misurarsi con difficoltà
maggiori di chi invece si è trasferito oltre confine.
E’ il caso della quarantenne Francesca Esposito che da oggi
ufficialmente, grazie all’accordo siglato in Francia al salone
aereospaziale di Le Bourget, sarà a capo del coordinamento della
stazione meteo che viaggerà a bordo della missione europea ExoMars.
E’ una grande soddisfazione per l’Europa perché, per la prima volta
nella storia, un lander europeo atterrerà su Marte e su questo
lander ci sarà molta ricerca made in Naples.
In questi giorni la Esposito si trova in Marocco per compiere una
serie di test su una stazione meteo simile a Dreams che su Marte
arriverà in una zona quasi equatoriale dell’emisfero Sud, in un
periodo particolarmente complicato come quello delle tempeste di
polvere.
Dreams, che in italiano significa “sogni”, è il nome del pacchetto
di strumenti scientifici installati a bordo del lander: il nome non
è casuale considerato che mettere le proprie competenze al servizio
della ricerca su Marte è sempre stato il sogno dell’astrofisica
napoletana e del team internazionale di una cinquantina di
ricercatori che coordinerà.
Francesca Esposito dice che le batterie della stazione marziana si
esauriranno dopo quattro giorni, dopo di che l’analisi dei dati
raccolti permetteranno di conoscere qualcosa in più sulle tempeste
marziane di polvere che si formano con l’arrivo della primavera
nell’emisfero Sud, sulla temperatura, sull’umidità, sui campi
elettrici, sulla pressione e sul vento.
Questa spedizione, ad esempio, cercherà di comprendere, grazie ad
appositi sensori, la causa delle forti scariche elettriche e dei
fenomeni simili ai nostri fulmini, presenti costantemente sul
pianeta rosso, così come la natura dei veri e propri tornado di
polvere che possono arrivare anche a cento metri di altezza,
spostandosi sulla superficie marziana a forte velocità, oscurando a
volte quasi l’intero pianeta, dando luogo ai cosiddetti “dust devis”,
ossia “demoni di polvere”. Questi ultimi sono presenti anche sulla
Terra, ma i “diavoli di sabbia” marziani possono essere maggiori
fino a cinquanta volta in ampiezza e dieci volte in altezza rispetto
a quelli terrestri.
Il fine ultimo di questa, come di tutte le missioni verso Marte,
rimane però quello di permettere, forse entro il 2050, lo sbarco
dell’uomo, che ovviamente dovrà avvenire con la conoscenza
dell’ambiente circostante e dei fenomeni più o meno pericolosi ad
esso legati.
“Sapere che un pezzo di Napoli contribuirà a questo avvenimento
ripaga ampiamente la mia scelta di rimanere a Napoli” sottolinea la
Esposito.
“Pensare di far atterrare una sonda quando si scatenano le grandi
tempeste di polvere, per poterne studiare il grado di pericolosità
per le future missioni umane - osserva Massimo Della Valle,
direttore dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte dove esiste
uno dei migliori centri al mondo per l’analisi di polveri spaziali -
è un’impresa, che segna probabilmente il primo passo concreto verso
l’esplorazione umana del pianeta rosso”.
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