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Quei Napoletani da ricordare  (vol. 2)

 

 

Cap.34
Un apprezzato batterista
Tullio De Piscopo

Tullio De Piscopo, nato a Napoli nel 1947, è tra i batteristi italiani uno dei più apprezzati, anche a livello internazionale, per il suo stile incentrato in un approccio caldo con lo strumento e di una rullata fluida ed incalzante. Inoltre è ugualmente abile alle percussioni e nel comporre e cantare composizioni musicali.
Il padre Giuseppe era batterista e percussionista che suonava nell’orchestra del maestro Giuseppe Anepeta, uno dei più famosi arrangiatori e direttori d’orchestra della canzone napoletana, mentre il fratello Romeo (nato nel 1937) faceva parte di complessi che suonavano nella zona di Bagnoli e gravitavano attorno alla base NATO. Romeo muore a soli vent’anni nel 1957 dopo una serata con l’Orchestra del Circolo Ufficiali della base Nato di Bagnoli.
All’età di tredici anni Tullio lavora in night-club della stessa zona, molto frequentati dai soldati americani. In seguito entra a fare parte di gruppi jazz cittadini.
Nel 1969 si trasferisce a Torino, riuscendo ad affermarsi sulla scena musicale con una scrittura come batterista fisso allo Swing Clud, famoso locale jazz dell’epoca.
Nel 1971, a Milano, inizia a collaborare con prestigiosi artisti stranieri che segue in tournèe in Europa, incidendo anche alcuni album da solista o accompagnatore di musicisti di alto livello.
Nei primi anni Settanta entra a far parte del Franco Cerri Quartet, gruppo formato dal celebre chitarrista ed è presente anche nella nuova formazione Franco Cerri Quintet creata nel 1973. Nel 1974 e 1975 fa parte dei New Trolls Atomic System e nel 1981, con il pianista Oscar Rocchi, realizza l’album Metamorphosis.
Ha suonato la batteria ed inciso dischi con famosi artisti come: Gerry Mulligan, Astor Piazzolla, Gato Barbieri, Mina, Adriano Celentano, Lucio Dalla, Manu Chao, Franco Battiato, Fabrizio De Andrè, Enzo Jannacci, Roberto Vecchioni, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Pino Donaggio, Donatella Rettore, Gigi D’Alessio e tanti altri ancora. E’ stato inoltre batterista di Pino Daniele nei dischi Vai mò e Bella ‘mbriana, oltre che in alcuni tour in cui erano presenti anche Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo e Joe Amoruso.
De Piscopo è anche autore di colonne sonore: tra queste ricordiamo quelle per i film Razza selvaggia e Naso di cane, di Pasquale Squitieri, Mi manda Picone, di Nanni Loy e 32 dicembre di Luciano De Crescenzo.
Nel 1988, la canzone Andamento lento, che ottiene un grande successo al Festival di Sanremo, gli fa vincere il Festivalbar.
Altre note canzoni sono: Sotto e ‘ncoppa (1976), Acqua e viento(1983), Stop Bajon, rap composto nel 1984 da Pino Daniele, Passaggio da oriente (1985), Drum symphony (1987), Bello carico (1988), E allora e allora (Sanremo 1989), He’ fatte ‘e solde, eh? (1985), Jastao (estate 1990), Qui gatta ci cova (Sanremo 1993), Pasìon Mediterranea (1997), Bona Jurnata (2007).
I suoi pezzi sono apprezzati per le sonorità jazz-pop, talvolta con venature africane, come in Radio Africa, incisa con Mory Kantè.
Con Moto perpetuo di un percussionista schizofrenico riscuote uno straordinario successo al Lombardia festival del 2000 e del 2002.
Nel 2008 è tornato a suonare con Pino Daniele.
Ho ascoltato De Piscopo più volte dal vivo ed ho pensato che gli basterebbero delle botti di legno percosse veementemente con nodosi bastoni per far sentire subito il rumore cupo e fragoroso che devasta il cuore delle foreste africane. De Piscopo sa esprimere, con egual misura l’amore e le passioni, ma anche l’indignazione e la rabbia, attraverso una fontana di suoni, ora sussurrati ora gridati, in un immenso quanto sconvolgente geyser di emozioni sonore.

 

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