Cap.55
Il
triste declino della biblioteca dei Girolamini
La biblioteca dei Girolamini ha costituito da
sempre uno dei fiori all’occhiello di Napoli, con un prezioso
patrimonio librario secondo solo a quello della Nazionale ed una
spettacolare sala Vico, di una tale grandiosità che è arduo trovare
in Italia un’altra con cui possa gareggiare.
Sala Vico da tempo immemorabile non visitabile. Ricordo che quando
accompagnai, nel corso delle mie visite guidate, un centinaio di
appassionati a visionarla, dovetti chiedere permessi e favori a
destra e manca, come nessun altro monumento “negato” della città.
La biblioteca è stata sempre custodita dai monaci dell’annesso
convento, dove spesso vi erano fenomeni tra il magico ed il segreto,
che richiedevano per essere interpretati di un esperto in esoterismo
che avesse “occhi per vedere ed orecchie per sentire”. Ed a conferma
di questi fenomeni ci viene in aiuto un inquietante episodio
accaduto nel convento dei Girolamini, citato da diverse fonti,
riguardante la permanenza come ospite di un illustre cavaliere Don
Carlo Ulcano, durante la quale, di notte le suppellettili si
spostavano, pietre cadevano dal soffitto, in un incalzare di
frastuoni di catene e porte che cigolavano, mentre spesso i monaci
si svegliavano legati tra loro per la tonaca. Di giorno tutto si
svolgeva regolarmente, mentre di notte si scatenava un vero e
proprio Inferno.
Andato via il cavaliere i fenomeni scomparvero ma le fonti non
spiegano il perché.
Don Carlo si era recato nel convento né per meditare, né in preda ad
una crisi mistica, bensì perché intendeva consultare durante la
notte quei libri, allo scopo di scoprire i segreti della evocazione,
che tanto interesse destavano nella aristocrazia tra il Cinquecento
ed il Seicento, un secolo che vide celebrarsi numerosi processi per
stregoneria.
Inesperto egli nel legger le formule scatenava incontrollate
presenze malefiche, che si riversavano sui malcapitati frati, senza
riuscire a creare quel cerchio difensivo che avrebbe saputo
preparare un occultista esperto.
Con il terremoto del 1980 fu assestato il colpo di grazia alla
biblioteca, prima con i gravi danni provocati dal sisma, poi con
l’invasione da parte di coloro che abitavano in case pericolanti, i
quali senza che nessuno si opponesse al loro disegno criminoso, si
trasferirono in massa con materassi e suppellettili nei locali della
biblioteca, dove vissero indisturbati per anni e colmo della
sfrontatezza, novelli barbari, bruciarono le pagine di centinaia di
codici ed incunaboli per riscaldarsi nelle tiepide notti partenopee.
Dopo la plebaglia ed un interminabile periodo di chiusura, è stato
il momento dei colletti bianchi, che per anni, con la regia del
direttore De Caro, hanno depredato migliaia di preziosi volumi della
sfortunata biblioteca, che sono finiti in private raccolte e sul
mercato internazionale. In un filone secondario dell’indagine è
spuntato anche il nome del senatore Dell’Urti, bibliofilo accanito,
indagato per in concorso in peculato, il quale ha dichiarato che si
trattava di omaggi del direttore ed ha restituito alcuni volumi, ma
non ancora una copia dell’Utopia di Tommaso Moro, che dichiara
candidamente di aver smarrito.
Finalmente si è giunti alla 1^ udienza del processo con rito
abbreviato, nel quale il PM Antonella Serio ha chiesto pesanti
condanne per i 6 imputati, i quali, con ruoli diversi avrebbero
portato nottetempo via, nascosto e rivenduto i libri antichi “con un
brutale e sistematico saccheggio”, dei quali solo una piccola parte
è stata ritrovata, grazie alla collaborazione di antiquari
stranieri. Risaltano i dieci anni di reclusione per il direttore De
Caro ed i sei anni e sei mesi per Viktoriya Pavloskiy, la sua
factotum tuttofare…
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Chiesa dei Girolamini
Chiostro dei Girolamini
Biblioteca dei Girolamini
Massimo Marino De Caro, ex direttore della Biblioteca
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