Cap.56
Antico splendore ed attuale miseria delle Ville Vesuviane
Il “Miglio d’oro”, per più di un secolo
indiscusso protagonista della mondanità napoletana, versa oggi in un
vergognoso stato di degrado che grida vendetta.
Delle 31 ville vesuviane censite e tutelate dall’omonimo Istituto,
nato allo scopo di salvaguardare l’enorme patrimonio ereditato
dall’epoca borbonica, in cui erano molte di più, poche appartengono
allo Stato, come il Palazzo Reale di Portici, sede della facoltà di
Agraria, e Palazzo Mascabruno, da poco liberato dagli occupanti
abusivi, del quale è in corso un parziale recupero, così come per il
Galoppatoio Reale, di cui parleremo più avanti.
Sempre a Portici, vi sono Villa Mascolo, restaurata dal Comune, e
Palazzo Valle, sede della Polizia Penitenziaria.
Tra quelle private in condizioni di deplorevole abbandono, vi sono
Villa Lauro Lancellotti, Villa Zelo e Palazzo Ruffo di Bagnara.
Villa d’Elboeuf, ridotta ad un cumulo di macerie, fra poco sarà
messa all’asta per la gioia degli speculatori.
Tutto nacque proprio da questa villa, quando nel 1711 il Principe d’Elboeuf
ordinò ad uno dei massimi architetti del tempo, Ferdinando Sanfelice,
di costruirgli una dimora “la più sfarzosa possibile”, su una
superficie di oltre 40.000 metri quadrati, protesi sul mare, dotati
di spiaggia privata, da cui si poteva ammirare estasiati l’intero
arco del golfo.
Proprio affianco, re Carlo di Borbone costruì la sua reggia estiva e
poco dopo nel 1839, re Ferdinando II inaugurò la ferrovia
Napoli-Portici, seconda al mondo e prima in Italia.
Il Principe d’Elboeuf arredò la villa con tantissime statue e
reperti archeologici provenienti dagli scavi di Ercolano tanto da
dare l’impressione a re Carlo ed a sua moglie Amalia di Sassonia,
ospiti del nobile dopo essere stati sopresi da un fortunale durante
una gita in battello, di trovarsi in un vero e proprio museo.
Tutti i nobili napoletani, pur di abitare nei mesi caldi accanto al
loro sovrano ed invitarlo alle loro feste, intrapresero la
costruzione di ben 121 ville, circondate da giardini lussureggianti,
commissionandole a grandi architetti che, da Luigi Vanvitelli a
Ferdinando Fuga, da Domenico Vaccaro a Ferdinando Sanfelice, si
sbizzarrirono in un estroso roccocò.
Mentre le ville più celebri cadono a pezzi, alcune strutture sono
oggetto di un tentativo di recupero: Villa Matarazzo si trasformerà
in un auditorium con vista sugli scavi di Ercolano ed il terreno
circostante sarà occupato da uno stadio di 10.000 posti in grado di
ospitare partite di serie B; la Reggia della Favorita sarà
convertita in un polo culturale delle arti ed i cinque ettari di
vigneto contigui, attualmente abbandonati, diventeranno un’azienda
vinicola.
Ma il recupero più grandioso sarà quello del Galoppatoio Reale,
realizzato nel ‘700 da Carlo di Borbone per consentire alla
cavalleria reale di allenarsi al coperto d’inverno.
Portici come Vienna, che a Hofstallgehaude vanta l’unico maneggio
equestre esistente in Europa.
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Palazzo Mascabruno, Galoppatoio reale
Palazzo Ruffo di Bagnara
Villa d'Elboeuf
Villa d'Elboeuf
Villa Matarazzo
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