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Quei Napoletani da ricordare  (vol. 1)

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Cap.36
Un vita presa a pugni
Patrizio Oliva

Patrizio Oliva, nato a Napoli il 28 gennaio del 1959, ha combattuto nelle categorie superleggeri e welter e deve essere considerato uno dei maggiori campioni della storia del pugilato italiano.
Dopo una brillante carriera da dilettante culminata con la conquista dell'Oro olimpico a Mosca nel 1980 nella categoria Superleggeri, è passato alla Boxe professionistica conquistando in sequenza il titolo italiano, quello europeo ed il titolo di campione del mondo di categoria. Successivamente è riuscito a conquistare il titolo di campione d'Europa anche nella categoria welter.
È stato commissario tecnico della Nazionale Olimpica, che ha guidato ai Giochi di Atlanta '96 e Sydney 2000, nonché organizzatore di numerosi eventi pugilistici di portata internazionale. Attualmente è istruttore degli allenatori di pugilato per la federazione mondiale AIBA.
Dotato di una buona intonazione vocale, nel Febbraio 1988 pubblica un LP dal titolo "Resterò qui" su etichetta Alpharecords LP AR 3128. L'album include 12 brani di cui 2 firmati, tra gli altri, dallo stesso Oliva. Anche Sergio Menegale, Luigi Albertelli e Cristiano Malgioglio figurano tra gli autori delle canzoni interpretate. A settembre 2013 uscirà nelle sale cinematografiche il film "il Flauto" con la regia di Luciano Capponi che lo vede nel ruolo di protagonista.
Ricordiamo che in carriera come dilettante: ha sostenuto 96 incontri (con 93 vittorie), ed è stato Campione italiano nel '76 - '77 - '78, e Campione d'Europa nel '78.
Medaglia d'oro alle Olimpiadi di Mosca 1980. Coppa Val Barker come miglior pugile delle Olimpiadi di Mosca. Ha partecipato e vinto la medaglia d'oro in 10 tornei internazionali venendo sempre premiato quale migliore pugile della competizione.
Tra i professionisti, ha disputato 59 incontri (con 57 vittorie), ed è stato campione italiano superleggeri, campione d'Europa superleggeri e welter rispettivamente nel ’83 e ‘90, e campione WBA del Mondo categoria superleggeri nel 1986.
Ricordiamo inoltre che nel 2010 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento: Amova International Award. Il suo sogno è stato quello di aprire una palestra a Scampia per togliere i ragazzi dalla strada ed indurli ad indossare i guantoni per confrontarsi con onestà e coraggio, ma Comune e Regione non gli hanno fornito alcun aiuto ed il sogno è rimasto nel cassetto, almeno per ora.
Attualmente è uno stimato commentatore per la televisione e più volte ha duramente contestato la decisione della RAI di non trasmettere incontri di Boxe nelle fasce protette «decisione da ignoranti, non capisco perché il nostro sport si può vedere solo in piena notte». «Ci sono ragazzini che per fare le vedette della camorra, per avvistare l’arrivo delle forze dell’ordine, prendono 120 euro al giorno. Ed un ragazzino che prende una somma del genere che futuro può avere? Quando proverà uno stimolo per studiare, lavorare, o magari fare solo fatica in palestra?».
Patrizio Oliva non usa mezzi termini, e con la stessa grinta che esibiva sul quadrato, trasportata anche a bordo ring nelle vesti di commentatore TV, attacca duramente la decisione della RAI di non trasmettere boxe e gli altri sport di “combattimento” nelle fasce protette, «è frutto dell’ignoranza, di chi non sa che il pugilato è sport formativo ed educativo. Insegna i valori della vita, spesso a ragazzi che arrivano dalla strada. Si formano con la boxe, e quando capiscono che le loro mani possono essere delle armi, non si battono più per strada ma preferiscono farlo in palestra, nel rispetto delle regole». Oliva riflette e rilancia «non vedo inoltre perché la RAI si preoccupa di questo problema, visto che sono anni che non fa nulla per la boxe mandando gli incontri in piena notte. Bisognerebbe stare attenti ad altre cose, a cominciare dal fatto di chiamare boss quei personaggi della camorra che vengono arrestati. “bos” è un termine pericoloso, i ragazzini sprovveduti potrebbero avere voglia di emularli. Invece, ed io questo lo dico sempre ai giovani quando vado nelle scuole, i boss sono solo delinquenti, e della peggior specie». Infine oliva usa anche una metafora «allora non trasmettiamo più neanche la formula uno nelle fasce protette. Il limite di velocità è di 130 kilometri orari e quei bolidi sfrecciano a velocità pazzesche. Non c’è il rischio che qualcuno li imiti? ». E mentre continua a protestare Patrizio spera sempre che il suo sogno possa divenire realtà.


Quei Napoletani da ricordare  (vol. 1)

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