Cap.21
L’ateo inveterato baciapile occasionale
Antonio Bassolino
Si tratta di Antonio Bassolino e per essere più completi: ”l’ateo
inveterato, nemico giurato della chiesa, baciapile occasionale”,
come lo definii nella lettera aperta pubblicata da numerosi giornali
napoletani, nel 2006, in occasione della visita di Benedetto XVI a
Napoli.
Essere ateo per un laico non è peccato, nemico giurato della chiesa
una manifestazione di libero arbitrio, in stridente contrasto però
per un politico con lo strisciante compromesso storico, nel quale
vive da decenni l’Italia (Letta docet); ma baciapile occasionale è
una pecca imperdonabile ed un segno di squillante ipocrisia, quando,
in occasione dei periodici “miracoli” di San Gennaro, è sempre
pronto a baciare appassionatamente la teca e poi in prima fila nella
lunga processione lungo le strade della Napoli antica.
L’era Bassolino partì con la promessa di un nuovo Rinascimento
napoletano, illudendo non solo gli intellettuali sinistrorsi, che lo
coprivano di lodi sperticate, ma anche gran parte degli elettori, i
quali credettero in uno scatto d’orgoglio della città, in grado di
migliorare la vivibilità e le prospettive di sviluppo e di lavoro.
Viceversa è naufragata in una miriade di inchieste giudiziarie sul
malcostume politico, alcune ancora in itinere, altre già conclusesi
con pesanti condanne.
Ma partiamo dal principio: Antonio Bassolino il 20 marzo 1947 nasce
ad Afragola e non a caso il suo paesello è stato scelto come
stazione di testa per l’alta velocità con un faraonico progetto
firmato da un’archistar di livello mondiale.
All’età di 17 anni si iscrive alla federazione giovanile del PCI,
nel 1970 è eletto consigliere regionale, mentre nel 1972 entra nel
comitato centrale del partito. Nel 1987 diventa deputato nella
circoscrizione di Catanzaro. Nel frattempo segue pedissequamente le
variazioni di nome del Partito Democratico, prima PDS poi DS, infine
Partito Democratico, la moglie Annamaria Carloni è senatrice nella
XV e XVI legislatura.
Nel 1993 viene inviato a Napoli come commissario della federazione
locale travolta dagli scandali di tangentopoli e si candida a
sindaco, di fronte ha un’avversaria tosta sotto ogni punto di vista:
Alessandra Mussolini, superata solo al ballottaggio. Nel 1997 viene
riconfermato al primo turno con una maggioranza Bulgara del 72,9.
Nell’ottobre 1998 D’Alema lo nomina ministro del lavoro, carica che
ricoprirà fino a giugno dell’anno successivo, quando abbandona il
mandato e torna a dedicare tutte le sue energie a Napoli.
Nel 2000 lascia l’incarico di primo cittadino e si candida alla
Presidenza della Regione Campania, ed al primo turno ottiene il
54,3% dei voti. Nel 2005 raddoppia con il 61,6% dei consensi.
Lunghe e travagliate le sue vicende giudiziarie, le quali cominciano
nel luglio del 2007, quando la procura partenopea chiede il rinvio a
giudizio per presunti reati commessi tra il 2000 ed il 2004, quando
presiedeva la carica di commissario straordinario per l’emergenza
rifiuti in Campania. I PM gli contestano di aver fatto guadagnare
cifre spropositate ai suoi consulenti e di aver favorito il
perdurare della situazione, perché fonte di guadagni per la cricca.
Una crisi che comporta per l’Italia pesanti sanzioni da parte della
comunità europea.
Nel dicembre dello stesso anno arriva la condanna in 1° grado da
parte della Corte dei Conti a risarcire 3 milioni e 200.000 euro.
Il 24 ottobre 2009 è indagato col prefetto Pansa per presunte
irregolarità nei lavori di bonifica del litorale flegreo. In
precedenza nel febbraio 2008 viene rinviato a giudizio per una serie
di reati, dalla truffa allo stato all’abuso di ufficio, dal falso al
disastro ambientale.
Nel marzo 2010 viene rinviato a giudizio per peculato.
Nel febbraio 2013 la magistratura contabile lo condanna a risarcire
al comune 560.893 euro.
E siamo ormai ai nostri giorni. La magistratura è lenta e dovremo
attendere a lungo se diventerà e quando ospite dello stato nelle
patrie galere.
Il giudizio finale come politico lo darà la storia, per cui dovremo
attendere ancora di più. Nel frattempo è scomparso dalla scena e si
è reso nullatenente, anzi per precauzione: nulla sottotenente.
Con vari personaggi da ricordare ho avuto frequentazioni personali.
Con Bassolino ho solo una vicinanza abitativa, infatti la sua
modesta dimora dista pochi centinaia di metri dalla mia principesca
villa posillipina.
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