Cap.7
Quattro nature morte napoletane
Tra i dipinti inviatimi negli ultimi mesi da collezionisti e case
d'aste per stabilire paternità e qualità dell'opera spiccano quattro
interessanti nature morte, che vanno ad incrementare il catalogo di
artisti che hanno lavorato a Napoli tra il Seicento ed il
Settecento.
Cominciamo con un quadro di altissima qualità: Un vaso di fiori con
figura femminile (fig.001), conservato a Varese nella collezione
Cerini, frutto di una collaborazione tra Guillaume Courtois, cui
spetta la delicata fanciulla ed Abraham Brueghel, che realizza
l'elegante vaso grondante di fiori multicolori.
L'opera appartiene agli anni del soggiorno romano del Brueghel, fino
al 1675, quando si trasferirà a Napoli dove vivrà fino alla morte
avvenuta nel 1697.
Egli è ricordato dal De Dominici col nomignolo di "fracassoso", per
definire il suo stile brioso e leggero, che cozzava con quella
solida lucidità ottica che contraddistingue gli epigoni della scuola
napoletana suoi contemporanei, da Giovan Battista Ruoppolo a
Giuseppe Recco.
Proseguiamo con una Natura morta di pesci (figg. 002 - 003 - 004),
appartenente alla raccolta Enrico Tedesco eseguita da Nicola Maria
Recco, figlio del più noto Giuseppe e fratello di Elena.
Egli seguì le orme paterne, ma ad un livello decisamente inferiore,
con una pennellata priva di slanci vitali, stanca ripetitrice di
formule stereotipate attinte al patrimonio iconografico familiare.
Alcune tele firmate, sovrapponibili a quella in esame, gli hanno
ritagliato un suo piccolo spazio nella storia della natura morta
napoletana.
Achille della Ragione
Concludiamo con una Coppia di vasi (figg. 005 - 006) di Francesco
Lavagna, conservati nella collezione Li Mura di Catania.
Francesco e Giuseppe Lavagna sono probabilmente legati da vincoli di
parentela, ma non sappiamo quali e sono attivi nella prima metà del
XVIII secolo.
Il De Dominici parla solo di Giuseppe Lavagna (1684-1724),
affermando che era discepolo di Belvedere” ma ingrandì un po’
soverchio i suoi fiori e gli dipinse con più libertà”. Divenne cieco
e morì nel 1724 a quaranta anni. L’Urrea Fernandez segnala una serie
di Vasi di fiori, uno dei quali firmato, nella Collegiata di
Villagarcia de Campos, presso Valladolid in Spagna. Anche Bologna
riferiva a Causa, di averne identificate alcune sul mercato
antiquariale dell’epoca.
Di Francesco Lavagna, viceversa, negli ultimi anni sono comparse
alcune tele firmate per esteso, che ci permettono di definire meglio
il suo stile, come nel caso della Natura morta in un giardino
comparsa nell’aprile 1981 presso la Finarte di Roma.
Il Salerno, che per primo ha pubblicato il dipinto prima descritto,
ha reso noto anche una Natura morta di Frutta, nella quale la
possibilità di riconoscere la grafia del pittore è legata al
particolare di un piccolo gruppo di fiori sulla destra della
composizione.
Al Lavagna può essere ragionevolmente attribuito il Vaso di fiori,
già presso l’antiquario Parenza a Roma, un bouquet denso di
sfumature vivaci e di tinte calde, che si inserisce pienamente nel
gusto rococò imperante a Napoli in quegli anni. Molto vicina alla
tela precedente è anche una coppia di Grossi vasi ornamentali con
fiori, caratterizzati dalla stessa cromia nella quale prevalgono le
varie tonalità del rosso ed il bianco ed il Vaso di Fiori della
collezione Onofri di Roma.
001 - Brueghel Courtois - Vaso di fiori con figura femminile -
Varese collezione privata
002 - Nicola Maria Recco - Natura morta di pesci -Italia collezione
Enrico Tedesco
003 - Nicola Maria Recco - Natura morta di pesci (particolare) -
Italia collezione Enrico Tedesco
004 - Nicola Maria Recco - Natura morta di pesci (particolare) -
Italia collezione Enrico Tedesco
005 - Francesco Lavagna - Vaso di fiori - Catania collezione Li Mura
006 - Francesco Lavagna - Vaso di fiori - Catania collezione Li Mura
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