Cap.13
Il maggiore tra i minori
Enzo Cannavale
Il panorama di abili caratteristi in area napoletana è quanto mai
vastoe tra questi Enzo Cannavale va considerato quanto meno il
maggiore dei minori.
Nato a Castellammare di Stabia nel 1928, è scomparso nel 2011
all’età di 82 anni.
Ha esordito in teatro nel 1959 con Eduardo, che lo scoprì quando era
ancora impiegato alle poste e lo volle poi al suo fianco nella serie
“Peppino Girella”. In seguito, pur partecipando ad oltre 100 film,
non ha mai smesso di calcare il palcoscenico, lavorando al fianco di
autentici mostri sacri della tradizione partenopea, da Nino Taranto
ad Aldo Giuffrè, da Luisa Conte ad Ugo D’Alessio, in molti
spettacoli di successo come “Miseria e nobiltà” e “La festa di
Montevergine”.
Pur lavorando in secondo piano, la sua presenza si faceva sentire,
attraverso la semplice faccia di uomo qualunque, dotata di una vis
comica non comune.
Numerosissime le sue partecipazioni a film di successo sotto la
guida di registi come Dino Risi e Francesco Rosi, Corbucci e Steno
fino a Luciano De Crescenzo, con cui vinse il “Nastro d’argento”
come migliore attore non protagonista in “32 dicembre”, e Giuseppe
Tornatore, vincitore del “Grand prix speciale della giuria” al
Festival di Cannes nel 1989 e dell’”Oscar per il miglior film
straniero” con il bellissimo “Nuovo Cinema Paradiso”.Negli anni
Settanta e Ottanta ha fatto coppia più volte con Bombolo e Tomas
Milian in film di cassetta, commedie scollacciate e rudi polizieschi
che non ha mai rinnegato: «Mi divertivo a farlo. Anzi, lo rifarei
ancora tante volte».
Lo ricordiamo nei panni del brigadiere Caputo al fianco di Bud
Spencer, nella saga inaugurata da “Piedone lo sbirro” nel 1973 e con
Bombolo e Nino D’Angelo in “Un jeans e una maglietta” e “La
discoteca”, entrambi del 1983.
Nel 1999, a 71 anni, ha lavorato con l’attore-regista Vincenzo
Salemme in “Amore a prima vista”, interpretando uno spassosissimo
cannibale che i protagonisti incontrano da uno psichiatra. Salemme,
che lo ha diretto anche nel 2003 in “Ho visto le stelle!”, lo
ricorda come un attore moderno e senza retorica, un vero grande dai
tempi storici e drammatici straordinari, capace di calarsi in ogni
ruolo.
Tra i tanti film cui ha partecipato, diretto dai più famosi registi
del momento, ci piace ricordare: “Leoni al sole” di Vittorio
Caprioli (1961), “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy
(1962), “C’era una volta” di Francesco Rosi (1967), “Cose di cosa
nostra” di Steno, “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi, “Il furto
è l’anima del commercio” di Bruno Corbucci, “Roma bene” di Carlo
Lizzani, “Trastevere” di Fausto Tozzi, tutti del 1971, ”Bianco,
rosso e…” di Alberto Lattuada (1972), il bellissimo film tv “Le
avventure di Pinocchio” di Luigi Comencini, “Alfredo, Alfredo” di
Pietro Germi e “Camorra” di Pasquale Squitieri del 1972, il film tv
”Francesca e Nunziata” del 2001 di Lina Wertmuller oltre a vari
musicarelli che, sul finire degli anni sessanta, ispirati alle
canzoni più in voga del momento, erano interpretati dagli stessi
cantanti che le avevano portate al successo (“Stasera mi butto”,
“Chimera”, “Zum zum zum n°2”).
Ho applaudito Cannavale tante volte a teatro e l’ho ammirato al
cinema e in televisione, senza avere il piacere di conoscerlo
personalmente: conosco, però, i suoi due figli, amici di mio figlio,
titolari di un’affermata agenzia giornalistica.
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