Cap.3
La madre di tutte le dive
Sophia Loren
Nella cinematografia mondiale il seno prorompente per antonomasia è
senza ombra di dubbio quello di Sophia Loren. In fondo la sua
notorietà internazionale parte da quella spavalda passeggiata da
pizzaiola nell’Oro di Napoli, con la camicetta che a stento
tratteneva il suo giovane corpo esplosivo ed esuberante: doie cape e
criature in libera uscita. E da allora è stata lei l’icona della
meridionalità più schietta, anche se a tette nude apparve solo come
odalisca nel film Due notti con Cleopatra di Vittorio Metz e
Marcello Marchesi, quando si presentava ancora come Sophia Lazzaro e
per di più nella versione destinata al pubblico straniero, per cui
francesi e tedeschi potettero godere della visione celestiale di
quelle invalicabili montagne solcate da una valle ubertosa, mentre
gli italiani dovevano accontentarsi di vederla vestita e la
differenza non è di poco conto.
Da cinquanta anni il seno della Loren, più immaginato che realmente
scrutato, ha popolato i sogni di generazioni di aficionados,
disposti ad incredibili pazzie. Chi di noi non rinuncerebbe a
qualsiasi cosa pur di trasformarsi per un mese nel reggiseno di
Sofia?
La rara immagine che abbiamo mostrato non compare in alcuna
biografia dell’attrice ed invano navighereste tra le diecine di
migliaia di siti dedicati a lei sul web per trovare questo o altri
scatti proibiti. Di recente la società che gestisce Playboy ha
annunciato di essere in possesso di una inedita foto della diva, non
si sa quando scattata, mentre nuota nuda in piscina e conta quanto
prima di metterla all’asta, con la certezza di raggiungere una cifra
record.
Agli antipodi del seno debordante ed opulento di cui abbiamo tessuto
le lodi, negli ultimi anni è comparso all’orizzonte, sia nel cinema
e nella moda che nella vita di ogni giorno, il seno grissino,
interpretato da una modella magrissima simbolo di una sessualità
cattiva, schiava delle diete ed in preda alla più esaltante
anoressia. Una donna sottile e scattante come una pantera dai lunghi
artigli dorati e dai seni minuscoli in grado, come si predicava in
passato, di essere accolti in una coppa da champagne. Per
raggiungere questi nefasti obbiettivi bisogna sottoporsi ad una di
quelle diete feroci che gli americani chiamano fasting, fatte di
tisane e succhi di pompelmo, con inevitabile corollario di digiuni e
depressioni.
Ma dopo questo enfatico elogio anatomico partiamo dl principio, da
quando il 20 settembre 1934 Sofia Villani Scicolone nacque a Roma
dalla napoletana Romilda Villani, una modesta insegnante di
pianoforte, e da Riccardo Scicolone, affarista nel settore
immobiliare. La madre aveva vinto nel 1932 un concorso per andare ad
Hollywood come sosia di Greta Garbo, ma rimase incinta e rinunciò.
Il padre (figlio del marchese agrigentino Scicolone Murillo)
riconobbe la paternità della bambina, che chiamò col nome di sua
madre, Sofia, di origine veneta; tuttavia, rifiutò sempre di sposare
Romilda, che si trovò ben presto in gravi ristrettezze economiche.
Perciò la madre portò la piccola Sofia da Roma a Pozzuoli, in
provincia di Napoli, presso la sua famiglia. Qui Sofia trascorse
l'infanzia e i primi anni dell'adolescenza, durante la guerra, in
condizioni economiche precarie. Napoli e la cultura napoletana
saranno presenti costantemente nella vita e nella carriera della
Loren, che in molti film recita in napoletano. A 15 anni tornò a
Roma in cerca di successo, accompagnata dalla madre, e partecipò a
vari concorsi di bellezza, fra cui Miss Italia del 1950 (che la
premiò come Miss Eleganza, un titolo creato apposta per lei).
Un ricordo personale: al liceo un architetto fallito, Tisi, che ci
insegnava disegno ci raccontava di averla avuta allieva alle
magistrali a Pozzuoli, e già si dava da fare con i fortunati
compagni di scuola. Inoltre, posò per fotoromanzi e partecipò a
diverse pellicole cinematografiche come comparsa o in ruoli
marginali, che a poco a poco le portarono visibilità, essendo
centrati sulle sue qualità estetiche. In un solo anno furono una
quindicina i film nei quali fu scritturata. Affiancò anche Corrado,
allora divo della radio, nella conduzione di Rosso e nero.
Ma la svolta arrivò quando, sempre nel 1951, incontrò il produttore
Carlo Ponti: lui la notò a un concorso di bellezza, dove lei era
ospite, e il giorno dopo la ricevette nel suo studio per un
colloquio. Carlo Ponti rimase subito colpito dalle sue potenzialità
e le offrì un contratto di sette anni, trampolino di lancio del suo
successo. Iniziò da quest'epoca a usare nomi d'arte: per un po' si
fece chiamare Sofia Lazzaro, poi, Sophia Loren, così da presentarsi
in modo più "internazionale": fu il produttore Goffredo Lombardo a
darle il cognome Loren "ispirandosi" a quello dell'attrice svedese
Märta Torén (allora le attrici svedesi erano molto in voga). È da
questo momento che la sua carriera prende il volo.
Uno dei primissimi ruoli importanti col nome di Sophia Loren fu a
fianco di Alberto Sordi interpretando una splendida Cleopatra e
quello di una sua sosia in Due notti con Cleopatra di Mario Mattòli
nel 1953. L'anno seguente girerà altri film in ruoli secondari come
Carosello napoletano di Ettore Giannini, Un giorno in pretura
nell'episodio Don Michele, Anna e il biliardo con Walter Chiari di
Steno, oppure Tempi nostri con Totò di Alessandro Blasetti; ma il
1954 sarà anche l'anno decisivo per una svolta nella sua carriera
interpretando ruoli da protagonista in celebri commedie. Importante
fra tutti fu il ruolo della pizzaiola Sofia in L'oro di Napoli, che
Vittorio De Sica le volle affidare soltanto poco dopo averla
conosciuta e dopo un breve colloquio. Dello stesso anno è Peccato
che sia una canaglia di Alessandro Blasetti dove incontra per la
prima volta il suo partner per eccellenza Marcello Mastroianni. Qui
interpreta una giovane ladra che cercherà con la sua esuberante
bellezza di incastrare l'onesto tassista Paolo, che si difenderà con
tutti i mezzi sia dalla giovane Lina e sia dal padre di lei, il
professor Stroppiani interpretato da Vittorio De Sica. Il film è
tratto da un racconto di Alberto Moravia.
Nel 1955 i tre attori saranno protagonisti in La bella mugnaia, una
simpatica commedia di Mario Camerini ambientata durante
l'occupazione spagnola nel sud d'Italia. Dello stesso anno è Il
segno di Venere diretto dal maestro Dino Risi, dove veste i panni di
Agnese, che a causa della sua bellezza mette in ombra la cugina
Cesira di minuto aspetto, interpretata da Franca Valeri. Nel cast
figurano Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Raf Vallone e Tina Pica.
Con Vittorio De Sica, Tina Pica e ancora diretti da Dino Risi,
sempre nel 1955, Sophia Loren sarà protagonista in Pane, amore e...,
dove cercherà con ogni mezzo possibile di sedurre il Maresciallo
Carotenuto affinché le conceda una proroga per rimanere nella sua
casa. Il film ambientato a Sorrento e seguito di Pane, amore e
fantasia e Pane, amore e gelosia (interpretati da Gina Lollobrigida
da sempre indicata come la sua storica rivale cinematografica),
rimane celebre per il sensuale mambo ballato da Sophia Loren per
Vittorio De Sica.
Il suo primo importante ruolo drammatico arriva per un film diretto
da Mario Soldati e scritto tra gli altri da Pier Paolo Pasolini e
Giorgio Bassani: La donna del fiume. La Loren dà prova di una forte
capacità interpretativa.
Con La fortuna di essere donna (1956) di Alessandro Blasetti ritorna
in coppia con Marcello Mastroianni in una divertente commedia degli
anni cinquanta. La celebre copertina su Life del 1955 segna l'inizio
della sua carriera internazionale, grazie alla sua prorompente
bellezza, che non ha mai rischiato di offuscarne l'aspetto
artistico.
A partire dal 1956 recita anche in inglese in produzioni
statunitensi di rilievo, affiancata da grandi star maschili di
Hollywood. È questo il periodo di film come Il ragazzo sul delfino,
Orgoglio e passione a fianco di Frank Sinatra e Cary Grant, con il
quale, lei stessa afferma, ebbe un breve flirt, oppure Timbuctù con
John Wayne, La chiave con William Holden, il western Il diavolo in
calzoncini rosa con Anthony Quinn, Un marito per Cinzia ancora con
Cary Grant, o La miliardaria con Peter Sellers. Grazie a questi film
e a tanti altri, Sophia Loren riuscì a imporsi e farsi amare dal
pubblico statunitense e di tutto il mondo, competendo con le grandi
star femminili dell'epoca di Hollywood. leggera che drammatica.
Divisa tra Italia e Hollywood, interpreta innumerevoli film di
successo con le più grandi star mondiali, diretta da registi quali
Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi, Mario
Camerini, Charlie Chaplin, Sidney Lumet, George Cukor, Michael
Curtiz, Anthony Mann e André Cayatte. In particolare con De Sica,
con il quale gira otto film, forma un ideale sodalizio, spesso
completato dalla presenza di Marcello Mastroianni.
Nel tempo va sempre più affermandosi come una vera icona del cinema
italiano nel mondo; la definitiva consacrazione come attrice arriva
con l'interpretazione del suo film-simbolo, La ciociara, diretto da
Vittorio De Sica. La parte di Cesira era stata offerta, in un primo
momento, ad Anna Magnani, mentre la Loren avrebbe dovuto
interpretare la figlia Rosetta, e la regia del film inizialmente era
stata assegnata a George Cukor.
Ambientato negli anni della seconda guerra mondiale, il film è
tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia. All'epoca Sophia
Loren aveva solo 26 anni quando inaspettatamente Vittorio De Sica le
propose il ruolo di Cesira. Un personaggio semplice e popolano, ma
costituito da una grande venatura drammatica che riuscì a far
emergere con straordinaria disinvoltura e naturalezza. Molteplici
sono le scene emblematiche del film dove la Loren dimostra il suo
straordinario istinto recitativo, come la scena dello stupro dentro
una chiesa abbandonata, il momento del risveglio con l'abbraccio
tragico di calore materno verso la figlia Rosetta pregante e uno
sguardo intenso e commovente, oppure la scena simbolo in cui Cesira
sfoga la propria rabbia per la violenza subita, cadendo a terra in
un pianto straziante quanto liberatorio.Questa interpretazione vale
alla Loren il Premio Oscar, la Palma d'oro a Cannes, il BAFTA, il
David di Donatello e il Nastro d'argento.
Nell'aprile dello stesso anno il TIME le dedica una copertina con
una illustrazione di René Bouché.Dopo il successo della Ciociara
Sophia vola in Spagna per girare il colossal El Cid, dove interpreta
la bella Jimena, promessa sposa al leggendario condottiero El Cid
Campeador interpretato da Charlton Heston; nel cast figura anche Raf
Vallone. Del seguente anno è l'indimenticabile ruolo di una procace
Zoe, nell'episodio La riffa, diretta da Vittorio De Sica, in
Boccaccio '70. Successivamente girerà per lo stesso De Sica altri
ruoli di inconfondibile bellezza e solarità.
Negli anni immediatamente successivi reciterà con Peter Sellers in
La miliardaria, con Clark Gable in La baia di Napoli, con Paul
Newman in Lady L e con Marlon Brando e Charlie Chaplin ne La
contessa di Hong Kong.
Il sodalizio con De Sica e Mastroianni nasce nel 1963 con Ieri,
oggi, domani, in cui interpreta tre ruoli divenuti celebri: Adelina,
una giovane napoletana venditrice di sigarette di contrabbando che
per sfuggire al carcere cerca di rimanere incinta più volte
possibile; il secondo episodio è Anna, una signora milanese
insoddisfatta della propria vita, cerca una consolazione in un amore
extra-coniugale; il terzo episodio, probabilmente il più celebre è
Mara, una prostituta romana che all'inizio cerca di sedurre un
seminarista, ma poi comprende che dovrà aiutarlo nel suo cammino
spirituale. Rimane nell'immaginario di tutti lo spogliarello che ci
regala di fronte a un sognante Marcello Mastroianni. Per questi
ruoli riceverà il David di Donatello come migliore attrice
protagonista, mentre il film ottiene numerosi premi, tra cui il
Premio Oscar come miglior film straniero nel 1965.
Del 1964 è invece, Matrimonio all'italiana, tratto dalla commedia
Filumena Marturano di Eduardo De Filippo. Vittorio De Sica le
assegna un altro celebre personaggio, quello della prostituta
Filumena, complesso e battagliero. Una donna che cerca di rifarsi
una vita credendo all'amore di Domenico Soriano (interpretato da
Marcello Mastroianni), e poi con ogni mezzo trova il modo per
garantire un futuro ai suoi tre figli, che ha nascosto per tutta la
vita, sposando don Dummì. Un'eccellente interpretazione con celebri
monologhi dove si evidenzia, soprattutto, l'istinto dell'essere
madre e l'amore per i figli sopra ogni cosa. Per questo ruolo riceve
una nomination all'Oscar. L'ultimo film, che vede protagonista la
celebre coppia diretta da Vittorio De Sica è I girasoli.
Un'appassionata storia d'amore tra Giovanna e Antonio, che li vede
felici e innamorati nella prima parte fino a quando la guerra li
dividerà per sempre. Un altro ruolo intenso e drammatico.
Ai successi professionali mancava la gioia della maternità, che
arriverà grazie all’abilità del ginecologo svizzero Dewatteville con
la nascita di Carlo Junior nel 1968 e di Eduardo nel 1973. Nel 1971
è protagonista della commedia La mortadella di Mario Monicelli con
Gigi Proietti e Danny DeVito (suo primo ruolo cinematografico).
Dello stesso anno è il film La moglie del prete, diretta da un altro
grande regista della commedia all'italiana Dino Risi, ancora una
volta in coppia con Marcello Mastroianni. Nel 1972 veste i panni di
una suora nella commedia di Alberto Lattuada Bianco, rosso e..., a
fianco di Adriano Celentano.
Nel 1974 torna sul grande schermo con un ruolo drammatico e intenso,
diretta per l'ultima volta dal grande regista che la rese celebre
Vittorio De Sica, in Il viaggio. Il film è tratto da una novella di
Luigi Pirandello e come partner maschile è presente Richard Burton.
Per questa interpretazione si aggiudica il suo quinto David di
Donatello.
Del 1977 è il film Una giornata particolare del maestro Ettore
Scola, in coppia con Marcello Mastroianni. Interpreta Antonietta,
una madre di sei figli che trascorre la propria esistenza chiusa in
casa, anche nel giorno particolare (il 3 maggio 1938, in cui Adolf
Hitler visita la capitale italiana). Un personaggio fragile e
sottile che attraverso sguardi carichi di passione verso il suo
inquilino Gabriele, e profondi silenzi, Sophia Loren fa emergere la
disperazione di questa donna celata dietro conformismi nell'epoca
del fascismo, tratteggiando, così, uno dei migliori personaggi della
sua carriera, che le fa vincere il sesto David di Donatello.
Il 15 aprile del 1978, un'inchiesta della Guardia di Finanza
coinvolse l'attrice e il marito Carlo Ponti: furono accusati di aver
portato all'estero 10 miliardi di lire, con il paravento di film in
coproduzione. Nel 1982, a seguito di vecchi problemi con il fisco
italiano, viene persino incarcerata con l'accusa di frode fiscale
restando per 17 giorni nel penitenziario di Caserta. Le
responsabilità della frode sono state poi attribuite al suo
commercialista, ma il danno di immagine verso l'opinione pubblica
italiana non è stato così facile da rimediare.
Per il resto gli anni ottanta si segnalano quasi esclusivamente per
partecipazioni a produzioni televisive: Sophia: Her Own Story
tv-movie autobiografico per la televisione americana tratto dal suo
omonimo libro, Madre coraggio (1986), Mamma Lucia e il remake de La
ciociara (1988), di Dino Risi: l'unica deludente eccezione è il film
Qualcosa di biondo (1984) in cui recita accanto al figlio Edoardo.
Nel 1991 riceve il Premio Oscar alla carriera. A consegnare la
statuina all'attrice è Gregory Peck, che a sua volta aveva ricevuto
l'ambito premio dalla Loren nel 1963.
Il 29 marzo del 1993 insieme al suo partner per eccellenza Marcello
Mastroianni annuncia l'Oscar alla carriera a Federico Fellini.
Nel 1994 Robert Altman l'ha voluta in Prêt à porter: trent'anni dopo
replica, con arguta ironia, lo spogliarello per Marcello Mastroianni
di Ieri, oggi e domani. Per l'interpretazione fu candidata a un
Golden Globe. L'anno successivo è stata la partner di Jack Lemmon e
Walter Matthau in That's Amore - Due improbabili seduttori, mentre
nel 1997 ha interpretato la mamma di un ragazzo ebreo che vuol
diventare comunista in Soleil di Roger Hanin.
Nel 1999 è Sofia Loren a consegnare l'Oscar al miglior film
straniero a Roberto Benigni.
Verso la fine del 2001, viene scelta come testimonial per la
campagna pubblicitaria "L'ultima buona azione della Lira". Nel 2002
è stata la protagonista di Cuori estranei, diretta dal figlio
Edoardo Ponti, e nel 2004 di Peperoni ripieni e pesci in faccia di
Lina Wertmuller: ma i maggiori successi li riscontrerà con le
fiction Francesca e Nunziata (2001), sempre della Wertmüller,
recitando accanto a Claudia Gerini e Raul Bova e La terra del
ritorno (2004), in coppia con Sabrina Ferilli. Ha preso parte nello
spot pubblicitario della TIM, insieme a Christian De Sica e all'ex
velina Elisabetta Canalis, dove interpretava una suora.
Nel 2006 ha posato per il Calendario Pirelli 2007. Nel febbraio 2007
esce il film Saturno contro di Ferzan Ozpetek, la cui colonna sonora
contiene la traccia Zoo be zoo be zoo interpretata da Sophia. Il 22
febbraio 2009, durante la notte degli Oscar, ha premiato, insieme ad
altre attrici, la vincitrice della statuetta nella categoria di
miglior attrice protagonista, Kate Winslet.
Infine, sempre nel 2009, dopo diversi anni di assenza dalla
cinematografia, è chiamata da Rob Marshall per interpretare la madre
del protagonista in Nine, omaggio musical a 8½ di Fellini.Nel 2010
torna in TV ed è la protagonista della miniserie La mia casa è piena
di specchi, ispirata al romanzo autobiografico della sorella Maria
Scicolone. Sophia, in un'operazione unica nel suo genere, interpreta
sua madre Romilda.
Risiede attualmente a Ginevra. Nel 2011 per la prima volta nella sua
carriera doppia il film d'animazione Disney-Pixar Cars 2, dove ha il
ruolo di Zia Topolino. Il 4 maggio 2011 l'Academy di Los Angeles ha
voluto celebrare la carriera dell'attrice italiana con una serata a
lei interamente dedicata.
E vorremo concludere la descrizione di una prestigiosa carriera con
due curiosità: alle recenti elezioni per la presidenza della
repubblica ha ottenuto un voto da un onorevole buontempone e la
frase di una sua intervista ad un celebre giornalista americano:
«I’m not Italian, i’m Neapolitan! It’s another thing (non sono
Italiana, Sono Napoletana! È un’altra cosa)».
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