Questo libro restituisce ad Andrea De Lione la giusta
collocazione nel panorama artistico napoletano del Seicento e lo
pone alla pari del suo maestro Aniello Falcone, sotto il cui nome
sono passate a lungo le sue battaglie.
Insigne battaglista, ma anche maestro di scene bucoliche, come lo
definì Soria, ispirato agli esempi del Castiglione e del Poussin ed
in grado di realizzare composizioni dai colori brillanti e dal
vivace dinamismo.
Al Grechetto va ricondotta l’atmosfera preziosa e delicata in cui
sono campiti e messi insieme i colori, inseguendo un gusto
raffinato, mentre al francese si deve l’impostazione classica e
severamente di profilo dei volti, oltre all’impaginazione ed al
paesaggio idealizzato degli sfondi.
Un capitolo importante è costituito dai dipinti con soggetti diversi
dalle battaglie e dalle scene bucoliche, dove viene discussa, al
fianco di quadri famosi come il Ritratto di Masaniello, la
controversa ipotesi del De Lione pittore di natura morta,
aggiungendo altri tasselli e nuovi elementi per dirimere la
questione.
Il capitolo degli affreschi, anche se poco noto alla critica, non è
trascurabile ed è ormai certo che egli fu a capo di una fiorente
bottega con numerosi collaboratori, i cui nomi ci vengono restituiti
dalle polizze di pagamento e fu attivo, oltre che nel Palazzo Reale,
dove alcuni scompartimenti tradizionalmente assegnati al Corenzio
vanno restituiti ad Andrea ed al fratello Onofrio, nei principali
edifici sacri della città da S. Maria la Nova a San Paolo Maggiore
ed al Duomo, senza considerare gli affreschi in dimore private
ancora tutti da identificare sulla guida dei documenti.
Anche la grafica costituisce un settore al quale l’artista si dedicò
con impegno e sono numerosi i fogli commentati, quasi tutti inediti.
Vi è infine una trattazione completa della figura del fratello
Onofrio, a lungo collaboratore di Andrea nel settore delle
decorazioni.
Vengono pubblicati vari documenti di pagamento, che hanno meglio
delineato i termini cronologici della sua attività, permettendo una
più precisa ricostruzione degli influssi esercitati sul suo stile
dall’ambiente artistico circostante.
Concludono l’opera una corposa bibliografia con oltre 200 titoli,
tra i quali vengono segnalati i più significativi ed una serie di
tavole per un totale di circa 215 immagini.