Prefazione
Il libro raccoglie una serie di articoli di Achille della Ragione
riguardanti pittori napoletani del Settecento pubblicati negli
ultimi anni su svariate riviste sia cartacee che telematiche.
Talune volte si tratta di contributi esaustivi, al limite della
monografia, densi di aggiornamenti e di inediti, corredati da
numerose foto, sia a colori che in bianco e nero, che ci permettono
di conoscere approfonditamente pittori come Evangelista Schiano o i
fratelli Sarnelli, ai quali i trattati di storia dell'arte dedicano
poche righe frettolose, soprattutto questi ultimi, per quanto già
citati dal De Dominici e titolari di una fiorente bottega
specializzata in pale d'altare, destinate alle chiese del meridione,
attiva per oltre sessanta anni, erano a tutt’oggi poco più che dei
Carneadi dei quali non si conosceva che il nome e per Francesco
nemmeno quello.
Nel campo della natura morta, in attesa di una già annunciata
monografia sull’argomento,sono trattati con dovizia di particolari
due artisti: Tommaso Realfonso e Giacomo Nani, ancora poco
conosciuti dalla critica, al punto che anche la recente grande
mostra Ritorno al Barocco del secondo riportava dati anagrafici
errati. A Realfonso viene riconosciuta una ripresa critica del
naturalismo seicentesco di ascendenza caravaggesca, che permise alla
pittura di genere napoletana un sostanziale cambiamento di rotta,
mentre Nani viene finalmente indagato attraverso la presentazioni di
numerosi dipinti firmati, che ci permettono di apprezzarlo non solo
come uno specialista nella definizione di fiori, ortaggi e piccoli
uccelli, ma anche come fine decoratore delle porcellane della Real
Fabbrica di Capodimonte voluta da Carlo III.
Viene inoltre segnalata, in un breve articolo, l'attività di Mariano
Nani, figlio di Giacomo, poco noto agli studi, per essersi presto
trasferito in Spagna dove è vissuto fino alla morte a Madrid nel
1804.
Un altro autore del quale finalmente, al posto della laconica
dizione notizie da… al…, possiamo ora indicare la data di nascita e
di morte è Lorenzo De Caro, un “disobbediente” particolarmente abile
ed in grado di soddisfare gusti e richieste di una committenza sia
laica che ecclesiastica e le cui quotazioni nelle recenti aste
internazionali sono in continua crescita.
Giacomo Del Po è un originalissimo creatore di invenzioni al limite
dell’onirico e del surreale, rese con una tavolozza iridescente e
dalla sua vasta produzione si è scelto il capitolo riguardante i
dipinti da cavalletto.
Infine Nicola Malinconico, attivo sia nel Seicento che nel
Settecento, un artista importante, presente in numerose chiese
napoletane, fino ad ora trascurato dalla critica e sempre assente
nelle grandi mostre sulla pittura napoletana, del quale, in attesa
della prossima uscita della monografia, si presenta la sua attività
nel campo della natura morta con esempi improntati ad un gusto
magniloquente e decorativo.
Concludono l’opera una corposa bibliografia divisa per autore ed una
serie di tavole per un totale di oltre 250 immagini.
Elvira Brunetti |