Niccolò de Simone, “geniale eclettico” dalle
molteplici componenti culturali, fu pittore e frescante, operoso per
oltre venti anni sulla scena napoletana, dal 1636 al 1655 e, pur con
le difficoltà di classificare il suo pennello multiforme, in grado
di recepire le più diverse influenze, può rientrare ragionevolmente
nella cerchia falconiana, in parte per il racconto fantasioso del De
Dominici, che ce lo descrive partecipante alla Compagnia della
morte, ma precipuamente per un evidente rapporto stilistico con la
produzione di Aniello Falcone, di Andrea De Lione e di Domenico
Gargiulo, da cui prendono ispirazione molte delle sue opere.
Nulla sappiamo sulla sua data di nascita e di morte, anche se
l’improvvisa mancanza di documenti di pagamento a partire dal 1656,
prima numerosi, fa ipotizzare che possa essere morto, alla pari di
tanti altri artisti e di un terzo della popolazione napoletana,
durante l’epidemia di peste.
Il de Simone, sin dall’inizio, pur attingendo a piene mani dal
patrimonio culturale e visivo dei suoi colleghi, cosi ampio e
variegato nella capitale vicereale, percorsa da fremiti, correnti e
ricca di committenze laiche quanto ecclesiastiche, ha sempre
mantenuto una cifra stilistica indipendente ed originale,
riconoscibile a prima vista, anche per un osservatore non
smaliziato.
I suoi dipinti tracimano dai contrasti rudi del verace naturalismo
meridionale alle ovattate atmosfere neovenete della pittura romana,
esaltando il confronto con gli esempi più illustri del Falcone, del
Castiglione e del Poussin.
La monografia scritta da Achille della Ragione, uno dei più ferrati
napoletanisti, autore di più di venti volumi sul glorioso Seicento
partenopeo, si avvale di un esaustivo corredo fotografico con
numerosi inediti, spesso siglati e mette in mostra un artista in
grado di competere alla pari con gli altri pittori attivi a Napoli
intorno alla metà del secolo XVII.
L’autore ci insegna a riconoscere i suoi lavori dalla vivace
tavolozza, giocata sostanzialmente sui toni del bruno e del rosso,
che si accendono all’improvviso in bagliori folgoranti, realizzata
con pennellate generose dense di materia e con l’uso di colori
squillanti, dagli occhi neri e pungenti delle sue sante ed eroine,
dalle vesti eleganti e dall’incarnato vermiglio. Dalle anatomie
sommarie dei suoi personaggi, immersi in composizioni prive di
qualunque prospettiva e dall’atmosfera cuprea, dalle pose esagitate
e dai volti grotteschi e caricaturali.
Numerosi i cambiamenti attributivi, tra cui il più clamoroso
l’attribuzione a Carlo Coppola della Decollazione di San Gennaro
conservata al Pio Monte della Misericordia e gli inediti, tra i
quali ricordiamo una Strage degli innocenti dell’antiquario Parenza,
un conturbante Lot e le figlie in collezione Di Loreto a Roma, una
splendida Allegoria dell’olfatto, realizzata in collaborazione con
Luca Forte ed una Sacra Famiglia, rintracciata nella chiesa del Gesù
a Malta.
Completano l’opera, ricca di un corredo fotografico con 120 foto in
bianco e nero ed a colori, una puntigliosa bibliografia con oltre
100 citazioni e la segnalazione di tutti i documenti di pagamento ed
inventariali fino ad ora noti.
Un libro che colma una lacuna nel panorama del secolo d’oro e che
non può mancare nella biblioteca sia degli studiosi che degli
appassionati.
Elvira Brunetti
Il volume di Achille della Ragione ha 64 pagine, 120
foto a colori e bianco e nero editore Napoli Arte, formato cm. 29,5
– 21, prezzo euro 29 la versione in PDF è scaricabile da questa
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