Ad Attila, il mio prode compagno ed a
Lady,
Athos e Porthos, che vivono per
sempre nel mio cuore
Tra
luomo ed il cane da 15.000 anni esiste
unamicizia indissolubile, un patto di
alleanza non scritto, un dare ed avere
disinteressato, un rapporto tra specie diverse
che non ha eguali nel mondo animale.
Il cane alcune volte è utile alluomo: per
la guardia, la caccia, laccompagnamento, la
compagnia ecc. e per queste specifiche funzioni
è stato da tempo selezionato, allo scopo di
esaltare alcune sue doti naturali, né si può
affermare che luomo non sia necessario per
il cane, nel dargli cibo, riparo ed affetto; ma
sempre alla base di questo ineguagliabile
sodalizio vi è la disponibilità, la
comprensione, la fiducia, il disinteresse che
pongono in un piano secondario il beneficio
reciproco.
Possiamo collocare a circa 15.000 anni fa il
momento in cui alcuni lupi più mansueti hanno
lasciato il branco e modificando le loro
abitudini aggressive hanno cominciato a vivere
assieme agli uomini.
La conferma di questo stretto rapporto di affetto
possiamo constatarlo nel rinvenimento di
scheletri di cani accanto a quello dei padroni,
molto prima che nelle sontuose dimore funerarie
egiziane o nei tumuli etruschi, nelle più
antiche grotte preistoriche o nei kurgan dove
venivano conservati i corpi dei popoli nomadi
delle steppe.
Gli etologi hanno identificato le razze più
antiche dalle quali derivano per selezione ed
adattamento quelle odierne. Esse furono in Cina
lo shar-pei, in Africa il basenti, nelle regioni
artiche il malamute, in Australia il dingo,
mentre il levriero persiano è considerato
lantenato di tutti i cani da caccia.
Attraverso il lavoro di ignoti artisti sono
giunte a noi immagini di razze oramai estinte,
che erano le predilette di Egiziani e Greci o di
popoli orientali, mentre in ogni epoca sono
numerosissime le testimonianze di pittori e
scultori che ci permetteranno di compiere un
lungo viaggio ad esplorare il legame tra
luomo ed il cane, compagno fidato, non solo
degli umili, ma anche di re ed imperatori, di
nobili e mercanti, che trascorrevano ore serene
di svago, al riparo dei pressanti impegni
quotidiani.
fig 1
cerbero
Faranno eco alle testimonianze artistiche i brani
della letteratura, anche essi densi di
esaltazione per lamico a quattro zampe,
senza dimenticare alcuni lati oscuri legati alla
remota origine dal lupo, narrati nelle leggende
dei licantropi o nel temuto Cerbero (fig. 1), il
mostruoso essere con tre teste, che la mitologia
greca pone a custode degli Inferi e che Dante ha
reso celebre nei versi della Divina Commedia.
fig
2 - Ulisse ed Argo
Poesia e prosa sono in grado di descrivere la
relazione tra cane ed uomo diluita nel tempo e
nello spazio, come nel famoso caso di Argo ed
Ulisse (fig. 2), mentre le arti figurative
debbono necessariamente fermare unimmagine,
anche se significativa. Avremo perciò un
susseguirsi di carezze, ma anche di mute presenze,
ai piedi del padrone o alla base di monumenti
funerari, a simboleggiare una fedeltà che sa
sfidare il tempo, preservandosi dopo la morte.
Questa interessante carrellata tra i documenti
visivi lasciatici dalla più remota antichità ai
nostri giorni, ci permette, oltre che osservare
specie oramai estinte, di valutare soprattutto la
dinamica del cane nella società: dalla
pastorizia fino alle dimore degli aristocratici,
dalle cacce primitive alle battute dei regnanti,
fino ai successi planetari che mezzi di
informazione di massa quali, cinema, fumetti e
televisione hanno consacrato personaggi amati da
grandi e piccini come Pluto (fig. 3), Lassie, Rin
Tin Tin ed i vivaci cuccioli di dalmata della
Carica dei 101, mentre anche la pubblicità
preferiva servirsi di un cane a sei zampe, fedele
amico di un uomo a quattro ruote (fig. 4).
fig 3 -
Pluto
fig
4 - Cane a sei zampe 
Nonostante una diffusione ubiquitaria in alcune
culture la figura del cane non è tenuta in
grande considerazione, anzi da ebrei e mussulmani
è ritenuto un animale impuro e
lappellativo cane costituisce
unoffesa tra le più gravi.
In Cina ancora oggi la sua carne viene mangiata
non solo per estrema necessità, ma esistono
addirittura degli allevamenti per soddisfare dei
gusti culinari per noi aberranti.
Nellarte occidentale invece la
rappresentazione del cane raggiunge vette di
poesia nel pennello di sommi artisti, che ne
scandiscono le sue tappe fondamentali: prima
utilizzato per la caccia e la custodia della casa,
quindi nella civiltà urbana, compagno di vita e
conforto nella solitudine, anche di personaggi
illustri abituati a comandare ed a vivere in
mezzo alla folla.
Sulle case romane dei ricchi troneggiava una
scrittacave canem (fig.5) per
intimorire i malintenzionati, ancora molto
diffusa e spesso il guardiano era tenuto alla
catena, per esaltarne laggressività. Una
barriera odiosa, quasi mai necessaria, spesso
associata a robusti collari, antenata di altri
tristi simboli di schiavitù: guinzagli e
museruole, che intristiscono lanimale e
minano alla base il sincero rapporto con
luomo. E catene irte di punte portavano i
gagliardi mastini napoletani(fig.6), che i
Romani utilizzavano, in gruppi di 4 o 5 per
catturare i cinghiali (fig.7) e gli stessi leoni.
Appena libero da questi opprimenti vincoli alla
sua libertà, il cane è felice e guizzante,
pronto a muoversi ed a scattare, unimmagine
di mirabile dinamismo che il sommo Dante seppe
immortalare in un solo verso:veltri che
uscisser di catena(fig.8).
fig 5 -
Cave cane
fig
6 - Bassorilievo mastino 
fig
7 - Caccia al cinghiale.
fig 8 -
Veltri 
Come
in tutti i legami affettuosi anche quello tra
luomo ed il cane ha i suoi momenti di
cedimento, che si manifestano, da un lato nella
vergognosa piaga degli abbandoni estivi e
dallaltro dai rari casi, nei quali
esemplari particolarmente aggressivi si avventano
su innocenti malcapitati, eccezionalmente anche
su familiari o bambini.
La selezione sulle razze ha dato luogo ad
esemplari di varie dimensioni e con
caratteristiche ben definite, permettendo ad ogni
padrone di scegliere quella più adatta alle sue
esigenze.
Il frutto di questo straordinario esperimento
genetico, realizzato in 15 millenni di incroci è
racchiuso in circa
70 centimetri. Essi
rappresentano la distanza che separa
laltezza al garrese del Chihuahua (fig.9)(mediamente
20 centimetri), il più piccolo del pianeta, da
quella dellIrish wolfhound (fig.10), il
più grande che può arrivare a
90 centimetri; in
mezzo oltre 300 razze derivate da ununica
specie: il lupo grigio (fig.11). Il genoma
canino, la cui mappatura è stata completata nel
2005, possiede alcuni geni correlati alle
dimensioni, la cui recente scoperta può portare
in breve a creare esemplari microscopici.
fig 9 -
Chihuahua
fig
10-IrishWolfhoundFrankBrendan 
fig
11 - Lupo grigio
Il poter scegliere la razza più adatta alle
proprie esigenze ha ulteriormente rafforzato la
possibilità di creare un rapporto affettivo: il
cacciatore può affidarsi ad un cane dal fiuto
prodigioso, alla pari del poliziotto che può
contare su un insostituibile alleato per scovare
la droga, la signora sofisticata può
tranquillamente seguire la moda con un cagnolino
formato mini, per la guardia personale o per
labitazione dà fiducia la stazza di un
rottweiler (fig. 12) o di un alano, mentre
dominano ancora la scena milioni di bastardini
con la loro prorompente carica di furbizia e con
limmutata capacità di affezionarsi
perdutamente e di comprendere i sentimenti
delluomo
fig 12 -
Attila
fig13
- Anubi 
fig
14 - Mummia di un cane (Londra, British Museum)
Il cane nellantichità - I graffiti
preistorici ci hanno tramandato limmagine
di un cane scattante e snello di corporatura,
adatto a snidare ed ad inseguire la preda:il
saluki o levriero persiano, che viveva in quella
fertile fascia geografica bagnata dal Tigri,
lEufrate ed il Nilo, abitata da antiche
civiltà, presso le quali i cani, nonostante la
pastorizia fosse molto diffusa, venivano
adoperati unicamente per la caccia e solo ai
nobili era permesso di possederli.
A volte erano sacrificati in riti propiziatori e
quasi sempre accompagnavano le anime
nellaldilà, simbolicamente, attraverso la
figura del dio Anubi(fig. 13), che presiedeva
allimbalsamazione dei cadaveri o
materialmente, come dimostrano alcune mummie di
cani(fig. 14) trovate al fianco dei potenti
padroni. Il faraone Tutankhamon amava farsi
ritrarre in compagnia dei suoi cani, come
testimoniato in alcuni affreschi o nel famoso
Ventaglio(fig. 15) ritrovato nella sua tomba ed
anche presso gli Assiri i reali avevano cani
poderosi, come testimoniato da una stele(fig. 16)
conservata al British museum. Anche civiltà
lontane geograficamente divinizzavano il cane,
come si evince da questa scultura di cane
messicano(fig. 17).
Da questa antica razza derivano gli odierni
Greyhounds apprezzati per lineguagliabile
velocità, accoppiata ad un portamento austero ed
elegante, salvo in alcuni casi
(fig. 18).

fig 15 - Ventaglio
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fig
16 - Stele assira (Londra, British Museum)
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fig
17 - Cane messicano (Londra, British Museum)
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Fig 18 - Greyhounds-italian-mating
Divenute oggi terre islamiche, nonostante il cane
non sia benvoluto nel mondo arabo, i saluki sono
considerati un dono di Allah al popolo e vengono
impiegati dai beduini per snidare le prede.
Nella civiltà greca era molto diffusa
agricoltura e pastorizia, per cui il cane trova
un utilizzo più ampio, ma il suo regno
privilegiato rimane la caccia, come ci tramandano
i tanti vasi dipinti, nei quali si evidenzia un
antico sodalizio ed in cui a volte compaiono cani
ringhiosi con i denti aguzzi bene in vista. E non
bisogna dimenticare il cane più famoso, Argo,
compagno di Ulisse in interminabili battute sulle
verdi colline di Itaca, prima di divenire
guardiano della casa in trepidante attesa del
ritorno del padrone, che Omero esalterà nei suoi
versi quando descrive lincontro dopo tanti
anni, facendoci comprendere il transfert
misterioso che lega aldilà dello spazio e del
tempo due creature in grado di riconoscersi in
una situazione drammatica e di gioire assieme.
E allora come sentì vicino Odisseo
Mosse la coda, abbassò le due orecchie
Ma non poté correre incontro al padrone
Ed il padrone, voltandosi si terse una
lacrima
Ed Argo, il fido cane, dopo che visto
Ebbe, dopo dieci e dieci anni, Odisseo
Gli occhi nel sonno della morte chiuse
Dopo il V secolo a.C. limmagine
dellamico fedele cambia ed al posto del
guizzante levriero compare un tipo più mansueto,
che scodinzola felice ed accompagna il padrone
dopo la morte, unusanza che possiamo
constatare nei gruppi statuari di tante tombe,
fino alletà gotica e rinascimentale.
Presso i Romani, popolo notoriamente bellicoso,
il cane si rende utile come guardiano del gregge
e della casa, ma anche in operazioni di guerra,
come ci racconta Shakespeare nel Giulio Cesare,
quando, rifacendosi a fonti dellepoca,
parla di cani lanciati contro il nemico(i
Galli), i quali a loro volta possedevano razze
particolarmente feroci che, munite di collari a
punta, si avventavano sui cavalli facendone
scempio e provocando cruenti corpo a corpo.
La presenza ubiquitaria del cane nelle case
romane trova conferma nei numerosi calchi (fig.19)
reperiti nella città di Pompei dopo
leruzione.
fig 19 - Calco di cane
da Pompei
Il cane nel medioevo Per quasi un
millennio vi fu una povertà diffusa con
interruzione delle vie di comunicazione, invase
dalla boscaglia, mentre branchi di cani affamati
costituivano un pericolo al pari dei lupi, un
vero incubo per gli animali domestici.
Nellarte paleocristiana e bizantina la
raffigurazione del cane diventa rara ad eccezione
delliconografia di san Bernardo, un
cistercense, il quale afferma più volte che non
si può amare il prossimo se non si ama il
proprio cane, di san Rocco, spesso rappresentato
con un grazioso cagnolino, lunico a
procurargli il cibo quando tutti lo abbandonarono
perché ammalatosi di peste o di San Cristoforo
cinocefalo (fig. 20).
fig 20 - San-Cristoforo-cinocefalo
Una grande personalità come San Domenico,
fondatore di uno degli ordini monastici più
prestigiosi, verrà spesso raffigurato alla
nascita con un cane pezzato, recante tra le fauci
una candela accesa, simbolo del fuoco che presto
avvamperà la stessa Chiesa.
Sarà poi Giotto in epoca tardo medioevale nella
cappella degli Scrovegni a fornirci
unimmagine di rara commozione con il cane
di Gioacchino che cerca di consolare il padrone
con uno sguardo di genuina intensità, un
riconoscimento alla sua disponibilità a stare
vicino alluomo nei momenti più difficili.
Dagli affreschi si passerà agli eleganti codici
miniati, nei quali compare una figura di cane
divenuto marchio di supremazia per i vari
signorotti adusi a dilettarsi in fantasmagoriche
battute di caccia e vedremo anche un revival di
catture di animali feroci come i leopardi in una
preziosa pergamena (fig. 21) di scuola francese
del XV secolo, conservata a Parigi nella
Biblioteca nazionale.
Un altro codice del museo Condé di Chantilly ci
permette di ammirare non solo varie razze diffuse
allepoca, quanto lattenzione da parte
dei padroni verso i loro compagni, che, anche se
ben trattati ed alimentati, non sono esenti dalle
malattie e necessitano perciò di essere curati (fig.
22). Nello stesso tempo vi è poi un altro libro
miniato ispirato alle punizioni infernali nel
quale cani mordaci sono alle prese con le parti
intime di alcuni dannati (fig. 23), ai quali
infliggono una orribile pena.
fig 21 - Caccia al
leopardo
fig 22 - Cure
veterinarie 
fig 23 - Punizioni
Il cane nellUmanesimo e nel Rinascimento
A partire dal Quattrocento il cane
comincia a trovare un posto fisso nelle case
borghesi, una vera e propria moda che interessa
in genere esemplari di piccola taglia,
immortalati in dipinti, anche di artisti famosi,
ai piedi della famiglia dei padroni o tra le
braccia di candide fanciulle e severe signore.
Naturalmente il levriero rimane il sovrano delle
cacce, amate dai nobili, alcuni dei quali
stranamente presentano dei nomi ispirati
allamico sincero: Castruccio Castracani(fig.
24), Cangrande della Scala, addirittura Mastino.
Alcune razze cominciano a specializzarsi per
confrontarsi con i cinghiali, mentre i collari di
protezione diventano sempre più preziosi e
decorati, accoppiati a volte a vere armature di
protezione. Anche ludito ed il fiuto
tendono a divenire più fini ed i bracchi sono i
preferiti per la caccia ai volatili, alle lepri e
alle volpi.
Alla corte di Francia vi erano splendide mute di
levrieri e di mastini, dei quali conosciamo,
grazie a pignoli inventari, nomi e genealogie ed
ai quali poeti cortigiani dedicavano commossi
epitaffi, quando cadevano nellespletamento
del loro lavoro. Una passione aristocratica che
sarà viva a lungo nella cultura cavalleresca
francese, come testimonia un aforisma di Robert
DHumieres di epoca successiva:Quando
i vecchi levrieri non cacciano, sognano di
cacciare.
La più spettacolare scena di caccia notturna ci
viene offerta da Paolo Uccello(fig. 25), nella
quale cervi e levrieri si confondono nel buio
della vegetazione, mentre cavalieri e battitori
si affannano freneticamente, anche se la perizia
dellartista riesce a bloccare lazione
in una atmosfera atemporale.
fig 24 - Castruccio
Castracani

fig 25 - Caccia notturna
Anche liconografia religiosa partecipa
allesaltazione delle virtù canine, come
nella celebre tela del Pisanello, già autore di
una splendida museruola (fig. 26), raffigurante un
prode cavaliere, condotto nel buio di una selva
da un cervo, le cui corna si trasformano
improvvisamente in un crocifisso (fig. 27),
segnando una conversione del nobile, il quale da
allora assume il nome di S. Eustachio e diviene
il patrono dei cacciatori. Alla scena sono
presenti cani di razze differenti, di solare
bellezza e dalla corporatura slanciata, ignari
del prodigio che avviene sotto i loro occhi.
fig 26 - Museruole
fig 27 - Visione
Pisanello
fig 28 - Nastagio degli
Onesti
Unaltra scena imperniata sulla ferocia
canina è la trasposizione tragica di una novella
del Boccaccio, Nastagio degli Onesti, operata dal
Botticelli in un ciclo celeberrimo, con denti
aguzzi conficcati nella tenera carne di una
fanciulla ignuda(fig. 28), colpevole di aver
rifiutato le profferte amorose di un temerario
cavaliere.
Durante il Rinascimento si afferma sempre più il
cane da tenere in grembo, una prerogativa delle
ricche ed annoiate signore dellaristocrazia
e leco di questa diffusa abitudine trova
riscontro, non solo nelle tele dei pittori, ma
anche in letteratura, dove più o meno scalcinati
poeti di corte attestano il successo della nuova
moda con versi paludati ed adulatori.
Anche opere celebri come il Cortigiano, una sorta
di galateo dellepoca, fornisce opportuni
consigli su come accarezzare il proprio cane in
pubblico. Distrattamente, ma avendo cura di
toccarlo nei punti per lui più piacevoli.
Cominciano ad essere stampati trattati di
veterinaria dedicati esclusivamente al cane e tra
questi possiamo ricordare nel 1547 quello di
Sforzino da Carcano, uno studioso veneziano o
lAlcone, frutto delle conoscenze
sullargomento di Girolamo Fracastoro,
tradotto dal latino in molte altre lingue.
Anche allestero sono pubblicati libri
specializzati come il De Venatione libri III da
parte del Manunzio, i Praecepta educationis
regiae, con un capitolo dedicato alla caccia ed
alle malattie dei cani e in controtendenza un
trattato Der Jagdteffel, nel quale la caccia
viene vista come unattività diabolica
aizzata da Satana in persona.
Alla corte dei Gonzaga a Mantova, Isabella
dEste dà incarico ai poeti di corte di
commemorare in una serie di sonetti la morte
della sua cagnolina Aura, precipitata da un
davanzale nel tentativo disperato di sottrarsi
alle insistenti profferte sessuali di un focoso
randagio.
Tra i pittori Tiziano, sincero estimatore del
cane, lo colloca in numerosi suoi dipinti a fare
compagnia ad adulti e bambini, intriganti
fanciulle nude e potenti imperatori.
Naturalmente per ogni occasione sceglie una
tipologia diversa, a partire dal suo autoritratto,
posto sotto un esemplare da caccia
nellAllegoria della prudenza, per
proseguire con limperatore Carlo V che
accarezza il garrese di un molosso irlandese
incuriosito impudentemente del suo poderoso
parapalle(fig. 29), la piccola Clarice Strozzi
divide il dolce con il suo minuscolo compagno di
giochi, la prosperosa Venere sdraiata(fig. 30),
nel capolavoro conservato agli Uffizi, si lascia
placidamente ammirare da un distratto epagneul o
cerca disperatamente di trattenere presso di sé
Adone in partenza per una fatale battuta al
cinghiale nella quale troverà la morte ed infine
limpaurito bambino smarrito nel bosco
troverà conforto alla sua paura nello sguardo
rassicurante di un cane di grossa taglia, che
osserva intenerito una cucciolata alle prese con
un competitivo allattamento.
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fig
30 - Venere di Urbino 1537 (Firenze Uffizi)
fig
29 - Ritratto di Carlo V (Madrid, Prado)
Numerosi sono i dipinti dedicati al tema e non
possono essere segnalati tutti, ma vogliamo
almeno ricordare il celebre Cacciatori nella neve
di Pieter Brueghel il vecchio, in cui una serie
di cani, stanchi ma soddisfatti, ritornano a casa
con i padroni in un gelido paesaggio nordico, la
tela di Jacopo da Bassano conservata al Louvre,
dove i cani rappresentati hanno la dignità di un
ritratto con il carattere evidenziato con cura,
luno placido, laltro iracondo ed
infine la Diana della scuola di Fontainebleau,
somma personificazione della caccia, con arco e
faretra ed in compagnia del suo agile levriero
che si avvia verso la foresta.
Il cane tra Seicento e Settecento - Una novità
che compare in Inghilterra durante il regno di
Elisabetta è la corsa dei cani con relative
scommesse. Essa favorirà la selezione di una
razza dalle caratteristiche adatte alla velocità,
anche se meno elegante degli aristocratici
levrieri, padroni delle battute di caccia, che
lentamente tendono a scemare, soprattutto verso
le prede di maggiori dimensioni.
Cominciano a divenire frequenti cani di taglia
sempre più piccola, agghindati dalle vezzose
proprietarie con fiocchi, nastrini colorati ed a
volte anche preziosi gioielli. Nello stesso tempo
compaiono, immortalati nelle tele di giganti
della pittura, anche enormi esemplari,
apparentemente mansueti, come la femmina di
mastino(fig. 31) in compagnia del nano di corte
don Antonio, detto linglese, attribuita al
Velazquez o il bestione(fig. 32) che il pennello
di Van Dick ritrae assieme ai figli di Carlo I.
fig 31 . Velazquez
fig 32 - Van Dyck
Anche la letteratura si interessa dei cani ed un
filosofo Justus Lipsius dedica ad essi un vero
trattato, con accurate descrizioni di ogni razza,
divenute oramai numerose come si evince in un
celebre quadro(fig. 33) di scuola fiamminga, dove
una cameriera porta a passeggio quelli del suo
padrone, puntigliosamente indicati sulla tela o
in uno studio di Jan Brueghel il vecchio(fig. 34),
conservato a Vienna.
fig 33 - Scuola
fiamminga
fig 34 - Brueghel
Rembrandt
non avrà ritegno di rappresentare il fedele
amico delluomo nellespletamento di un
suo improcrastinabile bisogno fisiologico(fig. 35)
quasi a sottolinearne la spontaneità e la
mancanza di ipocrisia.
Molti pittori infilano il proprio cane nei quadri
che eseguono, tra questi Pacecco De Rosa, il
quale fa comparire il muso del suo dalmata(fig.
36) in molte composizione, al punto che la
critica più avvertita è in grado di valutarne
lautografia riconoscendone la presenza.
fig 35 - Rembrandt 
fig 36 - Pacecco
Anche il sommo Caravaggio porrà nellunico
suo affresco, nel casino Boncompagni Ludovisi, un
grintoso Cerbero a guardia dei suoi genitali (fig.
37), esposti con nonchalance, pur se nelle vesti(si
fa per dire) di una divinità. Ed il celebre cane
è presente anche in uno dei capolavori assoluti
della scultura, il Ratto di Proserpina (fig. 38)
del Bernini, dove, con le sue tre teste dalle
fauci spalancate, latra ad aumentare la violenza
del rapimento scolpito nel marmo.
Ed infine tra i vertici della pittura profana del
Seicento vi è la Caccia di Diana (fig. 39)
eseguita dal Domenichino e conservata alla
Galleria Borghese, nel quale, in un panorama
bucolico reso scintillante dai corpi ignudi di
focose fanciulle, si sottolinea il contrasto di
carattere tra due levrieri, uno mansueto intento
ad abbeverarsi, mentre il compagno, più feroce,
a stento viene trattenuto nella sua irruenza da
una robusta ninfa.
fig 37 - Caravaggio 
fig 38 - Bernini
fig 39 - Domenichino 
fig
40 - Autoritratto (Londra, Tate Gallery)
Il Settecento è secolo frivolo e mondano per
eccellenza ed anche ai cani vengono riservate
particolari attenzioni: cucce imbottite, vestiti
vezzosi, oltre naturalmente a ripetute carezze e
bocconcini prelibati.
Hogarth, tra i massimi esponenti della pittura
inglese, è un amante dei pugs, destinati ad
avere grande diffusione e Trump, il suo preferito
viene ritratto al fianco del padrone (fig.40)
Poiché un critico ebbe lardire di
dichiarare che il dipinto non gli piaceva, Hogarth in unaltra sua tela raffigurò
Trump mentre ingialliva di pipì le pagine di un
volume dellimpertinente stroncatore.
Uno specialista di fama Jean Baptiste Oudry,
pittore alla corte di Luigi XV, ritrae i cani
della nobiltà (fig.41), umanizzando nelle sue
rappresentazioni le fattezze di quegli splendidi
esemplari che possedevano tutti un nome, a volte
altisonante e si distinguevano per carattere ed
abitudini.
fig 41 - Oudry
fig 42 - Progetto
Viene dedicata grande attenzione alla toilette ed
alla passeggiata quotidiana, per la quale è
delegato un canettiere, una sorta di
dog sitter ante litteram, impegnato nella cura e
nelladdestramento. Sorgono anche dei canili
dotati di ogni confort e di ampi spazi, come si
evince da questo progetto (fig.42) dovuto alla
penna di un celebre architetto.
Nello stesso tempo sorgono sontuosi monumenti
funerari con esplicative epigrafi (fig.43) a
rinvangare il desiderio di immortalità esteso a
tutti i viventi ed il legame indissolubile tra
luomo ed il suo fedele amico. Una vera
rivoluzione rispetto alla rappresentazione nelle
tombe medioevali, dove il cane vegliava sul sonno
eterno del padrone, mentre ora è un omaggio
delluomo verso il compagno di tante ore
liete trascorse assieme.
fig 43 - Monumento
La letteratura scientifica dedica quasi
unode alla razza canina attraverso le
parole del celebre naturalista Georges Buffon,
che nelle pagine della sua monumentale Histoire
Naturelle gli attribuisce tutte le
qualità interiori che possono attrarre lo
sguardo delluomo.
Anche il Parini ci ha lasciato
sullargomento una spiritosa satira dedicata
ad una dispettosa cagnetta di una famiglia nobile
ed altezzosa.
Tra le vette dellarte vi è la movimentata
composizione scultorea eseguita da Paolo Persico
e Tommaso Solari nei giardini del Palazzo Reale
di Caserta dedicata alla leggenda di Atteone
trasformato in cervo e divorato dai suoi cani( fig
44), reo di aver ammirato le splendide fattezze
di Diana mentre faceva il bagno nudo con le sue
ninfe, anche loro rigorosamente nature.
Reynolds, celebre ritrattista, in grado con
unacuta introspezione psicologica di
indagare la personalità dei soggetti raffigurati,
in questo allegro dipinto seppe cogliere il
rapporto affettuoso tra una bambina ed il suo
cucciolone (fig.45).

fig 44 - Fontana di
Diana e Atteone
fig 45 - Reynolds
Alle scattanti masse muscolari degli esemplari da
caccia, gli artisti del Settecento prediligono i
batuffoli pelosi ed intriganti, compagni di
delizie di damine leziose e scollacciate nel
segreto delle loro alcove. Boucher e Fragonard si
affacciano incuriositi tra i boudoir e fissano
sulla tela i giochi maliziosi tra cagnetti
infiocchettati e dalla lingua agile e penetrante
e fanciulle discinte e giocherellone.
Licona incontrastata di questa complicità
è offerta dalla Gimblette (fig.46)di Honorè
Fragonard dove un cagnolino si intrattiene
piacevolmente con una padroncina audace con le
gambe allaria ed il seno scoperto in giochi
voluttuosi ed inconfessabili.
A partire dallOttocento il cane diventa
sempre più compagno delluomo nella sua
casa e di questa trasformazione è attento
testimone il Goya, al quale non sfuggono i
termini di questo cambiamento di status del
nobile animale. Egli ritrae i coraggiosi
esemplari che osano sfidare il toro
nellarena ed i docili cagnetti vestiti e
profumati a passeggio con dame svampite.
fig 46 - Fragonard
Anche scrittori e poeti gareggiano nel cantare le
lodi del cane da Dickens a Kipling, da Baudelaire
ad Hugo, che raggiungeranno lapice nelle
emozionanti pagine di Jack London, dove vengono
narrate epiche battaglie tra cani e lupi.
In Inghilterra le prime mostre canine sono
loccasione per padroni vanitosi di esaltare
le caratteristiche dei loro protetti, che vengono
preparati con cura per lesposizione. Ci
sono esemplari per tutti i gusti e di tutte le
dimensioni (figg. 47 - 48 - 49).
fig 47
fig 48
fig 49
Anche
Renoir, celebre per i suoi nudi sensuali, volle
ritrarre il suo cane(fig. 50) al quale era
affezionatissimo, mentre Courbet saprà unire le
due iconografie nel suo malizioso dipinto(fig. 51)
conservato a Parigi al museo dOrsay, dove
il contrasto tra la voluttà della fanciulla
nature e la candida innocenza del barboncino
bianco colpisce per la disinibita schiettezza del
rapporto, che ripropone in chiave moderna un tema
principe della storia dellarte.
.jpg)
fig 50 - Renoir - Testa di un cane (Wahington, National Gallery
of Art)

fig 51 - Courbet

fig 52 - Reifurt
Specialisti come Reisfurt sapranno cogliere
attraverso lespressività degli occhi (fig.
52 )il carattere del cane: allegro, pensieroso,
malinconico.
Sul finir del secolo Nipper, un vivace cagnolino,
ottenne un successo travolgente, che dura da
oltre un secolo, con la sua immagine accanto ad
un grammofono(fig. 53) dal quale fuoriesce la
Voce del padrone, un marchio tra i più famosi.
Il Novecento sarà un secolo percorso da passioni
e soprattutto da guerre e sconvolgimenti sociali
ed il cane sarà un comprimario di rango in tutti
questi avvenimenti: mascotte di reggimento, ma
anche addestrato a fungere da kamikaze contro le
truppe nemiche. I potenti della Terra saranno
sempre in compagnia dei loro fedeli compagni dal
bull-dog di Churchill, immortalato in numerose
caricature, a Blondie(fig. 54 ) il pastore
tedesco amato da Hitler più di qualsiasi essere
vivente, che condividerà con lui lultima
notte da incubo nel bunker della Cancelleria di
Berlino.
fig 53 La voce del
padrone
fig 54 - Blondie 
.jpg)
fig 55 - Balla - Dinamismo di un cane al guinzaglio (Buffalo,
Albright-Knox Art Gallery)
Il fumetto ed il cinema cominciano ad affiancarsi
allarte ed alla letteratura attraverso
figure dal successo planetario come Pluto(fig. 3)
o Snoopy, protagonista dei Peanuts,Lassie e Lilli,
il gigantesco Beethoven e lastuto Rin Tin
Tin, una vera cascata di cuccioloni in grado di
divertire i bambini e far rilassare gli adulti.
Le avanguardie artistiche non trascurano
limmagine del cane a partire da Balla, che
imprime un prodigioso dinamismo ad un vivace
bassotto dalla scoppiettante vitalità,
amplificata dalla gonna svolazzante della padrona
e dal roteare del guinzaglio(fig. 55),
precorrendo una salutare contaminazione tra
cinema e pittura.
Altri artisti come Dix esalteranno gli aspetti
più ferini del cane, evidenziando in questo
splendido pastore tedesco(fig. 56) i denti aguzzi,
le orecchie attente e la lingua sporgente, in
contrasto collaspetto mite del padrone,
mentre la simpatica analogia tra gli eleganti
cani da passeggio e queste truccatissime
peripatetiche(fig. 57), passeggiatrici di
professione, sarà messa in mostra dal van Dongen,
un artista olandese trasferitosi a Parigi nel
vitaiolo quartiere di Montmartre.
fig 56 - Dix
fig 57 - Peripatetiche
Sempre Dix, acuto dissacratore dei costumi dei
contemporanei, ci ha lasciato una cruda immagine
delle nefaste conseguenze della guerra: un tronco
umano di un reduce cieco e privo degli arti (fig.58), costretto ad elemosinare davanti ad una
folla distratta ed a subire lumiliazione da
parte di un inconsapevole bassotto, che gli urina
contro a simboleggiare il disprezzo generale. Un
urlo disperato contro le follie delluomo,
che trasforma questo relitto umano in uno
splendido eroe contro tutte le guerre.
Luomo moderno scopre la solitudine, un
sentimento antico, divenuto paradossale nelle
affollate metropoli del Novecento e si accorge di
vivere in una dimensione sospesa, avulsa dalla
realtà, come questo cane affettuoso (fig.59),
colto da Carrà in un momento di slancio e
raffigurato sulla tela con un severo nitore
geometrico, che richiama Giotto e Paolo Uccello e
con il manto di un improbabile rosso intenso per
contrastare il verde azzurro del gelido pavimento.
fig 58 - Mutilato.
fig 59 -Carra le figlie di Loth 
Il cane dei nostri giorni - Con la nostra
carrellata siamo oramai giunti ai nostri giorni
con immagini di artisti, con i numerosi racconti
che affollano gli scaffali delle librerie, spesso
di anonimi padroni che si improvvisano scrittori
per esaltare ed immortalare le gesta dei loro
amati compagni scomparsi, con foto che dimostrano
come i cani, anche delle razze ritenute più
aggressive possano fraternizzare con i bambini ed
infine, mi sia permesso, con un ricordo dei miei
rottweiler: Lady, Athos e Porthos.
Un sottile erotismo che abbiamo visto nei secoli
scorsi con Fragonard e Courbet insinuarsi
prepotentemente nel rapporto affettivo tra cane e
padrona, continua ad essere un tema prediletto
degli artisti moderni come Picabia, che,
irriverente e rivoluzionario, trasferisce spesso
nelle sue opere le icone del suo tempo, operando
una salutare contaminazione tra pittura, cinema e
fotografia. Egli possedeva una cagnetta Ninie, ma
in questo quadro ritrae un poderoso bulldog, che
si bea delle carezze di una stupenda e sensuale
fanciulla nuda (fig. 60), mentre unaltra,
dallo sguardo perso nel vuoto, sembra attendere
il suo turno di coccole reciproche.
figura 60 - Picabia.
Lucien Freud, nipote del grande Sigmund, ritrae
la sua prima moglie in profonda simbiosi con il
suo bull terrier (fig. 61), che sonnecchia
placidamente. Egli appartiene ad una razza molto
affettuosa e stabilisce unintesa molto
stretta con la padrona, la quale, sicura della
sua mansuetudine, sembra offrirgli un seno smunto
ed esangue, di un biancore evanescente. La donna
come a volte coloro che cercano nel cane, amico
fedele per antonomasia, conforto alla solitudine,
è affetta da unangoscia ed un dolore
spirituale, ben distinto da quello fisico aduso a
tormentare il corpo, un mal di vivere che assilla
la sua anima e che troverà tra i moderni altri
cantori in Francis Bacon ed Alberto Giacometti.
fig 61 - Freud 
Abbiamo visto come le terapie veterinarie
risalgano al medioevo, ma oggi, con
laumentato benessere economico, sempre più
spesso i nostri amici vengono seguiti e curati. E
lo dimostra questa deliziosa scenetta dipinta da
Rockwell, nella quale un bambino tiene in grembo
il suo cagnolino, affetto da un incipiente mal di
denti, mentre barboncini, alani e levrieri lo
puntano incuriositi (fig.62).
A volte delle vezzose cagnoline assurgono a
modelle e si tramutano in personaggi famosi della
cronaca e della storia tra grottesco e surreale,
come questo weimaraner (fig.63)divenuto una
celebrità televisiva grazie agli scatti del suo
press agent, Wegman, fotografo americano.
fig 62 - Studio
veterinario
fig 63 - Modella
A guardia del Guggenheim museum di Bilbao è
posto un variopinto cucciolo di terrier (fig. 64), Puppy, creato da Jeff Koons, un quotato
specialista del kitsch, che alcuni ricorderanno
come il marito di Ilona Staller, pornostar ed
onorevole radicale, più nota come Cicciolina. La
gigantesca struttura è composta da unanima
di acciaio sulla quale sono poste una miriadi di
piante colorate, tra le quali spiccano begonie e
petunie.
E mentre le statistiche ci informano che gli
Italiani hanno speso lanno scorso per cani
e gatti 1500 milioni di euro per nutrirli e 56
milioni per gli indispensabili accessori:
spazzole, giochi, collari, la scienza, dopo aver
identificato la mappa cromosomica canina, ha
stabilito, grazie ad approfondite indagini
genetiche, che lorigine del nostro amico è
in Medio oriente e non in Cina od in Europa, come
si credeva in precedenza e lantenato il
lupo grigio selvatico (fig. 11), non molto diverso
da un suo baldo discendente immortalato dal suo
padrone, pittore dilettante (fig. 65)

fig.64 - Guardiano
fig.65 - Pastore
Laika (fig.66) è un nome universalmente noto ed
è legato ad una delle più entusiasmanti
avventure delluomo: lesplorazione
dello spazio, compiuta dalleroica cagnetta
a bordo di uno dei primi Sputnik.
E rimanendo a Mosca, davanti ad una stazione
della metropolitana osserviamo questo rudimentale
monumento funerario(fig.67) innalzato a Malchik,
un innocuo bastardo che viveva vicino ai binari,
amato dai frettolosi frequentatori
dellunderground ed ucciso da una elegante
quanto crudele modella, infastidita dal suo
abbaiare. Una feroce coltellata che ha indignato
migliaia di persone, che hanno voluto innalzare
la piccola statua, la cui foto ha fatto il giro
del mondo sulle pagine dei principali quotidiani
dal Financial Times al Corriere della Sera.

fig 66 - Laika
fig 67 - Monumento
funerario
Cani e bambini - I cani amano i bambini e se non
si ingelosiscono sono i loro amici più sinceri,
instancabili compagni di gioco. Abbiamo raccolto
decine di foto, ad inconfutabile dimostrazione di
questo asserto, vi mostriamo le più birichine(fig.
68 69 70 71 72 - 73
74).

figura
68 - Gelato in due

figura 69 - Calmati che ti lecco

figura 70 - Bacio con la lingua

figura 71 - Guardiano incorruttibile

figura 72 - A spasso insieme

figura 73 - Giochiamo beati

figura 74 - Incontro ravvicinato
La scienza ed i cani - Anche la medicina si è
servita del rapporto affettuoso che viene ad
instaurarsi tra luomo ed il cane per fini
terapeutici; è così nata la pet terapy, molto
utile per alcuni pazienti affetti da turbe
comportamentali o che necessitano di
riabilitazione motoria e psichica. Nello stesso
tempo le moderne indagini diagnostiche,
dallecografia alla tac, sono oggi a
disposizione nei centri veterinari più
attrezzati.
La clonazione, il sogno proibito di immortalità
delluomo, è già applicabile per i cani;
infatti, dopo i primi esperimenti sui gatti, in
America basta voler spendere 25.000 dollari per
avere una copia conforme del proprio Fido. Il
carattere potrebbe essere diverso, ma si può
ragionevolmente pensare che, essendo il
patrimonio genetico identico e le condizioni
ambientali uguali alle precedenti, la speranza di
poter vivere altri anno col nostro fidato amico
può non essere vana.
Purtroppo i nostri amici vivono meno di noi, il
loro orologio biologico è tarato in maniera
diversa: un anno per un cane equivale a sette
anni per noi. Solo la clonazione può ovviare a
questa dura legge naturale.
E voglio concludere questo viaggio riproponendo
un mio scritto, intriso di malinconia, ma anche
di amore smisurato, composto allindomani
della morte dellultimo dei miei cani, prima
che Attila riempisse il vuoto nel mio cuore.
figura 75 - Lady.
figura 76 - Lady nel
1996 
Non avrei mai potuto immaginare che
larrivo in casa mia di una cucciola di
rottweiler, regalo di una ragazza a mio figlio,
potesse cambiare negli anni così profondamente
non solo la mia vita, ma soprattutto il modo di
relazionarmi col mondo ed il mio metro di
giudizio del prossimo. Era il 1994 ed avevo
sempre avuto un sacro terrore dei cani da quando,
giovanissimo, avevo trascorso unintera
notte sul tetto di unauto per sfuggire alla
furia di un randagio di grosse dimensioni e anche
altri incontri ravvicinati non erano stati
particolarmente felici, per cui non accolsi con
entusiasmo lingresso in famiglia di un
esemplare, per quanto di pochi mesi, di una razza
notoriamente feroce. Lady (fig. 75)fu relegata
nel sottoscala ed abbaiava disperata durante le
poche visite che gli dedicavamo; decidemmo di
trasferirla in giardino, ma i rigori
dellinverno contribuirono a farla ammalare
e fu necessario il ricovero: cimurro fu la
diagnosi e la prognosi purtroppo riservata.
Partimmo per Roccaraso, ma ogni sera telefonavo
alla clinica veterinaria per avere notizie, che
peggioravano giorno dopo giorno, fino a quando mi
dissero:Non vi è più speranza,
interrompiamo la terapia?
Assolutamente no, se esiste un dio dei cani
la aiuterà. Ed il miracolo
avvenne,
durante la notte Lady ebbe un miglioramento
decisivo ed il giorno successivo potemmo andare a
riprenderla completamente guarita. La nostra
famiglia da quel giorno divenne più numerosa(fig.
76) e con Lady stabilimmo unintesa perfetta:
mangiava a tavola con noi, un boccone a me ed uno
a lei e dormiva la notte al mio fianco su di un
variopinto tappetino persiano. Capiva ogni mio
pensiero e quando ero di cattivo umore si
accoccolava vicino e rimaneva immobile. Divenuta
signorina la feci accoppiare con un cane campione:
Shark e nacquero nove cucciolotti, per il poco
latte uno soltanto sopravvisse, Athos(fig. 77),
che divenne il suo compagno inseparabile. Durante
i periodi di calore, per impedire nuove
gravidanze, Lady passava la giornata con me nello
studio e solo la sera, attraverso unentrata
di servizio, tornava a casa, rimanendo sempre a
distanza di sicurezza dallardore sessuale
di Athos. Nonostante i miei severi controlli
censori ad un certo momento il suo addome
cominciò a crescere e condussi la cagna dal
veterinario, il quale perentorio dichiarò:
Si tratta di una gravidanza immaginaria nella
pancia vi sono semplicemente dei gas.
Sapendo che i medici in genere poco capiscono
sottoposi Lady ad unecografia nel mio
studio e non mi meravigliai più di tanto nel
vedere una serie di piccole colonne vertebrali
intrecciate tra di loro. Facemmo appena in tempo
a rincasare che cominciò il travaglio e questa
volta i nuovi abitanti della terra furono sei,
quattro dei quali arrivarono a tre mesi. Erano
magnifici, scorazzavano nel giardino della villa
di Ischia con i genitori, ma nonostante tutte le
vaccinazioni, un brutto giorno contrassero la
parvo virosi, una malattia che raramente perdona
e cominciò un calvario durato quasi venti giorni.
Era necessario sottoporre i cuccioli ad
ipodermoclisi tre volte al dì, per cui ogni
giorno la spola da casa al veterinario avveniva
dodici volte. Il compito sulle mie spalle e su
quelle del fido cameriere autista Summit. Dopo
una settimana morì il primo cucciolo, seguito
dopo tre giorni dal secondo e dopo cinque dal
terzo; resisteva solo Porthos, anche se le
speranze erano ridotte al lumicino. Passati
diciotto giorni il cane cominciò a bere e
lindomani ad alimentarsi, era guarito. Dopo
tanti sacrifici e quattro milioni di spese, mia
moglie pensava ancora che io regalassi il
cucciolo, ma oramai non potevo più separarmi da
lui. Ci furono mesi di diverbi continui, durante
i quali Porthos(fig. 78) visse con me nello
studio, che subì una devastazione in piena
regola, dalle tende ai tappeti. Durante i fine
settimana veniva a trovare i genitori, ma il
lunedì di nuovo via, fino a quando Elvira,
resasi conto di quando io ci tenessi al cane,
acconsentì al suo definitivo ingresso in casa
nostra. Furono anni di grande impegno: tre cani
di quella razza fanno branco e sono difficili da
gestire, soprattutto destate, quando per
trasferirli ad Ischia era necessario fare tre
trasporti in auto allandata e tre al
ritorno. Anche i nostri viaggi, fino allora
frequenti, si interruppero, perché la mia
costante presenza era necessaria. Ma le
soddisfazioni, almeno per me furono altrettanto
grandi. I tre cani erano temuti ed ammirati da
tutti e con la sola presenza e qualche sporadica
abbaiata facevano la guardia alla nostra villa,
tenendo alla larga in egual misura
malintenzionati e visitatori inopportuni.
Lansia, i momenti di solitudine, la
tristezza venivano mitigati dalla presenza
affettuosa di questi veri ed unici amici
delluomo. Tutti possono tradirti, dalle
donne ai figli, ma il cane sarà sempre al tuo
fianco e la sua fedeltà aumenterà nel tempo a
dismisura, senza che quasi tu te ne avveda, come
un fiume che acquista potenza nei pressi di una
cascata. Furono anni felici, ma il tempo degli
animali scorre più velocemente di quello degli
uomini e Lady, dopo aver imbiancato i peli del
muso, si ammalò di piometra e fu necessario
sottoporla ad un intervento chirurgico. Il
decorso post operatorio fu difficile e necessitò
un ricovero in una clinica veterinaria, dove
giunse in condizioni disperate. Rimase degente
per vari giorni, durante i quali non la lasciai
sola un minuto, né di giorno, né di notte. Tra
i medici che si alternavano al suo capezzale ve
ne fu anche uno arabo, che riconobbe in essa la
cagna miracolata dieci anni prima ed ancora
ricordava la mia frase sul dio dei cani. Per
quanto islamico aveva meditato più volte negli
anni sulle mie parole e mi invitò anche questa
volta ad invocare questa sconosciuta quanto
potente divinità. Dopo una settimana Lady guarì
e potemmo tornare a casa. I veterinari
riconobbero che la guarigione era avvenuta grazie
alla mia costante presenza: i cani malati quando
si vedono abbandonati dai padroni in un ambiente
estraneo si lasciano quasi sempre morire.
Purtroppo dopo un anno, oltre allincalzare
delletà, la vecchia infezione si
ripresentò, questa volta in maniera subdola:
ricominciò landirivieni quotidiano con la
clinica, le fleboclisi, ma non ci fu niente da
fare, mentre eravamo tutti a tavola, Lady, con un
rantolo soffocato, ci lasciò per sempre. Il mio
dolore fu immenso, versai lacrime in misura
superiore a quando avevo perso i miei genitori ed
il vuoto che si è creato è rimasto incolmabile
a distanza di anni. Mi rimanevano gli altri due
cani, che da quel giorno non fecero che litigare,
costringendomi a tenerli separati. Athos da tempo
zoppicava e non era più il capobranco vigoroso
di una volta, Porthos ne approfittava
attaccandolo spesso alle spalle, per rifarsi
degli anni in cui era stato succube. A distanza
di un anno e mezzo, mentre eravamo ad Ischia, in
pochi giorni si aggravò e si spense dopo una
notte di guaiti disperati. Ora riposa lì,
lontano da Lady, con un ibiscus che gli fa
compagnia. Rimasto solo Porthos, che era stato
sempre di una vivacità devastante, divenne
triste e melanconico. Passava gran parte della
giornata al mio fianco, mentre lavoravo al
computer e per ore gli carezzavo amorevolmente la
testa. Non aveva alcun disturbo, per cui quando
una mattina di un giorno che vorrei non fosse mai
scoccato lo trovai disteso immobile vicino
allingresso di casa, credevo dormisse beato.
Invece la morte lo aveva ghermito nel sonno
allimprovviso e se lo era portato via.
Lunico conforto quello di riposare per
sempre al fianco della mamma tra i fiori del mio
giardino. Per tante notti sentendo
labbaiare di un cane lontano mi svegliavo
di soprassalto, sperando che fosse il mio. Non
riesco ragionevolmente a credere che di questi
miei amici sia rimasto solo il ricordo che
porterò per sempre nel mio cuore, mentre i loro
corpi hanno subito il triste destino di tutti i
viventi: il disfacimento. Tra i credenti gli
induisti si dimostrano meno orgogliosi dei
cristiani, che nella loro smisurata superbia
immaginano un mondo ultraterreno soltanto per gli
uomini, mentre i loro fratelli orientali
riconoscono, attraverso la reincarnazione, un
percorso di purificazione per tutti i viventi
senza esclusione alcuna, inclusi animali e piante.
Si tratta senza dubbio di una visione più
rassicurante dettata da unantica saggezza e
nello stesso tempo di sconvolgente attualità,
come hanno confermato le moderne ricerche della
chimica e della fisica. Mi piace immaginare che
anche ai più fedeli amici delluomo sia
concesso di vivere in eterno e non solo nella
memoria dei loro padroni. Certamente Lady vivrà
per sempre nel mio cuore, Athos, un vero amico,
non sarà mai da me dimenticato, soprattutto ora
che, scomparso Porthos, sono veramente solo.
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figura
77- Athos
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figura
78 - Porthos.
Achille
della Ragione
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