Storia del cane tra
arte, letteratura e fedeltà
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Tra
luomo ed il cane da 15.000 anni esiste
unamicizia indissolubile, un patto di
alleanza non scritto, un dare ed avere
disinteressato, un rapporto tra specie diverse
che non ha eguali nel mondo animale. fig 1 cerbero Faranno eco alle testimonianze artistiche i brani della letteratura, anche essi densi di esaltazione per lamico a quattro zampe, senza dimenticare alcuni lati oscuri legati alla remota origine dal lupo, narrati nelle leggende dei licantropi o nel temuto Cerbero (fig. 1), il mostruoso essere con tre teste, che la mitologia greca pone a custode degli Inferi e che Dante ha reso celebre nei versi della Divina Commedia. fig 2 - Ulisse ed Argo Poesia e prosa sono in grado di descrivere la
relazione tra cane ed uomo diluita nel tempo e
nello spazio, come nel famoso caso di Argo ed
Ulisse (fig. 2), mentre le arti figurative
debbono necessariamente fermare unimmagine,
anche se significativa. Avremo perciò un
susseguirsi di carezze, ma anche di mute presenze,
ai piedi del padrone o alla base di monumenti
funerari, a simboleggiare una fedeltà che sa
sfidare il tempo, preservandosi dopo la morte. fig 3 - Pluto fig 4 - Cane a sei zampe Nonostante una diffusione ubiquitaria in alcune
culture la figura del cane non è tenuta in
grande considerazione, anzi da ebrei e mussulmani
è ritenuto un animale impuro e
lappellativo cane costituisce
unoffesa tra le più gravi. fig 5 - Cave cane fig 6 - Bassorilievo mastino fig 7 - Caccia al cinghiale. fig 8 - Veltri Come
in tutti i legami affettuosi anche quello tra
luomo ed il cane ha i suoi momenti di
cedimento, che si manifestano, da un lato nella
vergognosa piaga degli abbandoni estivi e
dallaltro dai rari casi, nei quali
esemplari particolarmente aggressivi si avventano
su innocenti malcapitati, eccezionalmente anche
su familiari o bambini. fig 9 - Chihuahua fig 10-IrishWolfhoundFrankBrendan fig 11 - Lupo grigio Il poter scegliere la razza più adatta alle proprie esigenze ha ulteriormente rafforzato la possibilità di creare un rapporto affettivo: il cacciatore può affidarsi ad un cane dal fiuto prodigioso, alla pari del poliziotto che può contare su un insostituibile alleato per scovare la droga, la signora sofisticata può tranquillamente seguire la moda con un cagnolino formato mini, per la guardia personale o per labitazione dà fiducia la stazza di un rottweiler (fig. 12) o di un alano, mentre dominano ancora la scena milioni di bastardini con la loro prorompente carica di furbizia e con limmutata capacità di affezionarsi perdutamente e di comprendere i sentimenti delluomo fig 12 - Attila fig13 - Anubi fig 14 - Mummia di un cane (Londra, British Museum) Il cane nellantichità - I graffiti
preistorici ci hanno tramandato limmagine
di un cane scattante e snello di corporatura,
adatto a snidare ed ad inseguire la preda:il
saluki o levriero persiano, che viveva in quella
fertile fascia geografica bagnata dal Tigri,
lEufrate ed il Nilo, abitata da antiche
civiltà, presso le quali i cani, nonostante la
pastorizia fosse molto diffusa, venivano
adoperati unicamente per la caccia e solo ai
nobili era permesso di possederli.
Divenute oggi terre islamiche, nonostante il cane
non sia benvoluto nel mondo arabo, i saluki sono
considerati un dono di Allah al popolo e vengono
impiegati dai beduini per snidare le prede. fig 19 - Calco di cane da Pompei Il cane nel medioevo Per quasi un
millennio vi fu una povertà diffusa con
interruzione delle vie di comunicazione, invase
dalla boscaglia, mentre branchi di cani affamati
costituivano un pericolo al pari dei lupi, un
vero incubo per gli animali domestici. fig 20 - San-Cristoforo-cinocefalo Una grande personalità come San Domenico,
fondatore di uno degli ordini monastici più
prestigiosi, verrà spesso raffigurato alla
nascita con un cane pezzato, recante tra le fauci
una candela accesa, simbolo del fuoco che presto
avvamperà la stessa Chiesa. fig 21 - Caccia al leopardo fig 22 - Cure veterinarie fig 23 - Punizioni Il cane nellUmanesimo e nel Rinascimento
A partire dal Quattrocento il cane
comincia a trovare un posto fisso nelle case
borghesi, una vera e propria moda che interessa
in genere esemplari di piccola taglia,
immortalati in dipinti, anche di artisti famosi,
ai piedi della famiglia dei padroni o tra le
braccia di candide fanciulle e severe signore.
Naturalmente il levriero rimane il sovrano delle
cacce, amate dai nobili, alcuni dei quali
stranamente presentano dei nomi ispirati
allamico sincero: Castruccio Castracani(fig.
24), Cangrande della Scala, addirittura Mastino. fig 24 - Castruccio Castracani
Anche liconografia religiosa partecipa allesaltazione delle virtù canine, come nella celebre tela del Pisanello, già autore di una splendida museruola (fig. 26), raffigurante un prode cavaliere, condotto nel buio di una selva da un cervo, le cui corna si trasformano improvvisamente in un crocifisso (fig. 27), segnando una conversione del nobile, il quale da allora assume il nome di S. Eustachio e diviene il patrono dei cacciatori. Alla scena sono presenti cani di razze differenti, di solare bellezza e dalla corporatura slanciata, ignari del prodigio che avviene sotto i loro occhi. fig 26 - Museruole fig 27 - Visione Pisanello fig 28 - Nastagio degli Onesti Unaltra scena imperniata sulla ferocia
canina è la trasposizione tragica di una novella
del Boccaccio, Nastagio degli Onesti, operata dal
Botticelli in un ciclo celeberrimo, con denti
aguzzi conficcati nella tenera carne di una
fanciulla ignuda(fig. 28), colpevole di aver
rifiutato le profferte amorose di un temerario
cavaliere.
fig 29 - Ritratto di Carlo V (Madrid, Prado) Numerosi sono i dipinti dedicati al tema e non
possono essere segnalati tutti, ma vogliamo
almeno ricordare il celebre Cacciatori nella neve
di Pieter Brueghel il vecchio, in cui una serie
di cani, stanchi ma soddisfatti, ritornano a casa
con i padroni in un gelido paesaggio nordico, la
tela di Jacopo da Bassano conservata al Louvre,
dove i cani rappresentati hanno la dignità di un
ritratto con il carattere evidenziato con cura,
luno placido, laltro iracondo ed
infine la Diana della scuola di Fontainebleau,
somma personificazione della caccia, con arco e
faretra ed in compagnia del suo agile levriero
che si avvia verso la foresta. fig 31 . Velazquez fig 32 - Van Dyck Anche la letteratura si interessa dei cani ed un filosofo Justus Lipsius dedica ad essi un vero trattato, con accurate descrizioni di ogni razza, divenute oramai numerose come si evince in un celebre quadro(fig. 33) di scuola fiamminga, dove una cameriera porta a passeggio quelli del suo padrone, puntigliosamente indicati sulla tela o in uno studio di Jan Brueghel il vecchio(fig. 34), conservato a Vienna. fig 33 - Scuola fiamminga fig 34 - Brueghel Rembrandt
non avrà ritegno di rappresentare il fedele
amico delluomo nellespletamento di un
suo improcrastinabile bisogno fisiologico(fig. 35)
quasi a sottolinearne la spontaneità e la
mancanza di ipocrisia. fig 35 - Rembrandt fig 36 - Pacecco Anche il sommo Caravaggio porrà nellunico
suo affresco, nel casino Boncompagni Ludovisi, un
grintoso Cerbero a guardia dei suoi genitali (fig.
37), esposti con nonchalance, pur se nelle vesti(si
fa per dire) di una divinità. Ed il celebre cane
è presente anche in uno dei capolavori assoluti
della scultura, il Ratto di Proserpina (fig. 38)
del Bernini, dove, con le sue tre teste dalle
fauci spalancate, latra ad aumentare la violenza
del rapimento scolpito nel marmo. fig 37 - Caravaggio fig 38 - Bernini fig 39 - Domenichino fig 40 - Autoritratto (Londra, Tate Gallery) Il Settecento è secolo frivolo e mondano per
eccellenza ed anche ai cani vengono riservate
particolari attenzioni: cucce imbottite, vestiti
vezzosi, oltre naturalmente a ripetute carezze e
bocconcini prelibati. fig 41 - Oudry fig 42 - Progetto Viene dedicata grande attenzione alla toilette ed
alla passeggiata quotidiana, per la quale è
delegato un canettiere, una sorta di
dog sitter ante litteram, impegnato nella cura e
nelladdestramento. Sorgono anche dei canili
dotati di ogni confort e di ampi spazi, come si
evince da questo progetto (fig.42) dovuto alla
penna di un celebre architetto. fig 43 - Monumento
fig 45 - Reynolds fig 46 - Fragonard Anche scrittori e poeti gareggiano nel cantare le
lodi del cane da Dickens a Kipling, da Baudelaire
ad Hugo, che raggiungeranno lapice nelle
emozionanti pagine di Jack London, dove vengono
narrate epiche battaglie tra cani e lupi. fig 47 fig 48 fig 49 Anche Renoir, celebre per i suoi nudi sensuali, volle ritrarre il suo cane(fig. 50) al quale era affezionatissimo, mentre Courbet saprà unire le due iconografie nel suo malizioso dipinto(fig. 51) conservato a Parigi al museo dOrsay, dove il contrasto tra la voluttà della fanciulla nature e la candida innocenza del barboncino bianco colpisce per la disinibita schiettezza del rapporto, che ripropone in chiave moderna un tema principe della storia dellarte.
Specialisti come Reisfurt sapranno cogliere
attraverso lespressività degli occhi (fig.
52 )il carattere del cane: allegro, pensieroso,
malinconico. fig 53 La voce del padrone fig 54 - Blondie
Il fumetto ed il cinema cominciano ad affiancarsi
allarte ed alla letteratura attraverso
figure dal successo planetario come Pluto(fig. 3)
o Snoopy, protagonista dei Peanuts,Lassie e Lilli,
il gigantesco Beethoven e lastuto Rin Tin
Tin, una vera cascata di cuccioloni in grado di
divertire i bambini e far rilassare gli adulti. fig 56 - Dix fig 57 - Peripatetiche Sempre Dix, acuto dissacratore dei costumi dei
contemporanei, ci ha lasciato una cruda immagine
delle nefaste conseguenze della guerra: un tronco
umano di un reduce cieco e privo degli arti (fig.58), costretto ad elemosinare davanti ad una
folla distratta ed a subire lumiliazione da
parte di un inconsapevole bassotto, che gli urina
contro a simboleggiare il disprezzo generale. Un
urlo disperato contro le follie delluomo,
che trasforma questo relitto umano in uno
splendido eroe contro tutte le guerre. fig 58 - Mutilato. fig 59 -Carra le figlie di Loth Il cane dei nostri giorni - Con la nostra
carrellata siamo oramai giunti ai nostri giorni
con immagini di artisti, con i numerosi racconti
che affollano gli scaffali delle librerie, spesso
di anonimi padroni che si improvvisano scrittori
per esaltare ed immortalare le gesta dei loro
amati compagni scomparsi, con foto che dimostrano
come i cani, anche delle razze ritenute più
aggressive possano fraternizzare con i bambini ed
infine, mi sia permesso, con un ricordo dei miei
rottweiler: Lady, Athos e Porthos. figura 60 - Picabia. fig 61 - Freud fig 62 - Studio veterinario fig 63 - Modella A guardia del Guggenheim museum di Bilbao è
posto un variopinto cucciolo di terrier (fig. 64), Puppy, creato da Jeff Koons, un quotato
specialista del kitsch, che alcuni ricorderanno
come il marito di Ilona Staller, pornostar ed
onorevole radicale, più nota come Cicciolina. La
gigantesca struttura è composta da unanima
di acciaio sulla quale sono poste una miriadi di
piante colorate, tra le quali spiccano begonie e
petunie.
fig.65 - Pastore
fig 67 - Monumento funerario Cani e bambini - I cani amano i bambini e se non si ingelosiscono sono i loro amici più sinceri, instancabili compagni di gioco. Abbiamo raccolto decine di foto, ad inconfutabile dimostrazione di questo asserto, vi mostriamo le più birichine(fig. 68 69 70 71 72 - 73 74).
La scienza ed i cani - Anche la medicina si è
servita del rapporto affettuoso che viene ad
instaurarsi tra luomo ed il cane per fini
terapeutici; è così nata la pet terapy, molto
utile per alcuni pazienti affetti da turbe
comportamentali o che necessitano di
riabilitazione motoria e psichica. Nello stesso
tempo le moderne indagini diagnostiche,
dallecografia alla tac, sono oggi a
disposizione nei centri veterinari più
attrezzati.
figura 76 - Lady nel 1996 Non avrei mai potuto immaginare che larrivo in casa mia di una cucciola di rottweiler, regalo di una ragazza a mio figlio, potesse cambiare negli anni così profondamente non solo la mia vita, ma soprattutto il modo di relazionarmi col mondo ed il mio metro di giudizio del prossimo. Era il 1994 ed avevo sempre avuto un sacro terrore dei cani da quando, giovanissimo, avevo trascorso unintera notte sul tetto di unauto per sfuggire alla furia di un randagio di grosse dimensioni e anche altri incontri ravvicinati non erano stati particolarmente felici, per cui non accolsi con entusiasmo lingresso in famiglia di un esemplare, per quanto di pochi mesi, di una razza notoriamente feroce. Lady (fig. 75)fu relegata nel sottoscala ed abbaiava disperata durante le poche visite che gli dedicavamo; decidemmo di trasferirla in giardino, ma i rigori dellinverno contribuirono a farla ammalare e fu necessario il ricovero: cimurro fu la diagnosi e la prognosi purtroppo riservata. Partimmo per Roccaraso, ma ogni sera telefonavo alla clinica veterinaria per avere notizie, che peggioravano giorno dopo giorno, fino a quando mi dissero:Non vi è più speranza, interrompiamo la terapia? Assolutamente no, se esiste un dio dei cani la aiuterà. Ed il miracolo avvenne, durante la notte Lady ebbe un miglioramento decisivo ed il giorno successivo potemmo andare a riprenderla completamente guarita. La nostra famiglia da quel giorno divenne più numerosa(fig. 76) e con Lady stabilimmo unintesa perfetta: mangiava a tavola con noi, un boccone a me ed uno a lei e dormiva la notte al mio fianco su di un variopinto tappetino persiano. Capiva ogni mio pensiero e quando ero di cattivo umore si accoccolava vicino e rimaneva immobile. Divenuta signorina la feci accoppiare con un cane campione: Shark e nacquero nove cucciolotti, per il poco latte uno soltanto sopravvisse, Athos(fig. 77), che divenne il suo compagno inseparabile. Durante i periodi di calore, per impedire nuove gravidanze, Lady passava la giornata con me nello studio e solo la sera, attraverso unentrata di servizio, tornava a casa, rimanendo sempre a distanza di sicurezza dallardore sessuale di Athos. Nonostante i miei severi controlli censori ad un certo momento il suo addome cominciò a crescere e condussi la cagna dal veterinario, il quale perentorio dichiarò: Si tratta di una gravidanza immaginaria nella pancia vi sono semplicemente dei gas. Sapendo che i medici in genere poco capiscono sottoposi Lady ad unecografia nel mio studio e non mi meravigliai più di tanto nel vedere una serie di piccole colonne vertebrali intrecciate tra di loro. Facemmo appena in tempo a rincasare che cominciò il travaglio e questa volta i nuovi abitanti della terra furono sei, quattro dei quali arrivarono a tre mesi. Erano magnifici, scorazzavano nel giardino della villa di Ischia con i genitori, ma nonostante tutte le vaccinazioni, un brutto giorno contrassero la parvo virosi, una malattia che raramente perdona e cominciò un calvario durato quasi venti giorni. Era necessario sottoporre i cuccioli ad ipodermoclisi tre volte al dì, per cui ogni giorno la spola da casa al veterinario avveniva dodici volte. Il compito sulle mie spalle e su quelle del fido cameriere autista Summit. Dopo una settimana morì il primo cucciolo, seguito dopo tre giorni dal secondo e dopo cinque dal terzo; resisteva solo Porthos, anche se le speranze erano ridotte al lumicino. Passati diciotto giorni il cane cominciò a bere e lindomani ad alimentarsi, era guarito. Dopo tanti sacrifici e quattro milioni di spese, mia moglie pensava ancora che io regalassi il cucciolo, ma oramai non potevo più separarmi da lui. Ci furono mesi di diverbi continui, durante i quali Porthos(fig. 78) visse con me nello studio, che subì una devastazione in piena regola, dalle tende ai tappeti. Durante i fine settimana veniva a trovare i genitori, ma il lunedì di nuovo via, fino a quando Elvira, resasi conto di quando io ci tenessi al cane, acconsentì al suo definitivo ingresso in casa nostra. Furono anni di grande impegno: tre cani di quella razza fanno branco e sono difficili da gestire, soprattutto destate, quando per trasferirli ad Ischia era necessario fare tre trasporti in auto allandata e tre al ritorno. Anche i nostri viaggi, fino allora frequenti, si interruppero, perché la mia costante presenza era necessaria. Ma le soddisfazioni, almeno per me furono altrettanto grandi. I tre cani erano temuti ed ammirati da tutti e con la sola presenza e qualche sporadica abbaiata facevano la guardia alla nostra villa, tenendo alla larga in egual misura malintenzionati e visitatori inopportuni. Lansia, i momenti di solitudine, la tristezza venivano mitigati dalla presenza affettuosa di questi veri ed unici amici delluomo. Tutti possono tradirti, dalle donne ai figli, ma il cane sarà sempre al tuo fianco e la sua fedeltà aumenterà nel tempo a dismisura, senza che quasi tu te ne avveda, come un fiume che acquista potenza nei pressi di una cascata. Furono anni felici, ma il tempo degli animali scorre più velocemente di quello degli uomini e Lady, dopo aver imbiancato i peli del muso, si ammalò di piometra e fu necessario sottoporla ad un intervento chirurgico. Il decorso post operatorio fu difficile e necessitò un ricovero in una clinica veterinaria, dove giunse in condizioni disperate. Rimase degente per vari giorni, durante i quali non la lasciai sola un minuto, né di giorno, né di notte. Tra i medici che si alternavano al suo capezzale ve ne fu anche uno arabo, che riconobbe in essa la cagna miracolata dieci anni prima ed ancora ricordava la mia frase sul dio dei cani. Per quanto islamico aveva meditato più volte negli anni sulle mie parole e mi invitò anche questa volta ad invocare questa sconosciuta quanto potente divinità. Dopo una settimana Lady guarì e potemmo tornare a casa. I veterinari riconobbero che la guarigione era avvenuta grazie alla mia costante presenza: i cani malati quando si vedono abbandonati dai padroni in un ambiente estraneo si lasciano quasi sempre morire. Purtroppo dopo un anno, oltre allincalzare delletà, la vecchia infezione si ripresentò, questa volta in maniera subdola: ricominciò landirivieni quotidiano con la clinica, le fleboclisi, ma non ci fu niente da fare, mentre eravamo tutti a tavola, Lady, con un rantolo soffocato, ci lasciò per sempre. Il mio dolore fu immenso, versai lacrime in misura superiore a quando avevo perso i miei genitori ed il vuoto che si è creato è rimasto incolmabile a distanza di anni. Mi rimanevano gli altri due cani, che da quel giorno non fecero che litigare, costringendomi a tenerli separati. Athos da tempo zoppicava e non era più il capobranco vigoroso di una volta, Porthos ne approfittava attaccandolo spesso alle spalle, per rifarsi degli anni in cui era stato succube. A distanza di un anno e mezzo, mentre eravamo ad Ischia, in pochi giorni si aggravò e si spense dopo una notte di guaiti disperati. Ora riposa lì, lontano da Lady, con un ibiscus che gli fa compagnia. Rimasto solo Porthos, che era stato sempre di una vivacità devastante, divenne triste e melanconico. Passava gran parte della giornata al mio fianco, mentre lavoravo al computer e per ore gli carezzavo amorevolmente la testa. Non aveva alcun disturbo, per cui quando una mattina di un giorno che vorrei non fosse mai scoccato lo trovai disteso immobile vicino allingresso di casa, credevo dormisse beato. Invece la morte lo aveva ghermito nel sonno allimprovviso e se lo era portato via. Lunico conforto quello di riposare per sempre al fianco della mamma tra i fiori del mio giardino. Per tante notti sentendo labbaiare di un cane lontano mi svegliavo di soprassalto, sperando che fosse il mio. Non riesco ragionevolmente a credere che di questi miei amici sia rimasto solo il ricordo che porterò per sempre nel mio cuore, mentre i loro corpi hanno subito il triste destino di tutti i viventi: il disfacimento. Tra i credenti gli induisti si dimostrano meno orgogliosi dei cristiani, che nella loro smisurata superbia immaginano un mondo ultraterreno soltanto per gli uomini, mentre i loro fratelli orientali riconoscono, attraverso la reincarnazione, un percorso di purificazione per tutti i viventi senza esclusione alcuna, inclusi animali e piante. Si tratta senza dubbio di una visione più rassicurante dettata da unantica saggezza e nello stesso tempo di sconvolgente attualità, come hanno confermato le moderne ricerche della chimica e della fisica. Mi piace immaginare che anche ai più fedeli amici delluomo sia concesso di vivere in eterno e non solo nella memoria dei loro padroni. Certamente Lady vivrà per sempre nel mio cuore, Athos, un vero amico, non sarà mai da me dimenticato, soprattutto ora che, scomparso Porthos, sono veramente solo.
Achille della Ragione |