Marullo, la cui figura si è persa a lungo
nel limbo degli stanzioneschi minori, dove fu collocato dal Causa,
che lo definì un "ritardatario ispido e legnoso" ha viceversa un suo
spessore, che è stato evidenziato di recente dal passaggio in aste
internazionali di alcune sue opere di qualità molto alta e dal
contribuito di un' esaustiva monografia che ha fatto ordine nel suo
catalogo, che in precedenza si confondeva con lavori di Niccolò De
Simone, di Pacecco De Rosa e dello stesso Stanzione.
Alla figura del Marullo va agganciata quella di Nicola Marigliano
(1634ca - 1728), che fu suo allievo e che pare da giovane avesse
studiato anche con Stanzione. Il De Dominici lo cita più volte come
tramite di tradizioni orali e fonti scritte, tra cui il famoso
manoscritto «Vite e memorie» di Stanzione; non ricorda però nessun
quadro dell’artista ed in seguito soltanto il Giannone nelle sue
«Giunte» alle «Vite» del De Dominici scritte tra il 1768 ed il 1773
sembra aver avuto notizie del Marigliano, che non sarà mai citato da
altri autori e per il quale i pur fertili archivi napoletani non
hanno ancora partorito alcun documento, lasciandolo nel limbo degli
«artisti senza opere».
La biografia del Marullo è incerta, come il suo cammino artistico,
soprattutto negli ultimi anni della sua attività, ai quali fino
all'uscita della monografia la critica aveva dedicato poca
attenzione.
Parte della sua produzione è caratterizzata «dal gesto teatrale e
dall’espressione talvolta carica in maniera artificiosa» (Ascione),
mentre in molte sue tele, come la Pesca miracolosa(fig. 1), il suo
capolavoro, o il San Pietro(fig. 2), firmato, di collezione privata,
le teste dei personaggi posseggono un imprinting caratteristico,
allungato e spigoloso, che richiama prepotentemente il tipico stile
del Greco pre spagnolo, probabilmente studiato dall’artista durante
qualche visita di aggiornamento a Roma. Questa lampante similitudine
è rimasta sorprendentemente a lungo misconosciuta dalla critica fino
a quando non è stata evidenziata dal De Vito in una breve nota del
1984.
fig.1 - Pesca miracolosa
fig.2 - San Pietro
Conosciamo numerose sue opere firmate, datate e spesso documentate,
che ci permettono di scandire il percorso della sua attività. Ne
ricordiamo alcune: la Sacra Famiglia del 1633, per la chiesa dei Ss.
Severino e Sossio, ritenuta la sua prima opera fino alla scoperta di
una sua pala d'altare raffigurante Madonna col Bambino e due Sante,
firmata e datata 1631 nella chiesa delle Pentite di Castrovillari in
Calabria, la Caduta di San Paolo del 1634 nella chiesa di San Paolo
Maggiore, una Immacolata Concezione per la chiesa di San Giacomo
Maggiore, collocabile agli anni Cinquanta ed una Santa Maria delle
Grazie(fig. 3) nel ritiro di piazzetta Mondragone, che il De
Dominici cita come sua ultima opera
fig.3 - Madonna delle Grazie
Devono essere ancora ricordati una inedita Carità romana siglata, di
spettacolare dolcezza, sul mercato antiquariale napoletano, passata
precedentemente in asta a Londra con una attribuzione a Pacecco De
Rosa, un Incontro di Rachele e Giacobbe di collezione Luongo a Roma,
firmata e documentabile al 1644, un San Michele Arcangelo nella
chiesa di San Michele a Portalba, in cui si avverte un pesante
influsso del Guarino, presente anche nella spettacolare Ebbrezza di
Noè, firmata e datata 1660, già in collezione Baratta a Napoli ed
una grandiosa Madonna delle Grazie con le anime purganti già in S.
Agostino alla Zecca.
Nel sesto decennio l’attività del Marullo, come capita a tanti
artisti nella fase calante della carriera, si svolge quasi tutta in
provincia, prevalentemente in Puglia, ove a Terlizzi troviamo un
Sant’Antonio in estasi firmato e datato 1660. Il suo stile involve
oramai in formule stanche e ripetitive e le sue composizioni sono
secche e legnose, estremamente piatte e spesso il colorito è una
pedissequa imitazione di quello del Reni. Nel 1685 il pittore muore
senza soldi e senza amici e la sua ultima dimora è, a detta del De
Dominici, in San Giovanni Maggiore, vicino a quella che fu la sua
casa in via Mezzocannone, ma tra i documenti della parrocchia,
diligentemente conservati nell'archivio diocesano, non compare il
suo atto di morte.
Per una maggiore conoscenza dell’artista rinvio il lettore alla mia
monografia (consultabile sul web) Giuseppe Marullo opera completa.
Presentiamo ora una decina di inediti dell'artista, precisando che
per la maggior parte si tratta di passaggi dall'anonimato
all'attribuzione certa sulla base dell'identificazione di alcuni
segni distintivi che vanno ad integrare l'elenco delle molte tele
datate e firmate.
Tra i caratteri patognomonici che facilitano il riconoscimento di
dipinti autografi sottolineiamo quando sono presenti figure
femminili, l'utilizzo prevalente delle stesse modelle e la presenza
sul volto di un'ombra parziale sulla guancia sinistra; è il caso
dell’Annunciazione(fig. 4) conservata nella chiesa di San Paolo
Maggiore, della Madonna del Pilar(fig. 5) della chiesa di S.
Antoniello a Port’Alba e della Natività(fig. 6) esitata nell’asta
Sotheby’s del maggio 2008 a Milano. Tutti quadri considerati di
ignoto e con certezza riconducibili al catalogo del Marullo.
fig.4 - Annunciazione
fig.5 - Madonna del Pilar
fig.6 - Natività
Nel caso della Madonna con Bambino (fig.7) presentata nel 2007 alla
mostra dell’antiquariato a Napoli come Stanzione, oltre al cono
d’ombra, incontriamo una caratteristica che contraddistingue tutti i
Bambin Gesù realizzati dall’artista: la fila dei capelli,
costantemente biondi, che sale in profondità nel cuoio capelluto,
spesso accompagnata dalla mano che indica con uno o due dita una
direzione, come possiamo osservare nel S. Antonio (fig.8) della
quadreria del Pio Monte della Misericordia a Napoli o nella Madonna
con Bambino, San Giovannino, S. Anna e San Gioacchino (fig.9),
transitata negli anni Cinquanta sul mercato a Roma.
fig.7 - Madonna con Bambino
fig.8 - S. Antonio ed il bambino
fig .9 - Madonna col Bambino S. Anna e san Gioacchino - Roma mercato
Anche il Bambin Gesù dormiente sulla croce(fig. 10) di una
collezione privata milanese si presenta come gli altri e conferma la
sua autografia con la firma del pittore(fig. 11) uguale a tante
altre, come ad esempio quella posta sotto un San Gerolamo(fig. 12)
di collezione privata a Bari
fig.10 - Gesù Bambino dormiente sulla croce - Milano col priv.
fig.11 - Firma Gesù croce
fig. 12 - S. Girolamo
Cono d’ombra sulla guancia sinistra e Bambino dal dito imperioso ci
permettono con facilità di far uscire dall’ombra dell’anonimato il
Miracolo di San Nicola (fig. 13) della Chiesa di S. Marta e la
Visione di S. Candida (fig. 14) della Fondazione Mondragone di
Napoli, un luogo, che il De Dominici segnala come sede dell’ultima
sua opera e dove tra chiesa e stanze dell’amministrazione possiamo
identificare altre tele attribuibili con ragionevole probabilità al
Marullo: due Madonne del latte (fig. 15), delle quali una di notevole
fascino(fig. 16) ed una S. Elisabetta regina d’Ungheria (fig.17).
fig 13 - S. Nicola (Napoli, S. Marta)
fig.14 - Visione di S.Candida
fig.16 - Madonna delle Grazie
fig.17 - S.Elisabetta d'Ungheria
Tra gli inediti reperiti in fototeca due splendidi dipinti; un San
Giovan Battista giovanetto (fig. 18) di spettacolare bellezza,
transitato sul mercato a Pesaro, stesso modello adoperato per la
tela eponima (fig. 19), firmata, conservata in collezione privata a
Napoli ed un Lot e le figlie (fig. 20) di collezione privata
milanese, sensuale e di vaga ascendenza artemisiana.
fig.18 - San Giovanni Battista - Pesaro mercato
fig.19 - S. Giovanni Battista
fig.20 - Lot e le figlie - Milano collezione privata
Concludiamo con due tele border line: una Fuga in Egitto (fig. 21)
già in collezione Mariottino a Napoli e poi nel contenitore della
chiesa del Buon Consiglio, ritenuta copia della tela di Stanzione,
conservata a Pontremoli nella raccolta Dosi Delfino, esposta anche
alla mostra Civiltà del Seicento, che riteniamo, seguendo anche un
antico parere di Federico Zeri, di poter assegnare al Marullo,
ispiratosi al lavoro del maestro. La seconda composizione è un
Abramo e i tre angeli (fig. 22) ad ubicazione sconosciuta, che ci ha
lasciato e ci lascia ancora incerti tra Beltrano e Marullo e per la
quale chiediamo il conforto dei napoletanisti per giungere ad una
decisione definitiva.
fig.21 fuga in Egitto
fig 22 - Abramo e i tre angeli - Ubic scon.
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