Milano, 11 maggio 1972 ore 21, sono passati meno di quaranta anni,
ma al sottoscritto sembra ieri, quando, spavaldo laureando in
medicina, partecipai alla trasmissione Rischiatutto presentata da
Mike Buongiorno assistito dalla bella Sabina Ciuffini.
Avevo ventiquattro anni e credevo di avere tutto il mondo ai miei
piedi dopo aver superato brillantemente una doppia serie di
selezioni, la prima a Napoli con una raffica di 200 domande di
cultura generale e la seconda a Milano, dove si simulava una gara in
piena regola al cospetto del mito vivente, con tanto di pulsante per
scegliere sul tabellone con 6 materie i quiz e le domande finali di
raddoppio in cabina.
Nel primo test, che comprendeva i quesiti più astrusi, da quando una
lettera diventa pacco alle commedie minori dell’Ariosto, ottenni una
prestazione eccellente da sbalordire gli stessi esaminatori, i quali
dissero che avrei subito partecipato alla seconda prova, nella quale
fui particolarmente fortunato, perché scelsero le domande di una
vecchia puntata, che ricordavo perfettamente, per cui sbaragliare
gli avversari non richiese alcuna fatica.
Mike dopo la trasmissione simulata mi disse che ero stato prescelto
ed a breve avrei partecipato, anzi vista la mia prestazione mi
confidò che avrebbero cercato di favorirmi, mettendo sul tabellone
qualche argomento che avevo indicato tra i preferiti e scegliendomi
degli avversari non irresistibili. Vi era solo un problema sulla
materia da me prescelta: la storia della medicina, essendo attinente
alla mia futura professione; risposi che potevano sceglierla loro
tra un ventaglio di una ventina, dall’atletica leggera alla
geografia, dalla letteratura alla storia di Napoli. Alla fine ne fu
prescelta una originale: i premi Nobel, una richiesta da parte di
Mike che accolsi senza problemi.
Attesi trepidante alcuni mesi la convocazione ed all’arrivo del
telegramma che indicava il giorno della gara mi sembrò di toccare il
cielo con un dito, ma purtroppo mia madre, da tempo malata, si
aggravò all’improvviso ed io non mi sentii di lasciarla sola ed
inviai un telegramma dando forfait. Fu l’unica volta nella storia
del Rischiatutto che venne chiamata all’ultimo momento una riserva.
Mike puntava molto su di me e dopo alcune settimane mi telefonò
personalmente per chiedere di partecipare all’ultima puntata in
assoluto della stagione, confidandomi che la ripresa del programma
in autunno era incerta ed avrei perso un’occasione d’oro.
Mia madre, che si era in parte ripresa, mi invogliò a partire ed io
con due delle mie sette zie, con l’ispettore Lombardi, vecchio amico
di famiglia e con Elio Fusco, fidato amico d’infanzia, salii sul
treno.
La mattina della gara registrai uno speciale Rischiatutto per la Rai
di venticinque minuti nel quale mi vennero fatte una serie di
domande, in particolare perché avevo scelto i premi Nobel come
materia di base e come esercitavo la mia memoria.
Spiegai che si rammentano con facilità solo le nozioni che ci
interessano, per cui è necessaria una grande curiosità culturale per
poter ricordare agevolmente, inoltre bisogna dedicare costantemente
molte ore al giorno allo studio, un’abitudine da me praticata sin
dagli anni del liceo, dove avevo le materie preferite nelle quali
ero imbattibile, mentre ero impacciato in matematica e negato per le
lingue straniere, che consideravo aliene, amando solo di parlare il
vernacolo o al massimo l’italiano. L’unico exploit culturale fu la
mia partecipazione, prima della maturità, in rappresentanza della
mia scuola, al concorso nazionale per il miglior tema su un
argomento letterario, dove ottenni il primo premio con relativo
articolo su alcuni importanti giornali.
Simulai poi per gli ascoltatori un giochetto con il quale sbalordivo
solitamente gli astanti in occasione di balletti e feste varie: mi
facevo dare il nome di un oggetto (pentola, sedia radio, fiore,
automobile ecc.) da ognuno dei presenti e lo facevo annotare da un
volontario in veste di notaio, fino ad un totale di 40 – 50. Quindi
tra la meraviglia generale li ripetevo dal primo all’ultimo o
viceversa, inoltre ero in grado di dire l’oggetto n 24 o 35. Vi è un
piccolo trucco, che vi rivelerò in un’altra occasione, ma ci vuole
anche una memoria robusta se non eccezionale.
In un primo momento dovevo sfidare il campione Paolini, un barbiere
al quale in caso di sconfitta avrei offerto in olocausto barba e
capelli, infatti in quel periodo esibivo una chioma fluente ed una
cespugliosa vegetazione pilifera sulle guancie da far esclamare a
Mike, quando comparsi al suo cospetto:” Ecco l’uomo delle caverne”.
Il ritardo nella mia partecipazione dovuto alla malattia di mia
madre mi fece viceversa incontrare con un modesto campioncino, che
addirittura nella tenzone al tabellone finì sotto zero e non potette
partecipare (caso unico nella storia del Rischiatutto) alle domande
di raddoppio ed una simpatica e procace giornalista sportiva con la
quale feci il mio ingresso mano nella mano. Il celebre presentatore
esclamò:” Entrano i fidanzatini”, mentre la mia cortese
accompagnatrice si giustificò con la scusa che volevamo solo darci
coraggio. Lesse nel futuro perché tra noi due scoppiò una scintilla
e nonostante lei fosse in procinto di convolare a nozze ed io avessi
ben due fidanzate ufficiali, ci rincontrammo in campeggio a Marina
di Doronatico e furono notti indimenticabili.
Lo svolgimento della trasmissione perde molto raccontandola senza
l’ausilio della visione, per cui rimando chi volesse vederla e chi è
curioso di come si concluse ad andare sulla sezione video del mio
sito
domande iniziali iniziali
domande finali
Mike Buongiorno assistito dalla bella Sabina Ciuffini.