le
"ragioni" di della Ragione
proposte per
Napoli e l'Italia
Questi
testi sono tratti da: "Le ragioni di della Ragione", un libro che
raccoglie una scelta di lettere al direttore inviate da
Achille della Ragione, negli ultimi tre anni, ai principali
quotidiani italiani e campani ed inoltre una breve miscellanea
di articoli, recensioni, relazioni congressuali, lezioni e
discorsi scelti dall'opera omnia che l'autore licenzierà tra
poco alla stampa in tre volumi.
Tutti i libri di Achille della Ragione sono reperibili a
Napoli presso la libreria Neapolis (di fronte alla chiesa
di San Gregorio Armeno) e
presso Graphicus, via San Bartolomeo 46
A
Lady;
cagna dolcissima, vivrai sempre nel mio cuore
Un genocidio
dimenticato
Gentile direttore,
dopo l'Unità d'Italia nel corso di pochi decenni circa 25 milioni di Italiani sono stati costretti all'emigrazione oltre oceano. Soltanto pochissimi sono ritornati. La stragrande maggioranza di questi disperati proveniva dalle regioni meridionali e lo Stato sabaudo, dopo aver combattuto il brigantaggio con metodi militari, incoraggiò questo silenzioso genocidio, del quale invano cercheremo notizia nei libri di storia.
Oggi la storia si ripete all'incontrario ed ecco legioni di disperati che vedono nelle nostre città e nelle nostre campagne la terra promessa.
Il nostro passato di emigranti è dimenticato, seppellito nel più profondo inconscio, complici le istituzioni, che non hanno realizzato un museo che ci rammenti gli anni in cui eravamo carne di macello, pronta a qualsiasi lavoro, anche il più umile e pericoloso.
Un museo dell'emigrazione, per ricordare il passato e per spegnere in noi qualsiasi seme di razzismo e di becero leghismo.
Quale sede più degna del porto di Napoli, dove per un'eternità sono partiti i bastimenti, carichi di disperazione e di nostalgia, di ansia di riscatto e di antica dignità.
La Repubblica 10 settembre 2005
Il Corriere del Mezzogiorno 14 settembre 2005
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Firme sulle liste norme paradossali
Gentile direttore,
il recente episodio delle firme "false" della Mussolini ha messo, speriamo definitivamente, il dito sulla piaga della assurdità di dover corredare con un certo numero di adesioni di elettori una lista, da presentare in una competizione elettorale. Se qualche magistrato di buona volontà volesse indagare sull'argomento, scoprirebbe che, in qualsiasi regione d'Italia, tutte le documentazioni, e dico tutte, sono false, perché le firme, anche quando non sono apocrife, sono apposte a margine delle liste prima della stesura dell'elenco completo con i nomi dei candidati, che diventa definitivo per tutti i partiti soltanto nelle ultime 24 ore. Un paradosso legislativo, messo in risalto da anni unicamente dai radicali, che renderebbe nulle con le norme attuali tutte le competizioni elettorali. Che si aspetta a rendere meno ipocrita la normativa?
Il Mattino 11 aprile 2005
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SOS per Velazquez
Gentile direttore,
mancano pochi giorni, anzi ore, all'inaugurazione della mostra su Velazquez, il grande artista spagnolo, uno dei più celebri pittori di tutti i tempi e non si vede in giro alcun manifesto che annunci l'evento, forse perché seppelliti dalla miriade di ceffi patibolari degli aspiranti politici, che infestano le stanche mura della città o per disattenzione dell'organizzazione. Manca inoltre qualunque accenno all'evento su quotidiani e mass media.
Peccato, perché la mostra su Velazquez, che sarà ospitata dal museo di Capodimonte dal 19 marzo al 19 giugno, si preannuncia grandiosa e sarà una grande occasione per il rilancio della città, che merita l'attenzione (ed il denaro...) dei flussi turistici nazionali ed internazionali
Il Giornale di Napoli 18 marzo 2005
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Matrimoni internazionali
Gentile direttore,
l'Europa, figlia dell'utopia, sta già per andare in crisi. Il referendum sulla sua Costituzione di cui si parla in Francia, unito alla calamitosa inflazione strisciante che, dall'entrata in vigore dell'euro, sta erodendo stipendi e risparmi, sono le spie più vistose di un malessere diffuso, che sta mettendo in crisi un così ambizioso progetto, nato nelle stanze del potere segreto dei banchieri di Francoforte. Il sogno malizioso di una grande Europa dall'Atlantico agli Urali non può reggere naturalmente soltanto su di una moneta, ma è necessario che i popoli, divisi oggi dalla lingua e dalla storia, da abitudini e legislazioni diverse, diventino un solo popolo. Un obiettivo che può divenire più facile attraverso l'aumento dei matrimoni internazionali. Se tutti i governi erogassero dei cospicui incentivi economici e fiscali alle coppie, naturalmente con prole, ai cittadini di diversa nazionalità che volessero mettere su famiglia un passo decisivo verso l'integrazione europea sarebbe compiuto e l'Europa, in capo a 2-3 generazioni, passerebbe dalla fantasia alla realtà.
Un provvedimento semplice senza il quale il nostro futuro demografico è semplicemente senza speranza.
Mi sia permesso un ricordo personale: la malattia di fare proposte attraverso lettere al direttore lo ho contratto in età pediatrica. La mia prima missiva fu indirizzata al mensile Quattrosoldi (novembre 1960) e trattava proprio dei matrimoni internazionali. Era il 1960, il direttore della rivista nella sua risposta ironizzò e sospettò che stessi per sposarmi con una straniera, non sapeva che da poco avevo compiuto tredici anni.
Roma 30 aprile 2005 - Il Mattino 6 maggio 2005
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Le chiese di Ischia
Gentile dottor Gargano,
Ischia non è soltanto una località giustamente famosa in tutto il mondo per le sue bellezze naturali, ma anche uno scrigno di preziose testimonianze storiche, che spaziano
dall'VIII secolo a.C. ai nostri giorni.
Le chiese, poco meno di cento, un numero enorme rispetto agli abitanti, costituiscono la punta di diamante di questo patrimonio artistico ancora poco esplorato dagli studiosi e pressoché sconosciuto alle centinaia di migliaia di frequentatori dell'isola.
Le condizioni per usufruire di queste ricchezze sono tutte presenti: i luoghi di culto e le opere esposte sono per la quasi totalità restaurati di recente e aperti dalla mattina alla sera a fedeli e visitatori, al di là degli orari delle funzioni religiose; una cosa impensabile a Napoli, dove chiese famosissime sono negate alla fruizione. I custodi dei luoghi sacri sono sempre gentilissimi e spesso appassionati studiosi. In alcune chiese sono conservate opere d'arte da far invidia ai più famosi musei. Citiamo un solo esempio, ma potremo farne a decine. Una chicca preziosa custodita nella sacrestia della chiesa di San Francesco d'Assisi a
Forio, visitabile a richiesta, grazie alla gentile disponibilità di padre Armando, un colto francescano, che sogna di allestire alle spalle dell'altare maggiore una piccola pinacoteca. Si tratta di una spettacolare Pietà, dai colori lividi e cianotici, da assegnare senza ombra di dubbio alla mano virtuosa di un gigante del secolo d'oro della pittura napoletana: Mattia Preti. In passato la critica si è distrattamente occupata del dipinto foriano ed ha adombrato l'ipotesi che potesse trattarsi di una copia. Ma sia le figure femminili che il volto del Cristo mostrano una morbidezza di tocco ed una preziosità materica che, vanamente, potremmo pretendere dalla mano di un copista, anche se molto abile. Se vogliamo invece vedere una copia di questa tela autografa, dobbiamo recarci al
Prado, dove potremo ammirare lo stesso soggetto, ma di minore qualità, replicato da uno dei più noti allievi ed imitatori del Preti: lo spagnolo Pedro Nugnez de
Villavicencio. Quanto siamo ricchi e spreconi noi napoletani! Conserviamo chiusa e non visitabile una tela di uno dei grandi maestri del Seicento europeo, mentre all'estero, in uno dei più celebri musei del mondo, espongono la copia.
Il Golfo aprile 2005 - Il Mattino 21 giugno 2005
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I confini della vita
Gentile direttore,
l'imminenza dei referendum rende attuale l'arduo quesito sull'inizio della vita. Ma quanti si interrogano su quando la vita finisca? Fortunatamente della problematica la Chiesa non se ne è mai interessata e questo disinteresse ha favorito il progresso della scienza dei trapianti, a differenza delle tecniche di fecondazione assistita o dell'aborto, che cozzano contro il dogma dell'animazione coincidente con la fecondazione, sancito nel 1869 da Pio IX
nella"Apostolicae sedis". A questa conclusione si è giunti dopo che sulla spinosa questione si erano espressi tutti i maggiori studiosi cristiani, da Tertulliano a S. Agostino, fino a giungere a S. Alberto Magno, che candidamente asseriva che il maschio possedeva un'anima dopo 40 giorni dal concepimento, mentre la donna dopo 90 e S. Tommaso
d'Aquino, sul cui pensiero si fonda la teologia e l'etica cristiana, che sosteneva la tesi dell'animazione ritardata, prima della nascita, ma molto tempo dopo la fecondazione.
Non mi dilungo perchè vorrei invitare a meditare sul preciso momento della morte. Pochi sanno che il cuore adoperato per un trapianto è perfettamente pulsante, anche se il vecchio proprietario ha il cervello che non funziona più (elettroencefalogramma piatto). Una situazione identica a tanti ricoverati da anni, senza speranza, nei nostri centri di rianimazione, anche loro con il cervello distrutto, ma con un cuore o i polmoni malandati che non interessano per un trapianto. Se a questi soggetti asportassimo il cuore senza utilizzarlo sarebbe eutanasia? E come mai non lo è se l'organo serve per un trapianto? Alcune cellule resistono alla mancanza di ossigeno più delle altre, ad esempio le cellule pilifere vivono fino a 6 giorni dopo la morte ufficiale, anche dopo il seppellimento del corpo. In caso di morte traumatica in un giovane è impressionante, vegliando il cadavere, scoprire che al mattino ci vorrebbe il barbiere.
La delicata linea di confine tra l'inizio e la fine della vita mal si presta ad essere delineata con precisione, se si vuole trovare una risposta unicamente biologica, che non può soddisfare pienamente. Una verità difficile da accettare per il laico, che non voglia travalicare nella scienza come dogma. Un argomento che diverrà sempre più scottante, che ha costituito per oltre trent'anni per il sottoscritto, come medico e come libero pensatore, oggetto di studio e riflessione, senza speranza oramai di una risposta soddisfacente e definitiva.
Roma maggio 2005 - Corriere del Mezzogiorno 25 maggio 2005
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Un decalogo contro la criminalità
Gentile direttore,
vorrei proporre attraverso le pagine del suo quotidiano un decalogo, un disperato S.O.S. per cercare di salvare Napoli, da una delinquenza che da tempo ha travalicato i livelli di guardia. Un'area del Paese detentrice di numerosi record, dal traffico più caotico alla micro-criminalità più audace, dalla disoccupazione più diffusa al racket più opprimente, dal disordine edilizio più devastante alle densità abitative più alte delle metropoli asiatiche ed inoltre una concentrazione di extra comunitari per semaforo da guiness dei primati. E dove oggi si combatte una battaglia decisiva per le sorti dell'intera nazione. Se lo Stato perde a Napoli, un modello alternativo di illegalità si diffonderà a macchia d'olio per tutto il Paese.
1) Rendere obbligatorio il mandato di cattura per una serie di reati di grave allarme sociale: rapina, estorsione, stupro. Allungare per questi reati i tempi di carcerazione preventiva e rendere esecutiva la condanna dopo la sentenza di primo grado, in attesa degli altri gradi del giudizio. (Eviteremmo i danni provocati dai magistrati
buonisti).
2) Predisporre, se necessario con l'aiuto dello Stato, una polizza assicurativa anti racket, che preveda per i cittadini che denunciano l'estorsione l'indennizzo totale dei danni provocati da eventuali ritorsioni.(I commercianti l'aspettano da tempo).
3) Aumento definitivo degli organici delle forze dell'ordine in proporzione alla concentrazione di reati, inclusa la polizia municipale, con pattuglie specializzate. ( Non certo vigilesse top model dalle chiome a coda di cavallo)
4) Impiego di corpi specializzati dell'Esercito, sia per operazioni di appoggio alle forze dell'ordine, sia per la difesa degli obiettivi sensibili, che attualmente impegnano una moltitudine di carabinieri e poliziotti. (Soltanto per la difesa del consolato americano sono impiegati, nei vari turni, centinaia di uomini)
5) Un utilizzo più incisivo dei servizi segreti, principalmente per monitorare mafie straniere e delinquenza internazionale. (Sperando che non devino).
6) Istituire delle taglie per i reati più raccapriccianti. (Esistono in molti Stati, non solo nel Far West).
7) Incoraggiare con esenzioni fiscali i commercianti di un quartiere che vogliano dotarsi di una polizia privata, ovviamente autorizzata.(Per difendere la zona delle grandi griffe non ci vuole grande impegno ma solo associazionismo).
8) Disseminare la città di telecamere. (Un occhio che controlli eventuali reati in ogni angolo della città).
9) Cominciare a discutere seriamente sull'ipotesi di liberalizzare la droga (Potrebbe eliminare tutti i reati collegati al procacciamento del denaro necessario alla dose)
10)Indire al più presto un convegno internazionale per ascoltare le opinioni di esperti che in altre città hanno affrontato problematiche simili di ordine pubblico. (Non i soliti tromboni intellettuali, che vogliono i cittadini in prima linea o i politici che predicano contro la disoccupazione)
E soprattutto facciamo presto!!!
Il Golfo 15 luglio 2005 - Il Giornale di Napoli 10 luglio 2005
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Cerchiamo di essere onesti
Gentile direttore,
sono rimasto stupefatto, leggendo l'articolo su Achille Lauro del Professor Ugo Leone, di come una visione storica possa essere così faziosa e monocorde.
L'autore sembra dimenticare gli indiscutibili meriti di Lauro come imprenditore in molteplici campi, fondatore di quotidiani, della prima televisione privata d'Europa, presidente per decenni del Napoli, quando lottava per lo scudetto e non galleggiava vergognosamente in serie C e si potrebbe continuare a lungo, ma soprattutto il più grande armatore del mondo di tutti i tempi, da far impallidire per numero di navi e tonnellaggio il leggendario
Onassis.
Il Lauro del sacco edilizio e delle mani sulla città è in gran parte un'invenzione degli avversari politici, che invito a documentarsi sulle ricerche storiche più recenti apparse sull'argomento.
Sul web chiunque può consultare il capitolo relativo del libro Achille Lauro superstar.
A Napoli esiste via Kagoscima e via Jan Palach, via dei Chiavettieri al Porto e via dei Chiavettieri al
Pendino, vico Fico e vico Scassacocchi, ma non una piazza, non una strada, non un vicolo, non una strettoia dedicati ad un armatore che ha portato il nome di Napoli ed il nostro lavoro in ogni angolo del globo, dove è ancora ricordato con rispetto.
Non pubblicata mai da La Repubblica
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Siamo noi in debito con gli africani
Gentile dottor Gargano,
sotto l'impulso mediatico delle rock star, alcuni paesi hanno ridotto il debito dei paesi africani. Ma chi potrà cancellare il debito che gli Stati ricchi hanno nei riguardi dell'Africa in termini di ruberie di ogni genere, di sistematica spoliazione delle risorse naturali e oggi, con un silenzio e un'inerzia assassini, a un genocidio a opera dell'Aids?
Il Mattino 29 agosto 2005
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Miracoli non c'è solo San Gennaro
Gentile direttore,
da giorni sulle pagine del Suo giornale vi è un interessante dibattito sul
"miracolo" della liquefazione del sangue di san Gennaro, un prodigio
che da secoli rappresenta motivo di meditazione anche per i laici.
Naturalmente per studiare più approfonditamente il fenomeno sarebbe
necessario aprire almeno una delle ampolline, ipotesi inaccettabile. Ma perchè
non analizzare qualche grumo di sangue di santi meno venerati tra i tantissimi
che si conservano nella nostra città, non solo in chiese, ma anche di
proprietà di antiche famiglie napoletane ?
Pochi forse sanno che Napoli è la capitale mondiale delle reliquie, che
affluirono copiose dal 1453, dopo la caduta dell'impero romano d'Oriente.
Alcuni di questi grumi si liquefano con una precisione anche superiore a
quella del Santo patrono e senza quel corteo di preghiere ed invocazioni che
qualcuno ha proposto come spiegazione parapsicologica del prodigio.
Citiamo tra le reliquie più note: il sangue di S. Stefano nel monastero di S
Chiara, che si liquefa il 3 agosto ed il 25 dicembre, quello di S Alfonso
Maria de' Liguori, conservato nella chiesa della Redenzione dei Captivi, che
si scioglie il 2 agosto, quello di S. Pantaleone, nel Gesù Vecchio, attivo il
21 giugno o quello di S. Patrizia, conservato in San Gregorio Armeno.
Credo che nessuno potrebbe opporsi a degli esami, eseguiti su ampolle di
sangue conservate nelle cappelle gentilizie di famiglie private napoletane, da
parte di un'autorevole commissione scientifica composta da studiosi laici e
cattolici.
Corriere del Mezzogiorno 7 settembre 2005
Repubblica 24 settembre 2005
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Un antro pericoloso
Gentile direttore,
gli antri è noto sono sempre pericolosi, sia che facciano parte del
fantastico immaginario dei bambini, sia che appartengano, come arma segreta,
ai più preziosi attributi del gentil sesso.
Ma è un antro diverso quello di cui voglio parlarvi, e ben più pericoloso,
anzi ad essere più precisi si tratta di vari antri. Essi sono posti a pochi
metri di distanza lungo la strada che conduce a Sant'Angelo d'Ischia. Sono
voragini di quasi un metro di diametro, per il deflusso delle acque piovane,
che costituiscono un pericolo insidiosissimo, non solo per i bambini, ma per
tutti, perchè potrebbero ingoiare tranquillamente anche la donna cannone. Un
appello al sindaco della famosa cittadina è perentorio, prima che si
verifichi qualche evitabilissima disgrazia.
Ma soprattutto fate presto!!!
Il Golfo 8 settembre 2005
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Enzo Biagi sempre
sulla breccia
Egregio direttore,
tutti noi abbiamo gioito alla notizia del ritorno di Enzo Biagi in televisione
in occasione del suo compleanno: 85 anni, un po' meno forse quella legione di
giornalisti ultra trentenni costretti ad un estenuante praticantato, senza
fine e senza remunerazione, ma soprattutto senza speranza nelle redazioni di
giornali e televisioni di tutta Italia
Libero 30 luglio 2005
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Ma che centra Lauro
con la lava dei Vergini?
Gentile direttore,
come sempre "piove governo ladro". Ogni occasione è buona per
attaccare il mito di Achille Lauro. Leggendo l'articolo di Carlo Franco si
rimane stupefatti già dal titolo"l'incubo della lava come ai tempi di
Lauro". E più avanti, un perentorio "la mitica lava dei Vergini che
rivelò al mondo la follia del sindaco Achille Lauro". Ma cosa vuole dire
il giornalista? Che forse il Comandante si divertiva a far cadere la lava sui
malcapitati concittadini, fenomeno che si perde nella notte dei tempi, o forse
si riferisce all'episodio del 26 settembre 1951, il più grave degli ultimi
cento anni, sindaco Moscati, quando i soccorsi ritardarono di giorni.
Basta recarsi nella Sanità e nei Vergini ed interrogare gli anziani: tutti
ricorderanno che quando il disastroso evento si verificò nel 1952, Lauro alle
5,30 era già sul posto a coordinare i soccorsi dopo aver trascorso mezz'ora
al telefono a svegliare i suoi collaboratori. E dopo i suoi interventi a
monte, la lava non ha più provocato danni.
Corriere del Mezzogiorno 22 settembre 2005(con vignetta e replica)
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Il petrolio sballa
Gentile direttore,
mentre il petrolio si avvia inesorabilmente a raggiungere i cento dollari a
barile, non si fa quasi niente per sostituire la benzina con miscele vegetali.
Non si tratta di una boutade, già oggi si può produrre carburante da cereali
e barbabietole, coltivazioni molto diffuse nel nostro Paese, a prezzi di gran
lunga inferiore ai derivati del petrolio e con una emissione di anidride
carbonica inferiore dell'80%.
Questa possibilità fu intuita da Raul Gardini già vent'anni fa, ma la sua
proposta a Bruxelles di incentivi fiscali per la produzione di bioetanolo fu
respinta su pressione delle compagnie petrolifere e, pare, degli Stati Uniti.
E' la vecchia storia: chi tocca il petrolio muore. Anni prima un incidente...
aereo aveva fermato Enrico Mattei, un suicidio... avrebbe fermato anni dopo
Raul Gardini. E l'Italia perse così la possibilità di una supremazia in un
settore strategico, che inevitabilmente dovrà svilupparsi, vogliano o meno i
ras del petrolio.
Attualmente in Germania, Francia e Spagna sono aperti circa 9000 distributori
di carburante verde, in Italia 3, senza considerare il Brasile, dove
automobili e autobus da tempo circolano da tempo con propellenti di origine
vegetale nell'ordine del 90%.
Cosa aspettiamo a muoverci anche noi a combattere questo odioso cartello
petrolifero, che con la scusa della pace scatena guerre ed oltre alle nostre
tasche cerca di impadronirsi delle nostre coscienze.
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Rapina o estorsione?
Gentile dottor Lubrano,
oggi ho accompagnato una parente all'aeroporto di Capodichino e, parcheggiata
l'auto nell'area di sosta n. 6, ho atteso la partenza, essendo l'aereo in
ritardo. Ho cercato di conoscere la tariffa del parcheggio, che sapevo di tre
euro e l'ufficio informazione mi ha comunicato che, superata l'ora di sosta,
si pagavano ben sette euro. Grande è stata quindi la sorpresa di dover pagare
al ritiro dell'auto, dopo circa cento minuti, addirittura dodici euro: da
un'estorsione ad una vera e proprio rapina!
Il Comune, che ha dato in concessione lo scalo ad una società straniera, non
può fare nulla per evitare che vengano praticate questi latrocini, con
tariffe ingiustificate?
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Prepariamoci
all'invasione
Gentile dottore, tra i benefici dell'adesione all'Europa ci sarà, nel 2007,
con l'entrata della Romania nell'Unione,un'invasione di Rom, o vogliamo
chiamarli senza inutili eufemismi di zingari. Le nostre città già afflitte
da mille problemi e straboccanti di ospiti...poco graditi , si vedranno invase
da centinaia di migliaia di nuovi arrivati e non vi sarà alcun modo di
limitarne l'afflusso, trattandosi di cittadini europei a tutti gli effetti.
Attualmente vivono in Romania circa tre milioni di zingari e si può essere
certi che la gran parte si trasferirà nei paesi ricchi e molti sceglieranno
l'Italia per il nostro "buonismo". Prepariamoci dunque a questa
nuova emergenza con spirito tollerante, in fondo anche loro sono europei.
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Eureka:la giustizia
funziona!
Gentile dottore,
sono felice, dopo meno di trent'anni si è conclusa la mia controversia con l'Asl
1 di Salerno,cominciata con il mio licenziamento dall'ospedale di Cava de'
Tirreni nel lontano 1978. Ho avuto pazienza, ma alla fine ho avuto giustizia.
Fortunatamente io e la mia famiglia non viviamo di stipendio, ma cosa sarebbe
successo se al mio posto vi fosse stato un lavoratore che non poteva aspettare
più di un quarto di secolo?
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Il tempo
Noi viviamo immersi nel tempo e ciò rappresenta un grande mistero ancora senza soluzione.
Il grande Sant'Agostino a tale proposito era lapidario:'' So bene cosa sia il tempo, ma se mi chiedono cosa sia non so rispondere''. Per capirne il valore vogliamo provare a chiedere cosa rappresenti a chi ne ha vissuto intensamente una frazione. Per capire il valore di un anno chiederemo lumi ad uno studente che è stato bocciato; per intendere il valore di un mese ci rivolgeremo ad una madre che ha partorito prematuramente; per capire il valore di una settimana chiederemo all'editore di un settimanale; per valutare il valore di un'ora chiederemo all'innamorato Achille che attende in ritardo di incontrarsi con l'amata Elvira; per apprendere l'importanza di un minuto possiamo saperlo da chi ha appena perso il treno; per capire l'importanza di un secondo ci rivolgeremo a chi ha appena evitato un incidente; per capire l'importanza di un decimo di secondo chiederemo all'atleta che per esso ha perso l'alloro olimpico; Ieri: storia; domani: mistero. Non ci resta che da vivere ed intensamente il presente, cercando ciò che più ci piace: salute, felicità, successo, mentre l'orologio del tempo prosegue inesorabile il suo cammino.
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Darwin ed il neo creazionismo
Gentile direttore,
in questi giorni si discute animatamente sui giornali di neocreazionismo,
che negli Stati Uniti si insegna nelle scuole assieme alla teoria di
Darwin.
La monogamia nella specie umana ha il suo fondamento nell’eguale numero di
maschi e femmine nell’età riproduttiva. A lungo nei secoli scorsi si è
data la colpa alla donna quando non generava un figlio maschio, poi si è
creduto che era l’uomo attraverso i suoi spermatozoi a stabilire il sesso
della prole; ma erano scoperte fallaci: a determinare una eguale e
costante percentuale tra i due sessi presiede un mirabile meccanismo
ancora del tutto sconosciuto.
La presenza in una popolazione, come ad esempio quella italiana, di un
maggior numero di donne è legato unicamente alla maggior durata della vita
femminile, caratteristica costante in tutto il mondo. Ma ha ben poca
importanza se esaminando le classi di età più avanzate (oltre i 60-70
anni) troviamo più donne che uomini, l’importanza è che nell’età feconda
vi sia un perfetto equilibrio tra i due sessi.
Questa “armonia percentuale”, necessaria per il quieto vivere delle
famiglie, della società e degli Stati è tenuta sotto controllo in maniera
a dir poco prodigiosa: infatti in periodi post bellici, quando i maschi
diminuiscono, per una generazione nascono meno femmine!
Una scoperta recente è stata l’osservazione che gli embrioni abortiti
spontaneamente, nelle prime fasi della gravidanza, sono più frequentemente
di sesso maschile, di conseguenza il rispetto della percentuale paritaria
non avviene al momento della fecondazione, quando contiamo 170 maschi per
100 femmine, bensì nel momento più significativo, il periodo di maggiore
fertilità, tra i 20 ed i 35 anni.
Il poter leggere, grazie alle continue scoperte scientifiche, nel gran
“libro” della natura le tracce inequivocabili di un ordine deve invitarci
ad una profonda riflessione e la stupefacente maniera con la quale la
Natura programma il rapporto percentuale tra i sessi ne rappresenta uno
degli infiniti esempi.
Il Newton nel porre termine al suo “Philosophiae Naturalis Principia
Matematica”, una tra le più importanti opere dello scibile umano, non
ritenne fuori luogo dissertare sugli attributi di Dio. Sia perciò
permesso, ad un laico inveterato, invitare tutti a meditare sulla certezza
che tali delicati meccanismi è assolutamente improbabile che siano sorti
per combinazione!
Roma 12 novembre 2005
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La pillola per abortire
Gentile direttore,
i giornali stanno dedicando intere pagine alla sperimentazione della
pillola RU486, in grado di provocare l'aborto senza intervento chirurgico,
dimenticando che tale farmaco è adoperato in tutto il mondo dall'Europa
agli Stati Uniti, dalla Cina a quasi tutti i paesi africani, per cui non
c'è più niente da sperimentare.
Vorrei segnalare che in Italia si potrebbero superare tutti gli ostacoli
burocratici, se ci si ricordasse della scoperta di un geniale quanto
bistrattato ginecologo napoletano:Achille della Ragione, il quale da oltre
15 anni ha scoperto che un'associazione di farmaci, regolarmente in
commercio: prostaglandina ed ossitocici è in grado di provocare l'aborto
con una percentuale di successo superiore alla tanto decantata pillola
francese.
Bibliografia: Contraccezione Fertilità Sessualità vol. 18. n. 4 Luglio
1991
Lettera firmata
Il Golfo 16 novembre 2005
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Pensioni:regole più severe per
gli stranieri
Gentile dottore,
in Francia una straniera che sposa un francese deve attendere 4 anni prima
di poter chiedere la cittadinanza e godere dell'eventuale pensione in caso
di vedovanza e la normativa poco differisce nelle altre nazioni europee,
ad eccezione dell'Italia, dove una folla di ucraine, polacche, rumene ecc.
non ambisce che a portare
all'altare un ottantenne per prendere in un sol colpo i classici due
piccioni: la cittadinanza subito e la pensione di reversibilità entro
brevissimo tempo. E poi ci lamentiamo delle voragini nei conti degli
istituti previdenziali.
Il Giornale 18 novembre 2005 - Roma 23 novembre 2005
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Invasioni ed evasioni
Gentile dottore,
l'entrata in commercio e l'ampia diffusione del Viagra e prodotti similari
, che ha risvegliato prepotentemente i sensi pigri ed intorpiditi di tanti
Italiani sopra gli "anta",associata alla discesa nel nostro paese di una
folla incontenibile di ucraine, polacche, russe, rumene e sudamericane,
desiderose, più che di un
lavoro, di un maschio da spennare, ha provocato una miscela esplosiva,
che ha travolto decine di migliaia di famiglie ed il fenomeno cresce
ogni giorno di più. Darwin sarebbe contento che tanti maschi cerchino
una compagna più giovane, ma tante donne abbandonate sono naturalmente
di parere diverso e tante famiglie sfasciate sono un prezzo troppo alto
e doloroso da pagare sull'altare della globalizzazione
Il Golfo 24 novembre 2005 - Il Mattino 2 dicembre 2005- Roma 18 dicembre
2005
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Sempre più anziani ma con gli
stessi servizi
Gentile dottore,
mentre la crescita zero, anzi sotto zero, fa aumentare il numero di vecchi
e mentre la famiglia tende a sfasciarsi sempre più, non vi è da parte
delle istituzioni un parallelo impegno a creare strutture adeguate a
ricevere una quota di popolazione, che aumenta in percentuale giorno dopo
giorno. Non si tratta solo di costruire case di riposo, ma anche e
soprattutto strutture di accoglimento diurno, accoppiata ad un'assistenza
domiciliare flessibile ed efficiente.
Tanti giovani non si separerebbero dagli anziani, se potessero contare su
un aiuto durante le ore di lavoro. Lo Stato risparmierebbe e le famiglie
non si disgregherebbero, oltre a realizzarsi una maggiore giustizia
sociale tra coloro che possono permettersi una o più badanti ed i meno
fortunati, costretti ai salti mortali per conciliare il lavoro agli
obblighi verso gli anziani.
Il Mattino 23 dicembre 2005 - Roma 24 dicembre 2005
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L’Albergo dei poveri diventa dei
ricchi
Gentile dottore,
tempi felici quando Napoli non aveva al comune, alla provincia ed alla
regione gli attuali amministratori e regnava incontrastato Carlo III,
tempi felici almeno per la miriade di poveracci che l’illuminato sovrano
alloggiò in uno sterminato edificio, il più grande d’Europa ed ai quali
fornì non solo sostentamento, ma insegnò un lavoro che desse dignità e
rispetto agli ultimi della terra…
La grande opera fu ammirata in tutto il mondo, non solo per l’arditezza
delle scelte architettoniche, tra cui la facciata lunga 600 metri!, ma
soprattutto per l’idea che la permeava: dare un alloggio ed un lavoro
anche ai più poveri e sfortunati. Arrivò a contenere più di diecimila
ospiti e possedeva laboratori attrezzati ed efficienti nei quali si sono
formate generazioni di artigiani.
Quando Garibaldi, il conquistatore, venne a Napoli con l’illusione di
portarvi la civiltà, nell’Albergo dei poveri vi erano 8000 ospiti.
In seguito l’istituzione nel periodo post unitario è lentamente decaduta,
fino a cadere in rovina con l’ultimo colpo di grazia infertole dal
terremoto del 1980.
Da decenni si blatera di una nuova destinazione: si parla di sede museale(come
se a Napoli a mancare non fossero i visitatori e non i contenitori), di
sede espositiva di arte contemporanea, di una nuova università, mentre i
nostri solerti amministratori si accapigliano su chi dovrà elaborare i
faraonici progetti e dirigere i dispendiosi lavori di ristrutturazione e
soprattutto come dividersi commesse e tangenti.
E nel frattempo il numero dei poveri e dei senza casa, costretti a dormire
avendo il cielo come tetto, aumenta ogni giorno di più. La piazza
antistante lo storico edificio è affollata di giacigli di cartone, dove
uomini e donne di tutte le età hanno stabilito da tempo la loro dimora ed
ogni angolo della città è divenuto oramai un ricettacolo per poveri senza
speranza. Pensiamo scioccamente a destinazioni culturali ad uso dei
ricchi, quando migliaia di persone non possiedono un tetto e sono
costrette all’accattonaggio o ad infrangere il codice penale.
Restituiamo all’Albergo dei poveri l’antica quanto mai attuale
destinazione: daremo così un tetto ed un pasto a tanti sfortunati e
diverrebbe in tal modo ingiustificato l’accattonaggio, che potrebbe essere
perseguito, snidando i postulanti di mestiere, che da tempo hanno tolto il
decoro a strade e piazze della città.
Corriere del Mezzogiorno 13 dicembre 2005 - Roma 17 dicembre 2005 - Il
Brigante (prima pagina con foto) dicembre 2005 - Napoli.com -
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L’amnistia ed il pifferaio magico
Si riparla di amnistia e questa volta pare che possa
essere la volta buona.
Marco Pannella con il suo invito suadente, con il suo sciopero della fame,
più simbolico che reale, sembra aver compattato le forze parlamentari sia
di destra che di sinistra, riuscendo lì dove fallì il grande Giovanni
Paolo II, che aveva chiesto al Parlamento un gesto, anche minimo, di
clemenza.
L’emergenza criminale spaventa i cittadini, ma la vita dei carcerati è una
realtà scottante ed il livello di civiltà e di democrazia di un Paese si
valuta a seconda del modo in cui vengono trattati i più deboli e non
esiste categoria più abbandonata e negletta della popolazione carceraria,
privata non solo del bene più prezioso per un individuo: la libertà, ma
costretta, per il disumano sovraffollamento delle nostre diaboliche “caienne”,
a subire una infinità di pene accessorie più varie, dalle violenze
sessuali alla sporcizia obbligatoria, stipati come bestie in gabbia, fino
a limiti allucinanti di 16 persone in una cella di 4 metri per 4, più una
squallida ed angusta latrina per i bisogni corporali, per lavarsi e per
lavare le stoviglie dopo i pasti.
Napoli, come sempre, quando si tratta di record negativi è in testa alla
classifica con il sovraffollamento da quarto mondo dei suoi penitenziari,
al cui confronto i gironi infernali danteschi impallidiscono miseramente.
In queste disperate condizioni, prive di qualsiasi dignità, naturalmente
qualsiasi tentativo di recupero è mera utopia: diritto allo studio, al
lavoro, ad un minimo spazio vitale rappresentano chimere irraggiungibili.
E così ogni giorno si calpesta e si ignora sfacciatamente il terzo comma
dell’articolo 27 della nostra Costituzione, il quale recita solennemente:
”… le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di
umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Inoltre, alle
disperate condizioni di vita nei penitenziari si associano ulteriori
disfunzioni, quali la esasperante lentezza con cui i giudici di
sorveglianza esaminano le posizioni dei detenuti, che avrebbero diritto ad
uscire dal carcere ed usufruire del regime di semilibertà.
Se Napoli è da record, anche gran parte degli altri istituti di pena
italiani soffrono di condizioni di sovraffollamento più o meno gravi e di
condizioni di vivibilità ai limiti dell’incubo. Un inferno che neanche la
fertile fantasia di Dante avrebbe potuto immaginare, causato dal gran
numero di detenuti. Un record europeo del quale vergognarsi, che potrebbe
in parte attenuarsi attraverso una diffusa adozione del braccialetto
elettronico, che permetterebbe un maggior utilizzo degli arresti
domiciliari, soprattutto per i detenuti in attesa di giudizio, i quali per
i 2/3 verrà assolto al termine del giudizio. Ma soprattutto un gesto di
clemenza, anche ridotto, per dimostrare che lo Stato non dimentica nessun
cittadino.
Il Golfo 20 dicembre (pubblicata come articolo) - Roma 28 dicembre 2005 -
Napoli.com - Vivitelese.it
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Voteremo alla bulgara
E’ ufficiale: per entrare ai primi posti della lista alle
prossime elezioni politiche Forza Italia chiede un contributo…di 150.000
euro, in alcune regioni 200.000. E poi dicevano tangentopoli.
Il nuovo sistema elettorale, varato in tutta fretta, non prevede scelte di
preferenza per gli elettori. Le liste sono bloccate per cui i partiti
decideranno chi dovrà vincere e noi elettori dovremo recarci alle urne
senza alcuna possibilità di scegliere l’uomo giusto al posto giusto. Il
potere dei partiti si accrescerà enormemente, creando un’anacronistica
oligarchia e le nostre consultazioni saranno simili a quelle bulgare di
qualche anno fa.
Stranamente nessuno ha protestato, né i giornali, né gli intellettuali, né
le forze politiche di sinistra, da tempo abituate a scelte verticistiche.
Nessuna voce libera potrà ascoltarsi nel nuovo Parlamento, espressione di
una dittatura democratica e le aule di Camera e Senato torneranno a
divenire sorde e grigie, senza essere costrette ad ospitare bivacchi di
manipoli.
La Stampa 4 gennaio 2006
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Traffico impazzito ed economia in
declino
Gentile direttore,
Tra i tanti record negativi di Napoli certamente quello del traffico più
caotico è uno di quelli di più lunga data, con quadrivi a “croce uncinata”
in ogni ora del giorno. Naturalmente il primo effetto negativo si
riverbera sull’economia cittadina, che vive principalmente di commercio,
oramai strangolata da una marea di auto clacsonanti alla ricerca disperata
di un parcheggio.
Eppure alcuni anni or sono fu varata una legge, la Tognoli, che favoriva,
con agevolazioni fiscali e creditizie, la costruzioni di parcheggi
sotterranei da parte dei privati. A Napoli tale normativa non è stata mai
applicata. Si è voluto privilegiare la creazione di grossi parcheggi da
parte di una società legata allo sporco gioco delle tangenti e delle
lottizzazioni politiche e tutti noi sappiamo come è andata a finire: la
magistratura è dovuta intervenire quando le ruberie e le malversazioni
hanno superato il livello di guardia ed il risultato è stato nessun
parcheggio ed enorme spreco di risorse pubbliche.
Se si riuscisse a mettere in moto un meccanismo che invogli i condomini a
dotarsi di parcheggi privati, si otterrebbero numerosi risultati positivi,
ma soprattutto si darebbe lavoro per anni ad imprese e maestranze
attualmente inoperose.
Speriamo che in occasione delle imminenti consultazioni elettorali
amministrative i partiti, invece di discutere di argomenti di respiro
internazionale, si impegnino con i cittadini ad affrontare questo
problema, che tanti benefici potrebbe arrecare alla città in termini di
economia e vivibilità.
La Repubblica 9 gennaio 2006 - Il Mattino 10 gennaio 2006 - Roma 10
gennaio 2006
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Lo scorrere inesorabile del tempo
Gentile dottore,
noi viviamo immersi nel tempo e ciò rappresenta un mistero ancora senza
soluzione.
Il grande Sant'Agostino a tale proposito era lapidario: "So bene cosa sia
il tempo, ma se mi chiedono cosa sia non so rispondere". Per capirne il
valore vogliamo
provare a chiedere cosa rappresenti a chi ne ha vissuto intensamente una
frazione.
Per capire il valore di un anno chiederemo lumi ad uno studente che è
stato bocciato;
per intendere il valore di un mese ci rivolgeremo ad una madre che ha
partorito prematuramente;
per capire il valore di una settimana chiederemo all'editore di un
settimanale;
per valutare il valore di un'ora chiederemo all'innamorato Achille che
attende in ritardo di incontrarsi con l'amata Elvira;
per apprendere l'importanza di un minuto possiamo saperlo da chi ha appena
perso il
treno;
per capire l'importanza di un secondo ci rivolgeremo a chi ha appena
evitato un incidente;
per capire l'importanza di un decimo di secondo chiederemo all'atleta che
per esso ha perso l'alloro olimpico;
Ieri: storia; domani: mistero. Non ci resta che da vivere ed intensamente
il presente, cercando ciò che più ci piace: salute, felicità, successo,
mentre l'orologio del tempo prosegue inesorabile il suo cammino.
Roma 15 gennaio 2006 - Il Mattino 24 gennaio 2006
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Cervelli in fuga
Gentile dottore,
L'esodo verso l'estero dei nostri migliori cervelli ha ripreso vigore
negli ultimi anni, impoverendo gravemente la ricerca scientifica ed
ipotecando definitivamente il nostro futuro di nazione progredita.
Siamo lo Stato che spende meno in termini di investimento: poco più del 1%
del prodotto interno lordo, meno della metà di paesi come la Germania o
l'Inghilterra.
Qualsiasi giovane che voglia progredire nella sua branca non ha altra
scelta che emigrare.
E vogliamo discutere solo di cervelli in fuga, trascurando tanti "corpi"
in fuga, senza
dimenticare che spesso, ma non sempre, dietro un cervello in fuga vi è una
famiglia con discrete possibilità economiche, mentre dietro un "corpo" in
fuga vi sono altri corpi che chiedono perentoriamente di mangiare e di
vestirsi.
La Cina sta affrontando il problema in maniera drastica. offrendo stipendi
10 volte superiori a tutti gli scienziati che vogliano tornare in patria
dagli Stati Uniti.
Non è facile trovare in Italia, dove lobby, consorterie e baronie regnano
incontrastate, un rimedio che possa provocare un' inversione di tendenza,
ma vorremmo avanzare una proposta. Creare un organismo dotato di ampi
poteri, che possa facilitare il rientro di scienziati forniti di
significative esperienze acquisite in paesi stranieri. Bisognerebbe
riservare nelle università e nei centri di ricerca un certo numero di
posti a "superdotati" di ritorno dall'estero.
Siamo così attenti a garantire il lavoro agli handicappati, spesso
fasulli, garantiamo, nell'interesse comune, un lavoro ai superdotati,
attenti solo che siano veri.
Il Golfo 17 gennaio 2006 - La Stampa 17 gennaio 2006 – L’Unità 17 gennaio
2006
Corriere del Mezzogiorno 20 gennaio 2006
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I messaggi delle massaggiatrici
Gentile dottor Gargano,
ho notato con stupore e nostalgia la ricomparsa nella rubrica delle
inserzioni commerciali dei messaggi delle "massaggiatrici", stranamente
scomparsi da decenni, nonostante viviamo in un periodo di mercantilismo
sfrenato.
Sono ritornato agli anni in cui leggevo questi annunci con un interesse
malizioso, che poteva diventare personale, ben diverso da oggi che la
lettura è puramente intellettuale.
Scopro così che l'offerta, al passo con i tempi, si è specializzata, ma a
pensarci bene già sugli antichi lupanari pompeiani esplicativi affreschi
pubblicizzavano le prestazioni nelle quali la proprietaria era
particolarmente versata.
Poi si possono percepire gli effetti della globalizzazione: brasiliane e
cubane calienti, slave vogliose, addirittura cinesi meticolose e pazienti.
Quanti posti di lavoro perduti per le nostre prestatrici d'opera!
Le possibilità coprono non solo tutti i gusti, ma anche tutti i momenti ed
i luoghi della città.
Ci siamo recati in visita ad un parente ricoverato e ci siamo rattristati?
Vi è subito il rimedio per risollevare... lo spirito: ardente minorenne,
prestazioni particolari, zona ospedaliera.
Siamo all'aeroporto ed il nostro aereo è in ritardo?. Niente paura, ci
penserà Nietta, prezzi modici, calata Capodichino.
O tempora, o mores, avrebbe gridato un severo censore nostro antenato, noi
semplicemente sorridiamo.
Corriere del Mezzogiorno 31 gennaio 2006
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