Cap.9
Un Cristo nudo del 1400 rivede la luce a Lauro
Scoperto un raro ciclo di affreschi del XV secolo a Lauro di Nola.
Una rarità iconografica che sta meravigliando gli stessi studiosi.
Il Duemila, anno giubilare, è trascorso in Campania denso di
manifestazioni religiose e appuntamenti culturali che hanno
riavvicinato il grande pubblico non solo agli aspetti intimi della
fede, ma anche alle necessarie «esteriorità», tra queste la più
ghiotta è stata senza dubbio la mostra artistica sul tema della
Croce tenutasi presso la sala Carlo V nel Maschio Angioino.
La mostra ricca di straordinari reperti, alcuni dei quali,
preziosissimi, mai esposti prima, ha fatto seguito ad un dotto
convegno sull’argomento organizzato nei mesi precedenti dal
professor Boris Iulianich, emerito nell’Università di Napoli e
massimo esperto di storia del Cristianesimo, che ha visto la
partecipazione di ben 54 relatori provenienti da ogni angolo del
globo.
Per rimanere nel tema cristologico vogliamo segnalare una
sensazionale scoperta avvenuta nella chiesa di Santa Maria della
Pietà a Lauro di Nola (fig. 1), ove nell’ambito di un ciclo di
affreschi quattrocenteschi, a lungo rimasti sepolti tra le
fondamenta di una chiesa più moderna, spicca una scena del Battesimo
di Cristo con un’iconografia assolutamente rara: una
ostentatiogenitalium in piena regola, che lascia esterrefatti,
perché la raffigurazione di nostro Signore completamente nudo, in
età adulta è poco meno che eccezionale.
fig.01-S.Maria della Pietà
In Italia possiamo citare soltanto due altri esempi: il crocifisso
ligneo scolpito da Michelangelo nel convento di Santo Spirito in
Firenze ed un mosaico nella cupola del Battistero della Cattedrale
di Ravenna risalente al V secolo.
In tutto il mondo sono poche decine gli esempi di nudità di Gesù,
esaminando un periodo che abbraccia dall’età bizantina fino alla
metà del secolo XVI, come ha segnalato lo Steinberg nella sua
monumentale ricerca sulla sessualità di Cristo.
La scoperta di questi affreschi, sepolti e dimenticati, è stata del
tutto fortuita anche se è avvenuta per l’intuito di un benemerito
erudito locale, il professor Pasquale Moschiano, autore di pregevoli
ricerche su Lauro di Nola, il quale, sulla base di alcuni indizi
ottenuti in antichi documenti storici, fece compiere degli scavi tra
le antiche mura sottostanti l’attuale chiesa di Santa Maria della
Pietà.
Questi lavori portarono alla luce due strati sottoposti
dell’originario monumento, di cui uno di epoca medioevale e il più
antico addirittura di età romana. Mentre procedevano gli scavi e si
poneva mano ai lavori di consolidamento delle strutture ed alla
ristrutturazione dell’ipogeo, il terremoto del 1980 fece precipitare
la situazione.
Fu successivamente la paziente ed amorevole opera di restauro
intrapresa dall'architetto Pasquale Belfiore a riportare alla luce
lentamente le memorie del passato. Dirigere uno scavo oltre a un
impegno professionale è un emozionante avventura in grado di
produrre immensa commozione, nel momento in cui la terra restituisce
dal suo grembo vita, storia e cultura di altri tempi, tenute sepolte
per centinaia di anni.
L’affresco che raffigura il battesimo del Gesù nudo nelle acque del
Giordano (figg. 2-3) è di una miracolosa semplicità, frutto della
ingenua spontaneità di un ignoto autore che ha lavorato
probabilmente nei decenni centrali del XV secolo. Un artista
impegnato a ritrarre l’episodio del battesimo del Redentore ha
sempre avuto problemi nel coniugare la genuinità della
rappresentazione con i dettami della morale e con le severe regole
previste dall’iconografia ortodossa. Spesso egli utilizza alcuni
artifizi tecnici quali l'intorbidimento delle acque del Giordano, la
presenza di un perizoma, la cancellazione sic et simpliciter dei
genitali, oppure una pudica mano calata a ricoprire le “vergogne”.
Tutte soluzioni che cozzano contro la spontaneità e la purificazione
che emana vigorosamente dalla funzione del battesimo. Nessuna delle
quali fortunatamente è stata adottata dal nostro misterioso artista,
che ci ha così regalato questo antico precursore, prorompente quanto
inconsapevole, di Jesus Christ Superstar.
fig.02-Battesimo di Cristo
Per anni la Chiesa, sessuofobica come sempre, soprattutto dopo il
Concilio di Trento e la Controriforma ha ordinato di ricoprire le
arditezze degli artisti. Celeberrimo l'episodio di Daniele da
Volterra al quale fu ordinato di mettere le mutande all’opera del
più grande di tutti i tempi, Michelangelo, che nella Sistina non
avena posto freni al suo genio incontenibile.
Il Cristo ignudo di Santa Maria della Pietà di Lauro si è salvato
dalle ire puritane della Chiesa grazie all’edificazione delle
strutture sovrastanti, che hanno costituito felicemente una sorta di
enorme perizoma architettonico. Ritornato alla luce dopo secoli,
questo splendido affresco costituirà senza dubbio una delle
attrazioni più importanti della tranquilla cittadina di Lauro di
Nola, fino ad oggi nota per il castello Lancellotti, per i murales
che la ingentiliscono e per aver dato i natali all’eroe della
trasvolata artica Umberto Nobile.
Per visitare la serie di affreschi quattrocenteschi è necessario
contattare preventivamente il delegato al turismo Sig. Pietro
Casalino, sempre pronto e disponibile al numero 0347 - 5080623.
fig.03-Particolare del Battesimo di Cristo
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