Cap.53
Uno stilista di fama mondiale
Fausto Sarli
Fausto Sarli, nato a Napoli nel 1929, spentosi a Roma nel 2010, è
stato uno dei più grandi stilisti d’alta moda italiani, famoso in
tutto il mondo.
Definito lo “scultore dell’alta moda", è stato uno degli stilisti
più creativi dell’haute couture italiana, ma anche uno dei più
schivi e riservati. Suoi atelier sono a Roma, Milano e Napoli.
Iscritto da giovane alla Facoltà di Economia Marittima, lasciò
perdere gli studi universitari perché la sua vocazione era disegnare
le “pezze” che avrebbero rivoluzionato la moda degli anni Quaranta.
Una mattina, sul terrazzo di un albergo di Sorrento, stava
abbozzando lo schizzo di un abito quando alle sue spalle una certa
Adriana si mise a scrutare il modello che andava prendendo corpo sul
foglio di carta. Adriana era la direttrice della sartoria Schubert:
capì subito che quel ragazzo prometteva bene e se lo portò a Roma
dal grande maestro napoletano, idolo della nobiltà capitolina.
Schubert intuì le potenzialità di Fausto e lo inviò a perfezionarsi
da un altro napoletano, il suo famoso ex tagliatore Antonio De Luca.
Tornato a Napoli, dopo aver appreso tutti i segreti della
lavorazione, per quattro anni Sarli fece il suo tirocinio con una
piccola clientela privata in un paio di stanzette ad Antignano, al
terzo piano di un palazzo senza ascensore, godendo della fiducia
delle signore che si rivolgevano a lui, alcune anche della buona
società napoletana.
Nel 1954 vinse il premio come miglior figurinista di moda,
aggiudicato da una giuria di personalità quali Federico Schubert,
Jole Veneziani, Antonio De Luca, Roberto Capucci. Questo premio gli
spalancò le porte di Palazzo Pitti, dove presentò due modelli
rivoluzionari che ottennero grandissimo successo ma, mentre i suoi
rivali alloggiavano nei grandi alberghi del lungarno e per spostarsi
adoperavano Lincoln ed Aston Martin, Sarli trascorreva tre notti nei
vagoni ferroviari in sosta nella stazione di Santa Maria Novella.
Nel 1961 disegnò i costumi per Mina nella trasmissione “Giardini
d’Inverno” e, sempre negli anni Sessanta, vestì le attrici Liz
Taylor, Gina Lollobrigida e Valentina Cortese fino ad arrivare,
negli anni Novanta, a Monica Bellucci, Eva Herzigova e Carol Alt ed
in tempi più recenti a Carla Bruni, Valeria Mazza e Carol Beker. Tra
le sue clienti, anche mogli e figlie di politici di primo piano.
La notorietà acquisita lo portò a Londra, New York, Sydney, Rio De
Janeiro e Paesi del Golfo Persico. Negli anni ‘70 iniziò ad
espandersi nel mercato asiatico, in particolare quello giapponese: a
Tokio preparò con cura collezioni per donne attaccate a tradizioni
millenarie ed al kimono.
Nel 1984 creò la linea “Sarli Prèt a Pòrter”. Instancabile, era
capace di stare in piedi per tre giorni di fila e di provare anche a
notte fonda un abito da sposa.
Negli anni Novanta ricevette premi e riconoscimenti nazionali ed
internazionali. I suoi 50 anni di attività furono festeggiati a Roma
con una sfilata in piazza del Campidoglio, illuminata da Vittorio
Storaro, che culminò nella consegna del “Premio Marco Aurelio”.
A partire dal 1998 restaurò il guardaroba di Eleonora Duse, esposto
in mostra nei più importanti musei del mondo, tra i quali
il “Guggenheim Museum” di New York.
Nel 2003 il Comune di Napoli inaugurò, alla Fondazione Mondragone, il
” Museo della Moda” che espone stabilmente 50 preziosi abiti donati
da Sarli alla sua città natale.
Nel 2010 il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, gli consegnò il premio
“Lupa Capitolina” con la seguente motivazione: "al maestro
dell’eccellenza dello stile italiano nel mondo". Nel premiarlo, il
sindaco dichiarò che il riconoscimento è "un premio alla creatività
e al genio di un grande stilista. Un premio che onora il maestro
Fausto Sarli, la sua persona, al di là di ogni enfasi, di ogni
retorica. Premiamo la sua creatività, l’eccellenza del nostro Made
in Italy".
Alla sua morte, fu ricordato in un messaggio di cordoglio
dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come uno
“stilista universalmente apprezzato per l’originalità e alta qualità
delle sue creazioni e per la particolare sobrietà e distinzione
personale”. Il Comune di Roma offrì il Campidoglio come camera
ardente.
Questa in breve la sua vita.
Come in quello di tanti napoletani, nel suo bagaglio c’erano
intelligenza, cultura, gusto: a queste doti, Sarli aggiunse volontà,
applicazione, spirito di rischio come quando, giovanissimo, aprì il
suo atelier nel cuore della Napoli elegante ed i negozianti del
quartiere, invitati all’inaugurazione, lo snobbarono.
Tra tante, la sua creazione preferita fu sempre l’abito da sposa. Il
suo scopo, nel disegnarlo, era far ricordare per tutta la vita il
magico momento in cui lo si era indossato. Da consumato psicologo,
studiava la personalità della cliente interrogandola a lungo e,
senza finta modestia, si vantava di non averne mai sbagliato uno.
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