Cap.7
Addio Regina sei stata una grande regina
Regina Bianchi
Il teatro napoletano ha partorito numerose grandi attrici, ma Regina
Bianchi, spentasi pochi giorni fa a 92 anni nella sua casa romana
era rimasta l’unica ad aver recitato sia con Raffaele Viviani che
con Eduardo De Filippo, mostri sacri a cui si deve la straordinaria
vivacità di testi, applauditi per decenni e che costituiscono la
spina dorsale di una tradizione che tutti ci invidiano.
Era oltre che una finissima attrice anche una donna di carattere, in
grado di recitare le battute con una sorta di distacco regale senza
cadere mai nel sentimentalismo.
Leccese di nascita e napoletana d’adozione, il suo cognome, derivato
dalla nonna paterna, era D’Antigny, che, durante il Fascismo, dov’è
cambiare e scelse Bianchi, perché gli sembrò il più anonimo
possibile.
Forse come ha ipotizzato Enrico Fiore, la scelta fu influenzata dal
ricordo di una Brigida Bianchi, la quale, in pieno Seicento, si
distinse non solo come abile commediante, ma anche come raffinata
compositrice di sonetti, madrigali e sonetti, che furono apprezzati
da Corneille, Molière e Racine. E come Reginella debuttò, appena
sedicenne, in “Campagna napolitana” messa in scena dalla compagnia
di Viviani e sotto la stessa guida, cambiando testo ogni tre-quattro
sere, recitò in una sola stagione altre commedie da “L’ultimo
scugnizzo” a “Tuledo e notte”.
Quindi l’incontro fatidico con Eduardo nel 1941 con il quale lavorò
fino al famoso litigio con Peppino, che la turbo’ oltre misura.
Chiese 10 giorni di tempo per meditare, invece si allontanò dal
maestro per quindici anni e quando decise di ritornare venne accolta
a braccia aperte come se fossero trascorsi i fatidici 10 giorni. Le
fece interpretare l’ambito personaggio di Filumena Marturano, a cui
seguirono altri titoli fondamentali: “Sabato, domenica e lunedi”,
“Il sindaco del rione Sanità”, “Napoli milionaria” e “Questi
fantasmi”.
In seguito con eguale bravura interpreto’ personaggi apparentemente
lontani dal suo DNA partenopeo, creati da Lorca, Pirandello, Brecht
e Goldoni.
Lavoro’ anche per il cinema e la televisione. Sul grande schermo
vinse un Nastro D’Argento per “Le quattro giornate di Napoli” di
Nanni Loy, ma fu egualmente brava nel “Giudizio Universale” di De
Sica, in “Kaos” dei Fratelli Taviani e nel “Gesù di Nazareth” di
Zeffirelli.
Frequenti anche le sue apparizioni televisive, diede volto e corpo
alla contessa Agnese in “Elisa di Rivombrosa” e fece parte del cast
di “Vite blindate”, storie di mafia e pentitismo viste dall’occhio
di un’adolescente.
Il suo ultimo riconoscimento le fu assegnato il 18 settembre scorso
sul palco del San Ferdinando, presenti Isa Danieli e Lina Sastri,
sue eredi dell’interpretazione di Filumena.
Già malata non poté intervenire, ma inviò un messaggio ai giovani:
“Siate sempre umili e portate in giro il messaggio di quanto è bella
Napoli e quanto può donare al mondo”, una volta le chiesero se si
sentisse più legata alla lezione di Viviani o di Eduardo,
candidamente rispose che volentieri avrebbe recitato un lavoro
scritto da entrambi.
Un’eguale domanda fu rivolta da Eduardo a suo figlio Luca: “Secondo
te, chi è più brava Pupella o Regina?”. Anche lui non rispose,
perché è impossibile rispondere entrambe bravissime. Prima di loro
la parte fu di Titina De Filippo, per la quale venne scritta la
commedia. Luca tiene a sottolineare quanto sia grave la sua perdita,
soprattutto se scompare il ricordo del suo insegnamento che il
teatro è sacrificio, dedizione, passione, serietà.
Addio Regina ci mancherai, ma ci ricorderemo di te ogni volta che
rivedremo la gelida Filumena, l’intrigante Teresa di “Ditegli sempre
di sì”, la cupa e amara Amalia di “Napoli milionaria” o
l’imponderabile Armida di “Questi fantasmi”.
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