Cap.32
La guerriglia di Capodanno
Ancora un tragico Capodanno, ancora morti e feriti per botti esplosi
senza controllo e fuochi acquistati sulle bancarelle abusive. Il
bilancio complessivo delle persone coinvolte negli incidenti
verificatisi nella notte di San Silvestro è di due morti e 361
feriti. Una vera notte di barbarie che ha attraversato l’Italia dal
Sud al Nord e che ha trovato come sempre il suo epicentro a Napoli
ed in Campania, dove da anni si svolge una vera e propria guerriglia
e dove si sono verificati i due decessi: uno a Caserta per colpa di
una miccia troppo corta e difettosa di un missile che ha frantumato
il cranio del proprietario di un noto ristorante ed a Benevento dove
un razzo ha decapitato un imprenditore dopo avergli devastato il
volto.
Anche questa volta si è perso il conto di dita e mani amputate,
accecamenti, ustioni gravissime. I botti diventano di anno in anno
sempre più potenti e pericolosi, dando luogo a danni gravissimi e
invalidità permanenti.
Napoli è affetta da un’assurda malattia, la cui febbre sale con
l’implacabile scandire delle lance verso la mezzanotte.
Non sono mai serviti gli inviti alla prudenza, nemmeno quelli
arrivati da testimonial amati e prestigiosi. Subiamo senza reagire
il fascino perverso di questa tradizione arcaica. Attraverso i botti
si esorcizza la paura e si grida forte la rabbia. Più c’è crisi
economica e più si spara, meno soldi si hanno più si spende per
girandole e botte a muro. In una gara insensata con i vicini di
casa, giurando di riscattarsi l’anno successivo, se qualche
condomino ha sparato più forte di tutti.
Comprare prodotti illegali è semplicissimo; un ragazzino conosce le
dinamiche del mercato meglio di un finanziere. Ciò che è vietato è
facilissimo da comprare.
E da questa strage non sono immuni gli animali domestici, cani e
gatti, compagni fedeli della nostra vita quotidiana, per i quali
questa assordante follia collettiva si traduce in una tortura
incomprensibile che porta al terrore estremo, causa panico anche in
esemplari di grande coraggio, come cani lupo, mastini e rottweiller.
Questo Capodanno secondo i dati delle associazioni animaliste le
vittime sono state più di 900: bruciate, investite dai razzi, ma
anche morte di crepacuore per la paura.
Sarebbe stato più opportuno devolvere tutti questi soldi in
beneficenza. C’è un mondo che soffre in silenzio e dignità: aiutiamo
costoro, anziché sparare in aria in maniera inconsulta. Perché in
futuro questo auspicio possa avverarsi sarebbe necessario ed
improcrastinabile che i botti venissero puniti con pene molto severe
sia per chi li fabbrica che per chi li acquista. Ci vorrebbe una
sorta di tolleranza zero in primo luogo contro gli abusivi che
bisogna smettere di considerare dei poveri cristi che si guadagnano
la giornata e poi punendo anche chi li detiene per adoperarli,
equiparando i petardi che contengono un certo quantitativo di
polvere da sparo in tutto e per tutto al possesso di esplosivi e
trattati anche dal punto di vista come tali.
Le bancarelle per la vendita dei botti sono spuntate come funghi un
po’ dovunque in città e in provincia: a Secondigliano, Pianura,
Ponticelli, Piazza Mercato, Fuorigrotta, con la camorra che gestisce
la distribuzione della materia prima proveniente dalla Cina ormai
per il 90% del mercato.
Buona parte della produzione è appannaggio dei laboratori privati
che si contano a decine nelle zone periferiche della Campania. Sono
capannoni o sottoscala nei quali vengono mescolati ed assemblati
polvere nera, nitrato, potassio e zolfo. Il risultato sono botti
micidiali, venduti con nomi suggestivi o folkloristici che
nell’ultimo decennio ha provocato una dozzina di morti ed oltre 4000
feriti.
Vi sono almeno 50 aziende fuorilegge, ma anche chi dovrebbe essere
in regola non lo è perché il personale lavora in nero come nel caso
del fuochista morto ad Angri poco prima di Natale.
Una situazione di precariato strutturale che finisce per portare
altri soldi nelle casse dei clan ai quali produttori pagano lucrose
tangenti nonostante le forze dell’ordine abbiano intensificato i
loro sforzi pe reprimere il fenomeno. Infatti nel 2012 i sequestri
di materiale illegale sono arrivati a 23 tonnellate a fronte delle 8
del 2011.
Nonostante tutto razzi e cipolle dilagano, non fanno nessun gioco
luminoso ma solo un gran botto; proiettili che, sparati ad altezza
d’uomo, sono micidiali.
Sono quelle stesse cariche micidiali che la camorra adopera per far
saltare saracinesche e vetrine dei negozianti che non vogliono
pagare il pizzo.
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