Questo libro inquadra la figura del Farelli nel panorama artistico
napoletano della seconda metà del Seicento e ci permette di
conoscere ed apprezzare un artista poco noto, attivo per oltre
cinquanta anni, non solo nelle principali chiese napoletane, ma
anche in Abruzzo ed in Toscana.
Discepolo di Andrea Vaccaro, egli subì il fascino di Guido Reni e
del Domenichino, pur rimanendo nell’ambito di una tradizione
figurativa di marca napoletana e si orienterà in seguito allo studio
dei maestri cinquecenteschi, raggiungendo un espressionismo
esasperato, soprattutto nei particolari anatomici, resi con
particolare forza attraverso un costante esercizio disegnativo.
Il contatto col Giordano sarà quanto mai fecondo, perché il Farelli
dall’illustre collega seppe cogliere gli aspetti innovativi, che
trasferì nel suo stile personale.
Vengono pubblicati vari documenti di pagamento, che hanno meglio
delineato i termini cronologici della sua attività, permettendo una
più precisa ricostruzione degli influssi esercitati sul suo stile
dall’ambiente artistico circostante.
Il mercato antiquariale, oggi che sappiamo meglio riconoscere il suo
stile, ci ha restituito numerosi quadri destinati al collezionismo
privato, che vengono illustrati per la prima volta, incrementando il
suo catalogo, che oramai può contare su molte decine di opere certe.
Concludono l’opera una corposa bibliografia con 130 titoli, tra i
quali vengono segnalati i più significativi ed una serie di tavole
per un totale di circa 150 immagini.