Con questo modesto articolo raggiungo
quota cinquecento in circa di tre anni di collaborazione con
www.napoli.com la più importante testata on line del sud Italia. Ho
cercato di scegliere un argomento di interesse generale che potesse
interessare una vasta platea di lettori e non la nicchia di
appassionati di arte o problemi di Napoli, i miei interessi
principali, che hanno costituito la maggior parte dei miei
contributi(tutti consultabili sul sito digitando il mio nome). Un
breve saggio che possa essere letto anche fra qualche anno, perché
se il destino degli scritti sui giornali cartacei dura lo spazio di
un giorno, anche se può essere utile l’indomani per incartare la
frutta al mercato, i pensieri e le meditazioni trasmesse attraverso
internet, grazie agli archivi telematici ed ai motori di ricerca,
hanno l’ambizione di sfidare il tempo, se non l’eternità, almeno
fino a quando tra gli uomini sarà vivo l’interesse per la lettura ed
il silicio dei computer resisterà più a lungo del carbonio dei
cervelli.
Ho scelto il bacio(dalla preistoria ai nostri posteri) una
manifestazione di affetto che non ha età, dal neonato che poppando
bacia teneramente il seno della mamma all’anziano che bacia
affettuoso i suoi nipotini.
«Ma poi che cosa è un bacio?
Un
giuramento fatto un poco più da presso,
un più preciso patto,
una confessione che sigillar si vuole,
un apostrofo rosa messo tra
le parole t'amo.»
(Cyrano de Bergerac - Edmond Rostand)
Quando nasce il bacio?
L’origine del bacio, a detta degli
antropologi, risale alla preistoria, quando le nostre antenate per
nutrire i loro piccoli sminuzzavano il cibo nella loro bocca prima
di passarlo, attraverso una sorta di bacio alimentare, ai fantolini.
Questa ipotesi è stata avanzata anche da Desmond Morris, il celebre
etologo inglese autore di numerosi libri sul comportamento umano,
che la elabora, precisando come le madri svezzavano i loro figli
masticando il cibo e dandolo loro con un bocca a bocca che implicava
una notevole quantità di pressioni reciproche della lingua e delle
labbra, un modo di nutrire i bambini simile a quello degli uccelli
ci sembra oggi bizzarro ed estraneo, ma - scrive Morris nel libro
"L'uomo e i suoi segreti" - la nostra specie l'ha probabilmente
praticato per più di un milione di anni.
Gli amanti che si esplorano reciprocamente la bocca con la lingua
ritroverebbero, quindi, il benessere arcaico e la sensazione di
gratificazione e fiducia della nutrizione bocca a bocca. Questo, per
il biologo, rafforzerebbe la loro confidenza e il loro legame. Anche
secondo Freud, attraverso il bacio, si recupera il soddisfacimento
dell'oralità dell’ infanzia. La bocca è il primo strumento
privilegiato attraverso cui i bambini conoscono le persone, gli
oggetti il mondo. I bambini portano tutto alla bocca, perché è un
organo estremamente sensibile e luogo di transito di ciò che dà più
soddisfazione: il cibo.
I neurobiologi hanno di recente, con ricerche approfondite, ridimensionato il ruolo della passione e del sentimento ed affermano perentoriamente che la funzione del bacio sia prevalentemente quella di selezionare il partner con finalità squisitamente riproduttive.
Il bacio rappresenta una sorta di panacea, sia quello più superficiale ed affettuoso, sia quello più approfondito, pregno di erotismo e sensualità.
A seconda dei casi si liberano neurotrasmettitori chimici dall’ossitocina, che produce fiducia, alle endorfine, che stimolano l’allegria ed allontanano la tristezza, mentre tende a scendere il livello del cortisolo, fattore di stress, che aumenta nelle situazioni di ansia e pericolo.
Quando il bacio è appassionato si scatenano numerose variazioni fisiologiche: dalla dilatazione dei vasi sanguigni, che producono rossore delle guance ed un maggiore afflusso di sangue al cervello, mentre il cuore comincia a pulsare più intensamente e le pupille si dilatano.
Inoltre aumenta la produzione di dipamina, che induce desiderio, esaltazione, euforia.
Attraverso il bacio uomo e donna si scambiano una serie di germi (circa 300) e relative informazioni di istocompatibilità genetica, oltre a degli odori subliminali, sul tipo dei ferormoni, molto diffusi nei mammiferi, che inducono una coppia a riprodursi.
Fino a pochi anni fa il bacio era presente nel 90% delle culture esistenti al mondo, ma oggi grazie alla globalizzazione mediatica, la percentuale è aumentata grazie ad icone grandiose come Clark Gable e Vivien Leigh in “via col vento” ed il bacio alla francese, praticato anche dai bonobo, i nostri cugini primati, che rimangono bocca a bocca fino a 12 minuti, un primato da Guinness.
Più lungo è il bacio e più intensamente il testosterone, attraverso la saliva, eccita la donna.
Arte e letteratura hanno glorificato per secoli quest’arte sottile ed oggi la scienza vuole ridurre tutto ad un gioco di germi e di ormoni.
Sarà vero, ma nonostante tutto continueremo imperterriti a baciarci
La sensazione che scaturisce da un bacio è estremamente complessa ed
alla base dell’emozione che provoca vi è il lavoro di ben 35 muscoli
facciali, un’accelerazione del battito cardiaco, un aumento della
pressione e la messa in circolo di sostanze neuro ormonali che
tendono ad innalzare l’umore. Il bacio è proprio degli esseri
umani (fig.1), l'Homo sapiens sembra infatti l'unica specie animale
che si scambia baci, anche se a volte degli scambi di effusioni tra
animali sembrano simularlo come nel caso di questi due cani della
prateria (fig.2) ed alcune scimmie antropomorfe, i bonobo, lo
pratichino costantemente. Attualmente si ritiene che il bacio abbia
anche la funzione di cercare partner con un corredo genetico diverso
dal proprio per rinforzare la prole.
fig.01 - bacio
fig.02 - cani della prateria
Esso si manifesta in egual maniera in tutte le culture ad eccezione
degli eschimesi o dei pigmei che si strofinano vicendevolmente i
nasi, tra le popolazioni più antiche anche i mongoli ed i giapponesi
non lo conoscevano
Il bacio esprime una serie molto ampia di situazioni e relazioni,
dalla sottomissione al cospetto di un potente del quale si baciano i
piedi al saluto tra parenti ed amici, dallo scambio di intimità tra
due amanti alla cerimonia di ingresso in una categoria o in un
clan (fig.3), si pensi al bacio accademico o a quello tra mafiosi o
vecchi camorristi, o a quello scambiato tra grossi esponenti della
politica (fig.4), vi sono poi i baci liturgici ad oggetti sacri
durante le funzioni e l’amministrazione di alcuni sacramenti, o tra
capi religiosi (fig.5).
fig.03 - bacio de Michelis Jannuzzi
fig.04 - baci tra potenti
fig.05 - bacio tra capi religiosi
I musulmani baciano la Pietra Nera alla Mecca, mentre gli ebrei
baciano il Muro del pianto, gli hindu baciano talvolta la terra nei
templi e i cattolici, durante la liturgia del Venerdì Santo, baciano
la croce in segno di adorazione per il Cristo. Nel cerimoniale
papale è tradizionale baciare i piedi al Papa (l'anello per i
cardinali), una tradizione nata nell'impero bizantino ai tempi
dell'imperatrice Teodora come segno di estrema devozione al sovrano.
D'altro canto il Papa, in segno d'umiltà, è solito baciare la terra
appena arrivato in un nuovo paese.
Senza dimenticare negli ambienti nobili e raffinati l’usanza
del"baciamano" (fig.6), consistente nello sfiorare appena con le
labbra (di un uomo) il dorso della mano di una donna.
Un bacio molto particolare dalla prorompente sensualità è il bacio
alla francese (fig.7) che consiste nel baciare a bocca aperta
l'altra persona, muovendo vigorosamente le lingue e spesso con
scambio di leggeri morsi sia sulle labbra che sulla lingua stessa ed
è, quasi sempre, scambiato ad occhi chiusi. Il bacio alla francese è
un avvicinamento all'atto sessuale vero e proprio, ovvero uno dei
cosiddetti preliminari, e spesso i più giovani iniziano a scoprire
il sesso tramite questo tipo di bacio.
fig.06 - bacia mano
fig.07 - bacio alla francese
Nella Firenze del Trecento, come ci narra Dino Compagni, la pace tra
fazioni diverse era suggellata da un bacio sulla bocca tra i
rispettivi capi, un’usanza ancora in vigore negli anni Sessanta del
secolo scorso tra i big della nomenklatura sovietica (fig.8).
Noi ci interesseremo solo e soltanto del bacio d’amore tra un uomo
ed una donna, quello cantato da poeti e romanzieri, immortalato
nella tela e nel marmo da pittori e scultori, fino ai maestri della
fotografia, ai registi cinematografici ed ai cantautori.
Sarà un viaggio breve, ma affascinante.
fig.08 - bacio Breznev Honecker
I baci più antichi delle arti figurative sono quelli conservati
negli scavi di Pompei o nel Gabinetto erotico del museo archeologico
di Napoli (figg.9 – 10), in linea con una erronea tradizione
storica, che vuole collocare la nascita del bacio, in senso moderno
al I secolo a.C., quando per combattere l’abitudine di bere per le
donne fu stabilito che qualsiasi uomo avesse incontrato per strada
una sua parente poteva avvicinarsi per controllarne l’alito.
Naturalmente se accertarsi della sobrietà è relativamente semplice,
ben più difficile è assicurarsi dell’amore di una donna, per cui il
bacio, da semplice avvicinamento delle labbra, sarebbe divenuto ciò
che tutti noi ben sappiamo, sin da bambini (fig.11).
fig.09 - bacio affresco pompei
fig.10 - Polifemo e Galatea (Napoli, Museo Archeologico)
fig.11 - Bouguereau - Il primo bacio (Collezione_privata)
I latini avevano tre diverse definizioni per il bacio: l’osculum
rappresentava il rispetto ed era adoperato per l’amore filiale, il
basium indicava affetto ed era usato per le mogli, il savium era
espressione di libidine e si scambiava con le prostitute.
Uno dei baci più celebri della storia è quello di Giuda. Per secoli,
attraverso il Medioevo (fig.12) quello ricevuto da Cristo è stato
l’unico permesso tra le creazioni dell’arte, un bacio tra le tenebre
che odora già di sangue, che costituisce il culmine dell’azione,
bloccando i personaggi con uno stacco deciso, mentre gli occhi si
guardano parlando.
Il soggetto è stato replicato infinite volte, dai capitelli romanici
alle sgargianti miniature dei codici più preziosi, ma la vetta più
alta viene toccata da Giotto (fig.13) nella Cappella degli
Scrovegni, quando un Giuda brutto e dal volto malvagio cerca di
abbracciare nostro Signore, avvolgendolo nel suo mantello giallo,
mentre Cristo lo fulmina con uno sguardo severo e sprezzante.
fig.12 - Ignoto - Il bacio di Giuda (S.Angelo in Formis, Basilica).
fig.13 -Giotto - Il bacio di Giuda (Padova, Cappella degli Scrovegni).
In seguito l’iconografia sarà rivisitata da altri sommi artisti, dal
Beato Angelico al Durer, da Van Dyck a Caravaggio (fig.14) ma
l’episodio perderà la centralità drammatica riconosciutagli dal
padre della nostra pittura, perché il bacio si è nel frattempo
liberato da quell’aura di peccato ed è riconosciuto come espressione
di affetto e di amore, trasformando il tradimento compiuto nell’Orto
degli ulivi ad eccezione negativa.
fig.14 - Caravaggio Bacio Giuda
Il genio di Giotto ci ha lasciato nella celebre Cappella degli
Scrovegni altri esempi di baci, dopo l’interminabile cappa di
silenzio che aveva avvolto questa perentoria manifestazione di
sentimento nell’espressione artistica.
Tenero ed umanissimo è quello che si scambiano i genitori della
Vergine davanti alla Porta Aurea, uno scambio di effusioni segno,
non di una bruciante passione, quanto di una consolidata comunione
fisica e spirituale. Altre forme di bacio che si possono osservare
grazie al pennello di Giotto in quel grande affresco di umanità
fissato nella mitica cappella è quello dei Re Magi al Bambinello in
fasce, della Maddalena ai piedi del Cristo crocifisso, mentre il
maestro di cerimonia delle nozze di Cana bacia compunto e più volte
la coppa del vino. Esplodono fragorosamente sentimenti che parevano
dimenticati ed erano soltanto repressi dalla morale corrente.
Negli stessi anni i poeti di corte fanno del bacio il fulcro delle
loro narrazioni: furtivo, galante, appassionato e di rincalzo i
pittori si fanno più espliciti ed audaci e ci rappresentano approcci
di labbra sempre più amorose e sensuali, preludio allo scatenarsi
delle passioni.
Gli artisti utilizzano il pretesto mitologico ed affidano il brivido
del bacio a labbra divine o quanto meno eroiche, facendo rivivere
sulla tela sottili emozioni e tresche amorose cantate da Ovidio,
Catullo ed Omero.
Nel frattempo Dante in un solo verso:”la bocca mi baciò tutto
tremante” fissa per l’eternità l’ansia di due corpi che fremono e di
due labbra che si cercano. Poche sillabe per rendere chiaro il
delicato confine tra felicità terrena e perdizione infernale, il
bacio più famoso, quello tra Paolo e Francesca, che il sommo poeta
colloca nel girone infernale dei lussuriosi, pur comprendendo la
forza dell’amore che li ha spinti ad infrangere le regole della
morale e della convivenza. La passione, anche dei sensi, non era mai
stata rappresentata prima nella nostra letteratura: la lirica, in
particolare, si atteneva di norma a quello che Spitzer chiamava il
paradosso dei trovatori: l’amore sussiste a condizione di non essere
appagato; e persino la parola bacio si trova in quei testi ben di
rado. Con Paolo e Francesca siamo portati al momento in cui l’amore,
in una situazione resa eccitante dal desiderio inconsapevole, si
concretizza in un bacio, presto seguito dall’amplesso cui Dante
allude con una famosa reticenza «quel giorno più non vi leggemmo
avante» .
Nell’Ottocento l’episodio dei due amanti condannati a vagare avvinti
per l’eternità ispirò numerosi artisti a fissare sulla tela il
celebre bacio, ma i risultati furono inadeguati ai vertici raggiunti
con le parole come tutti possono constatare nel dipinto di Ingres (fig.15).
fig.15 - Ingres Paolo e Francesca
In campo letterario anche Shakespeare ci ha lasciato pagine
indimenticabili sul bacio, da quello tra Giulietta e Romeo a quelli
fatali di Otello e Desdemona, il primo, appassionato, scambiato
sugli spalti di Cipro e l’ultimo, disperato, quando il baldo moro
assapora con le labbra gli ultimi attimi di vita dal suo amore
morente.
Prima che si esprimessero questi due giganti la trasposizione del
bacio in prosa e versi aveva avuto numerosi epigoni. Anche senza
considerare la Bibbia e il Cantico dei Cantici, scritto nel X secolo
avanti Cristo «Mi baci coi baci della sua bocca», tenendo conto che
la trascinante sensualità nuziale di questo splendido poemetto
amoroso pare sia unicamente allegorica, in Grecia, prima del celebre
carme V di Catullo (che visse e scrisse nel I secolo avanti
Cristo)”Dammi mille baci e poi cento, poi altri mille e poi ancora
cento; ancora un secondo centinaio e poi ancora mille... fino a non
poterli più contare”, la lirica aveva fatto del bacio il fulcro di
tanti episodi a sfondo erotico, dallo stupendo Lamento per Adone in
97 esametri, scritto da Bione di Flossa nel II secolo a. C., alla
poesia greca dell’età imperiale, nella quale è presente un notevole
lirico come Stratone di Sardi (un Kavafis negli anni dell’imperatore
Adriano), che nei suoi cento epigrammi omosessuali esalta il bacio
tra l’adulto e l’adolescente: «Morto ti faccio coi baci? La credi
un’ingiuria codesta? - Fammi pagare il fio: baciami tu!».
Nel Trecento, tra il 1348 e il ’53 vede la luce il capolavoro della
novellistica europea, il Decamerone del Boccaccio. In quelle cento
novelle di baci ce ne sono tantissimi, ma il più bello, resta quello
del bolognese Gentile de’ Carisendi, il quale ha sempre amato, e
rispettato perché sposa di un altro, Caterina di Nicoluccio
Caccianemico: e per dimenticarla ha accettato di trasferirsi a
Modena come podestà: là apprende che ella è morta improvvisamente, e
decide allora di recarsi a renderle l’estremo omaggio: «E questo
detto, essendo già notte, dato ordine come la sua andata occulta
fosse, con un suo famigliare montato a cavallo, senza restare colà
pervenne dove seppellita era la donna; e aperta la sepoltura, in
quella diligentemente entrò, e postosi a giacere allato il suo viso
a quello della donna accostò, e più volte con molte lacrime
piangendo il baciò…» (Novella quarta della giornata X).
È una situazione che sarà ripresa da William Shakespeare quando
parlerà del bacio di Romeo a quello che egli crede il cadavere di
Giulietta: “ Labbra, voi, porte del respiro, suggellate con un
giusto bacio il contratto senza termine con la morte ingorda…”.
(Terza scena del V atto di Romeo e Giulietta).
Sul finire del Cinquecento, tra la natia Campania e il Lazio, uno
spregiudicato napoletano, presto destinato a divenire uno dei
maggiori lirici del Barocco europeo, Giambattista Marino, sensuale
nella vita come nella lirica, sfoggia una sfacciata propensione a
disseminare di baci caldi ed appassionati le esaltanti nudità delle
sue amate, come in questo Seno: «O che dolce sentier tra mamma e
mamma - scende in quel bianco sen ch’Amor allatta! … Raccogli sol,
cultor felice, e taci, - in quel solco divin di sospir messe di
baci…».
Verranno poi tempi nei quali l’erotismo subirà pesanti limitazioni
da regole morali e comportamentali molto rigide, verranno gli anni
della restaurazione civile e politica, ma saranno proprio i divieti,
istituzionali e morali, a rendere il bacio l’ambito coronamento dei
più grandi amori.
Ugo Foscolo, che come amatore non ebbe rivali fra tutti i letterati
coevi, come autore partorì quel gioiello di romanzo epistolare che
sono le Ultime lettere di Jacopo Ortis, nelle quali il bacio
rappresenta quasi un’apoteosi del divino: «Odilo, la mia bocca è
tuttavia rugiadosa d’un suo bacio e le mie guance sono state
inondate dalle lacrime di Teresa. Mi ama, lasciami in tutta l’estasi
di questo giorno di paradiso…».
Nel campo dell’opera lirica abbiamo poi il bacio tragico di Tosca,
la quale, prima di uccidere il perfido barone Scarpia con una
vibrante pugnalata, gli grida furiosa:”Questo è il bacio di Tosca!”.
Per raggiungere poi il colmo della lussuria attraverso il bacio (in
tutte le sue varianti, non soltanto buccali), occorre spingerci al
crinale tra Otto e Novecento, da dove dà un ininterrotto spettacolo
di sé il Poeta attore per definizione, Gabriele D’Annunzio.
Anticipando quasi di un secolo l’odierno gossip, il futuro vate,
dall’età di diciannove anni, traspone in versi le sue «imprese»
erotiche con un protagonismo ed un narcisismo sfacciati: ed il
bacio, anzi i baci, ne sono come una gloriosa bandiera. Eccone un
esaltante florilegio: «Ch’io senta fremerti - la bocca odorosa di
arancia, - fresca, vermiglia, ne ’l bacio mio» (1882: a Giselda
Zucconi, Lalla); «Chino a lei su la bocca io tutto, come a bere - da
un calice, fremendo di conquista, sentivo - le punte del suo petto
dirizzarsi, al lascivo - tentar de le mie dita, quali carnosi
fiori…» (1883: lei è Maria Hardouin dei duchi di Gallese, che gli
darà due figli); «Ma, come fummo al sommo, la bocca ansante
m’offerse - ella: feriva il sole quel pallor suo di neve…» (1887: le
labbra sono di Barbara Leoni e il bacio «fatale» scocca nel parco di
Villa Medici, a Roma».
Con il sommo poeta entriamo poi nel secolo della modernità ed i baci
diventano sempre più veloci, ma lasciano presagire furori erotici
sempre più trasgressivi.
Ritornando alle arti figurative a partire dal Cinquecento il bacio
conquista sempre più spazio nelle composizioni, anche se talune
volte vi è uno sfondo moraleggiante di condanna degli amori facili e
degli incontri venali, illustrati da procaci ragazzotte
sbaciucchiate da uomini brutti e vecchi. Tra questo tipo di immagini
paradigmatico è il dipinto la Lussuria (fig.16) di Jacques de
Backer conservato nel museo di Capodimonte. Un vero e proprio inno
all’amore ed al pieno soddisfacimento dei sensi si palpa nel bacio
appassionato tra Venere e Cupido (fig.17) nel quadro del Bronzino
della National Gallery, nel quale il rito della seduzione viene
premiato dal bacio divino che riconosce una consumata abilità,
mentre i corpi di un incarnato lucente, porcellanato, sono fissati
per l’eternità in una raffinatissima sintesi scultorea che ben
esprime l’acme della voluttà.
fig.16 - De Backer - Lussuria (Napoli, Museo di Capodimonte).
fig.17 - Bronzino, Venere e Cupido
La pittura seicentesca, per quanto debitrice agli artisti del secolo
precedente, è molto più libera di quella dell’ultimo Rinascimento,
per cui ritroviamo baci sonori ed espliciti, scoccati con calore e
sfrontato desiderio(fig.18) , anche in opere di pittori stellari
come Rubens; ma il Settecento sarà il vero trionfo del bacio,
infatti il secolo è tutto un elegante susseguirsi di corteggiamenti
galanti e di tenerezze amorose.
fig18 - Rubens
Il bacio schiocca vigoroso in scenari arcadici popolati da eleganti
damine ed impomatati cicisbei o nell’intimità di segreti boudoirs al
riparo da sguardi indiscreti. I pennelli più impegnati nel ritrarre
in queste scene gradevoli di intimità buccale e di incontri
ravvicinati… del quarto tipo sono Boucher e Fragonard, instancabili
descrittori dei peccati commessi nelle alcove, in grado di
materializzare sulla tela quel delicato fruscio di sete, di
variopinte lenzuola, l’emozione di un incontro indimenticabile,
salvo quando gli sbaciucchiamenti non avvengono en plein air, allora
sarà il fruscio delle fronde a fare da eco alle dolci frasi
sussurrate nell’orecchio ed al fragore di baci rumorosi, il tutto
sempre in un’atmosfera spregiudicata e priva di inibizioni. I colori
delle tele sono chiari e delicati, la pennellata rapida, vibrante,
luminosa, mentre il bacio diventa sempre più lungo e
peccaminoso(fig.19).
fig.19 - Boucher
L’Ottocento ha la palma del bacio più famoso(fig.20) in assoluto,
quello immortalato da Francesco Hayez e conservato nella pinacoteca
di Brera, un’icona del romanticismo, ripresa ed imitata all’infinito
dalle scatole dei cioccolatini alla colta citazione del regista
Luchino Visconti in una scena del suo film Senso. Sul versante del
marmo Antonio Canova glorifica il bacio in un celebre gruppo
scultoreo Amore e Psiche(fig.21) conservato al Louvre, nel quale
dal freddo della materia inanimata sprigiona il vento delle passioni
ed il fremito dei corpi che si congiungono in un bacio nitido e puro
come acqua di roccia.
fig.20 -Francesco Hayez
fig.21 - Canova - Amore e Psiche(Parigi, Louvre)
In Francia Gerome rivisita e rende attuale l’antica storia di
Pigmalione, scultore abilissimo che si innamora di una sua statua
Galatea alla quale infonde la vita attraverso un bacio e la
fanciulla assume forme umane di un tale splendore che ci vediamo
obbligati a mostrarla con una visione a 360 gradi fronte retro(figg.22 – 23).
fig.22 - Pigmalione
fig.23 - Pigmalione Galatea diGerome
Le creazioni di Rodin, siano di marmo o di bronzo, trasudano di
calore e di passione ed anche se non assumono sembianze umane come
Galatea sono in grado di imprimere emozioni vivissime ed
indimenticabili. Il Bacio (fig.24) segna una pagina unica nella storia
dell’erotismo più sottile e raffinato.
fig.24 - Rodin
Con Klimt siamo già nel Novecento e nel suo famosissimo Bacio (fig.25)
egli ha voluto immortalare l'attimo fuggente in cui universo
maschile e femminile si compenetrano, materializzato nel gesto e
nella crisalide aurea in cui i due amanti sono racchiusi, in un
anelito di pura sensualità ed ascesi mistica.
fig.25 - Klimt
Ritornando alla scultura, stupefacente è la soluzione al quesito di
come baciarsi escogitata da Brancusi, il quale interpreta il
contatto tra due labbra (fig.26) come un immobile confronto tra due
parallelepipedi informi al punto che risulta difficile identificare
una sembianza umana; una scelta paradossale che mira ad esaltare
l’essenza del bacio.
Picasso, da gigante dell’arte, è libero da ogni convenzione
figurativa e da qualsivoglia necessità di somiglianza e
verosimiglianza, per cui del bacio (fig.27) ci regala una
rappresentazione fuori da schemi corporei convenzionali e da
costrizioni fisionomiche tradizionali.
fig.26 - Constantin Brancusi - the kiss, 1908
fig.27 - Picasso
Pittura e scultura cedono negli ultimi decenni anche ad arti
considerate minori, dalla fotografia (fig.28) al cinema, la
prerogativa di illustrare la magia del bacio. Sullo schermo vi sono
numerosi esempi di baci rimasti nell’immaginario collettivo da
quello tra Clark Gable e Vivien Leigh (fig.29) in Via col vento, a
quello tra Humphrey Bogart ed Ingrid Bergman in Casablanca o tra
Marlon Brando e Eva Marie Saint in Fronte del porto, senza tenere
conto dei numerosi baci elargiti a varie partner dal bello per
eccellenza Rodolfo Valentino(fig.30).
Anche le favole ed i cartoni animati celebrano baci casti, quanto
dotati di poteri prodigiosi, (fig.31) come nella Bella
addormentata nel bosco, mentre grande successo hanno pure la Bella e
la bestia e Kiss me Licya, un famoso cartoon degli anni Ottanta.
Film sui vampiri sono disseminati dal fascino morboso di baci al
sangue, che ci rammentano quelli diabolici della visionaria pittura
di Bosch.
fig.28 - bacio hotel de villRobert Doinsneau
fig.29 - Via col vento
Un successo ultradecennale ed ancora attualissimo hanno riscosso i
messaggini con frasi d’amore contenute nei Baci Perugina, mentre tra
le canzoni ricordiamo la romantica Kissing a fool di Michel Buble’s,
la rock band americana dei Kiss, il cogente paragone col pugno di
sabbia dei Nomadi ed i 24mila baci del molleggiato Adriano Celentano.
Una serie interminabile di citazioni che mostrano quanto il bacio
goda buona salute e faccia bene alla salute, senza considerare la
mononucleosi infettiva, la così detta malattia da bacio, ma davanti
a labbra sensuali ed invitanti siamo pronti a correre qualsiasi
rischio e, ne siamo certi, così si comporteranno i nostri
discendenti fino all’ultima generazione (fig.32).
fig.30 - Rodolfo Valentino e Vilma Bankey bacio
fig.31 - Addormentata nel bosco
fig.32 - Baci di Berlusconi.
Appendice
Il suggello dell’amore: il bacio
Più buono del vino è quello che apre il Cantico dei
Cantici. La dea Venere nelle Metamorfosi di Apuleio, ne assicura
sette in premio a chi catturerà la fuggitiva Psiche. Tremante è
quello tra Paolo e Francesca; ferale per Romeo e Giulietta; ardente
e febbrile l’unico strappato da Werther a Carlotta. E in più, dulcis
in fundo (uno speciale inequivocabile alla francese) Catullo invece,
insaziabile, ne invoca dalla sua amata e infedele Lesbia “Mille e
poi cento e altre mille e ancora cento“, e cosi via all’infinito.
Stiamo parlando come è ovvio del bacio, il gesto più semplice e più
complesso che un essere umano, unico tra le specie animali, è capace
di compiere, celebrato come apoteosi in poesie e romanzi, quadri e
sculture, dall’antichità fino alla grande stagione del romanticismo,
immortalato come icona pop del Novecento, tra splendori
hollywoodiani e refrain di canzoni, ridotto a merce di consumo nella
società di massa, in ogni caso da sempre, nell’immaginario
collettivo, emblema dell’amour-passion. Poco importa che per la
scienza, sia solo una questione di scambio di germi (milioni) e di
ormoni (ossitocina, testosterone, endorfine), e che sia residuo di
un’ancestrale forma di svezzamento (la madre che nella preistoria
dopo aver masticato il cibo lo passava direttamente dalla propria
bocca a quella del piccolo, attraverso piccoli movimenti della
lingua).
I neurobiologi hanno di recente, con ricerche approfondite,
ridimensionato il ruolo della passione e del sentimento ed affermano
perentoriamente che la funzione del bacio sia prevalentemente quella
di selezionare il partner con finalità squisitamente riproduttive.
Il bacio rappresenta una sorta di panacea, sia quello più
superficiale ed affettuoso, sia quello più approfondito, pregno di
erotismo e sensualità.
A seconda dei casi si liberano neurotrasmettitori chimici dall’ossitocina
che produce fiducia alle endorfine, che stimolano l’allegria ed
allontanano la tristezza, mentre tende a scendere il livello del
cortisolo, fattore di stress che aumenta nelle situazioni di ansia e
pericolo.
Quando il bacio è appassionato, si scatenano numerose variazioni
fisiologiche: dalla dilatazione dei vasi sanguigni, che producono
rossore delle guance ed un maggiore afflusso di sangue al cervello,
mentre il cuore comincia a pulsare più intensamente e le pupille si
dilatano. Inoltre aumenta la produzione di dipamina, che induce
desiderio, esaltazione, euforia.
Attraverso il bacio uomo e donna si scambiano una serie di germi
(circa 300) e relative informazioni di istocompatibilità genetica,
oltre a degli odori subliminali, sul tipo dei ferormoni, molto
diffusi nei mammiferi, che inducono una coppia a riprodursi.
Fino a pochi anni fa, il bacio era presente nel 90% della culture
esistenti al mondo, ma oggi grazie alla globalizzazione mediatica,
la percentuale è aumentata grazie ad icone grandiose come Clark
Gable e Vivien Leigh in “Via col vento” ed il bacio alla francese
praticato anche dai bonobo, i nostri cugini primati, che rimangono
bocca a bocca fino a 12 minuti, un primato da Guinness.
Più lungo è il bacio e più intensamente il testosterone, attraverso
la saliva, eccita la donna. Arte e letteratura hanno glorificato per
secoli quest’arte sottile ed oggi la scienza vuole ridurre tutto ad
un gioco di germi e di ormoni.
Sarà vero, ma nonostante tutto continueremo imperterriti a baciarci.
Mito e letteratura infatti raccontano tutta un’altra storia, dove il
bacio non è mai “solo un bacio” come recitava innocentemente la
canzone “As time goes by” nel film “Casablanca”: metafora e
metonimia allo stesso tempo, segno e interpretazione, il bacio
unisce e separa trova in se stesso la sua ragion d’essere eppure
rimanda inevitabilmente ad altro, nasconde e rivela.
E forse anche per questo che è sempre stato così caro a poeti e
narratori come conferma adesso anche l’uscita in perfetto tempismo
di San Valentino, di un’antologia di racconti sul tema pubblicata da
Einaudi: “In un bacio saprai tutto. Racconti di passione”.
Il titolo rimanda al celebre verso di Pablo Neruda: “In un bacio
saprai tutto ciò che hai taciuto”, a sottolineare il potere
epifanico e allusivo che spesso il bacio ha nell’economia di questi
diciotto racconti, e più in generale nella dinamica delle relazioni
umane. E quel che accade ad esempio al protagonista del bellissimo
racconto di John Cheever “Il marito di campagna”, che narra una
storia di quasi adulterio attraverso la quale la vita si rivela tra
lampi di seduzione, segni di evasione, ferite e ricomposizioni, in
tutta la sua inafferrabile complessità. O al giovane marinaio di
Karen Blixen (Il racconto del mozzo) che in un bacio nato come una
sfida spavalda, trova il coraggio di cambiare la sua vita. O al
marito ritratto da Katerine Mansfield, in quella sorprendente
riscrittura dei Morti di Joyce, che è il suo racconto “Lo
sconosciuto” dove l’uomo nel bacio atteso ardentemente dalla moglie
da un viaggio in nave avverte un improvvisa inattesa distanza che
spalanca un baratro tra i due, occupato dall’ombra di un terzo. O
ancora nel racconto di Francis Scott Fiztgerald “La cosa sensata”
dove un ultimo bacio, suggella la fine di un amore. Ma a volte il
bacio può avere all’inverso anche il potere di occultare la verità:
ne sa qualcosa il capitano del celebre racconto di Checov “Un bacio”
che ne riceve uno anonime e per errore, durante una festa, dal quale
costruisce nella sua fantasia un intero castello di sentimenti e
supposizioni, per poi vederselo crollare miseramente di fronte alla
realtà. O alla “Donna rispettabile” dell’omonimo racconto di Kate
Chopi, che con un lungo tenero bacio al marito, nasconde
l’improvvisa passione provata e repressa nei confronti del suo
migliore amico, appena conosciuto. E ancora in questa raccolta, da
Mario Vargas Liosa a Virginia Woolf, da D’Annunzio a Hemingway, da
Ugo Foscolo a O. Henry, da Maupassant a Marinetti, da Cortazàr a
Schnitzler, da Nicolo Tommaso a Igino Ugo Tarchetti, è un eterogeneo
campionato di baci, appassionati e cinici, rubati e sensuali,
promessi e immaginati, surreali e futuristi, che si dispiega a
raccontarci la forza misteriosa di un simbolo e in quell’ “Aderire
immobile, smarrito e lungo” di due bocche accostate, “La più
perfetta sensazione che sia data dagli umani”.
E concludiamo con alcune frasi famose:
«Eppure il bacio è solo una prefazione ma più incantevole e
deliziosa dell’opera» Maupassant.
«E c’è una sola saliva e un solo sapore di frutta matura. Io ti
sento tremare stretta a me come la luna nell’acqua» Cortazar.
Achille della Ragione
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