Recensione del libro
pubblicata da Il Mattino del 29 aprile 2004
Finalmente un libro,"Achille Lauro
superstar", su un napoletano doc ingiustamente dimenticato, nonostante
sia stato per decenni sindaco plebiscitario, grande imprenditore ed il più
famoso e ricco armatore al mondo di tutti i tempi.
La rilettura storica di Lauro non è fatta da destra e di ciò è garante la
fede politica dell'autore, Achille della Ragione, da sempre militante
radicale, il quale, nella prefazione, definisce Berlusconi un clone del
Comandante. Ed il Nostro eroe, di rincalzo, in una spiritosa intervista
impossibile, definisce il Cavaliere il suo miglior allievo"Egli non ha
fatto che copiarmi: televisioni, giornali, una squadra di calcio e tanta,
tanta pubblicità".
Achille della Ragione, valente ginecologo, è un personaggio poliedrico,
attivo in più campi dalla critica d'arte all'agonismo scacchistico. Egli, da
anni impegnato a rivisitare concittadini scomodi, ha cercato di sdoganare il
Comandante dalla sua sinistra fama, legata alla stagione del sacco edilizio e
di "Mani sulla città", dimostrando, con numerosi ed inediti dati
documentari, che la grande cementificazione selvaggia non avvenne negli anni
in cui Lauro fu sindaco, bensì durante i trenta mesi della reggenza Correra ,
il famigerato commissario prefettizio inviato dal potere centrale a punire la
città che votava monarchico.
Un altro capitolo di grande interesse è quello dedicato al crac della flotta
con i conseguenti processi da poco terminati, che hanno interessato personaggi
di primo piano (armatori, imprenditori, politici, faccendieri), che possono
oggi agire liberamente grazie al complice silenzio dei mass media e che nel
libro vengono coraggiosamente indicati con tanto di nome e cognome.
Il libro, scritto con la severità dello storico, ma ricco di aneddoti che
rendono la lettura scorrevole ed avvincente, come ad esempio, il capitolo
dedicato alla leggendaria esuberanza sessuale di don Achille, è già in
seconda edizione a pochi giorni dall'uscita, grazie ad una coraggiosa politica
editoriale: consultabile gratuitamente su internet (achillelauro.vola.li) e
diffuso capillarmente nelle edicole.
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PREFAZIONE
Perché
un libro su Achille Lauro? Perché non esiste personaggio, oggi -a vent'anni
dalla sua morte- più attuale del Comandante, vero precursore di Berlusconi ed
in parte, senza colpa, anche del ruspante Bossi.
Un grande imprenditore che scende nell'agone politico, creando un suo partito
personale di stampo populista, ad immagine e somiglianza del fondatore,
presidente di una squadra di calcio con assi comprati a fior di milioni,
proprietario di una testata giornalistica prestigiosa e creatore della prima
emittente televisiva privata italiana.
Se sostituiamo al Partito monarchico Forza Italia, al Napoli il Milan, al
"Roma" e a "Canale 21" le reti Mediaset, abbiamo
fotocopiato il ritratto del Cavaliere.
Pur con le dovute differenze geo-antropologiche, da un lato una capacità
greco-partenopea di cogliere gli umori della gente, dall'altra il
settentrionale americanizzato che non si muove se non dopo quotidiani sondaggi
d'opinione, due gemelli, due cloni della stessa schiatta, due politici di
prim'ordine in grado di trasformare il populismo in virtù, non solo peronismo
e demagogia, ma volontà di dare voce alla sacrosanta richiesta della gente,
che vuole instaurare un più contiguo rapporto con il potere, senza i lacci
dei partiti.
Entrambi, prima d'impegnarsi direttamente vivono all'ombra della politica:
Lauro nei meandri dei palazzi del potere fascista e delle corporazioni, sotto
l'ombra benevola di Ciano; Berlusconi nelle dorate stanze del socialismo
craxiano.
Oggi Lauro è sconosciuto ai giovani che al massimo ne hanno sentito parlare
come del sindaco di "Mani sulla città", della stagione del sacco
edilizio e della cementificazione selvaggia.
Si discuterà anche di questi aspetti, con il conforto di nuovi ed inediti
dati, ma come si può tardare ancora a "sdoganare", se non altro a
livello mediatico, un personaggio definito oggi, anche da autorevoli studiosi
fino a ieri silenziosi: "Un uomo di grande capacità, un politico dal
forte carisma e dalla straordinaria forza decisionale".
Due soltanto sono i libri che raccontano la storia di Lauro, da tempo esauriti
e praticamente introvabili, ma nel frattempo nuovi elementi conoscitivi
impongono una impostazione diversa della vicenda, politica ed imprenditoriale,
almeno per gli anni più recenti.
Gli episodi legati al crack della flotta, con i conseguenti processi da poco
conclusisi, hanno fornito nuova e attualissima materia, anche per la caratura
dei personaggi coinvolti, tutti di primo piano (armatori, imprenditori,
politici, faccendieri) che possono oggi agire liberamente, come se niente
fosse successo, grazie al complice silenzio dei mass-media, che hanno calato
un velo pietoso di silenzio sugli avvenimenti. Questi tristi figuri e le loro
losche gesta vengono per la prima volta trattati puntigliosamente, con tanto
di nome e cognome, in un capitolo di questo libro.
Per il periodo del sacco edilizio abbiamo inoltre cercato di avviare una
rivisitazione storica più precisa, sulla base di nuovi dati documentari,
proponendo di ribaltare il periodo "nero", dagli anni del laurismo
agli oltre trenta mesi della "reggenza" del commissario prefettizio
Correra, il quale, braccio esecutivo del governo centrale democristiano, fu il
vero demiurgo della devastazione edilizia abbattutasi sulla città.
Le fonti, oltre alla consultazione dei non molti libri (una ventina)
sull'argomento, sono state i giornali e le riviste dell'epoca, che hanno
richiesto un estenuante e certosino lavoro in emeroteca. Inoltre, si è
attinto alle testimonianze dirette di coloro che vissero a fianco del
Comandante quel lungo periodo della nostra storia (familiari, politici,
giornalisti, ma anche gente comune).
Ciò ha consentito di raccogliere molte notizie interessanti e tanti nuovi
aneddoti, una vera e propria miniera per un personaggio così colorito e
vivace, un "unicum" nel panorama della politica e dell'armatoria
italiana.
Non vi è stata l'intenzione di pubblicare un libro da destra, ma credo di
aver realizzato una ricerca onesta su un personaggio, che non può essere
dimenticato e deve anzi essere riproposto in una nuova luce all'attenzione
delle nuove generazioni, non solo napoletane.
Qualcuno noterà un taglio forse troppo giornalistico del testo, dovuto anche
alla circostanza che alcuni capitoli sono nati come articoli per quotidiani e
mensili.
C'è forse nelle pagine del libro un troppo insistito richiamo alla
"esuberanza fisica " del nostro don Achille, alla quale è dedicato
un apposito capitolo, ma per un personaggio del quale si racconta, ed abbiamo
avuto più di una conferma, che prossimo agli ottanta anni libasse ancora a
Venere tre volte al giorno, forse è stato anche poco.
Le storie, è un mio parere, per essere lette con passione devono essere
condite con tre "S": Sangue, Sesso, Soldi.
Del sangue, verso il quale nutro peraltro un' invincibile idiosincrasia, forse
per la mia passata professione di medico, ho fatto volentieri a meno; ma dagli
altri due ingredienti, così ben omogenei alla vicenda descritta, ho attinto
generosamente a piene mani.
Napoli
7 febbraio 2003
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Intervista
impossibile al Comandante
Don
Achille, il suo desiderio si è avverato, contravvenendo al nostro crudele
destino di mortali, Lei è riuscito a non morire, ad addormentarsi
placidamente ed in sonno a raggiungere il cielo e divenire una stella, un
astro da cui guardare benevolo la Sua città per l'eternità. Un sogno che era
condiviso anche da tanti napoletani che l'amavano e che imploravano ad ogni
occasione: "Voi non dovete morire mai!".
Come
spiega che i napoletani sembra si siano dimenticati di Lei, non una piazza,
non una strada, neanche uno straccio di vicoletto Le è stato dedicato; come
se Lei non fosse mai esistito e non avesse fatto niente per la Sua città?
La colpa non è dei napoletani, bensì di chi oggi li governa e non solo
al Comune, ma nelle redazioni dei giornali e delle televisioni ed in tutti i
centri di potere in cui si sono accampati.
Oggi
comanda Berlusconi, lo ritiene un Suo erede o quanto meno uno dei Suoi tanti
figli naturali?
Berlusconi non ha fatto che copiarmi: televisioni, giornali, una squadra
di calcio e tanta, tanta pubblicità. A momenti credo addirittura che
l'allievo abbia superato il maestro.
Ai
Suoi tempi si considerava un emulo di Peron?
Non so nemmeno chi sia questo Peron!
E
cosa pensa di Bossi?
Non posso risponderle, sulla stella dove abito sono vietate le cattive
parole, senza le quali è impossibile descrivere il personaggio.
Il
Napoli rischia di retrocedere in serie C, segue ancora le vicende della Sua
squadra?
Non me ne parli, è una spina nel cuore. L'incapacità dei dirigenti, la
strafottenza dei giocatori, dei veri brocchi, e la difficile situazione
economica generale, hanno creato una miscela esplosiva, che può scoppiare da
un momento all'altro. E' un vero e proprio tradimento verso i tifosi, che sono
così numerosi e rappresentano la parte più verace e pulita della città.
Ed
il "Roma"che con Lei era uno dei giornali più autorevoli e letti
non solo a Napoli; ha visto che fine ha fatto?
Parte della colpa è anche mia, che alla fine mollai un po' il giornale,
purtroppo i tradimenti e le delusioni erano stati tanti, chiunque si sarebbe
scoraggiato.
Qual'
è stato il segreto del Suo successo come imprenditore?
Molto semplice: dedicare alla propria attività le migliori energie e
tutto l'entusiasmo, lavorare sodo dal mattino alla sera e rendere partecipi i
propri dipendenti degli utili dell'azienda. Solo così il lavoratore s'impegna
con dedizione.
E
il successo come politico?
Ancora più semplice: credere fermamente in un'idea e lavorare con onestà
per il benessere della nostra amata Napoli.
L'hanno
accusata del "sacco della città". Si considera colpevole?
Non sono del tutto innocente, perché mi sono circondato di costruttori
senza scrupoli, ma la vera speculazione è avvenuta durante i lunghi periodi
di reggenza da parte dei commissari prefettizi, che il governo centrale
c'inviava continuamente per punire la città che votava Lauro.
Aspetto ancora che qualche scrittore o giornalista, onesto e di buona volontà,
voglia indagare su questo periodo storico e raccogliere le sue conclusioni in
un libro, che dovrebbe essere letto da tutti i napoletani i quali non mi
conoscono o hanno un'idea sbagliata su di me.
E
se questo libro fosse stato già scritto e stesse per uscire?
Farei di tutto per propagandarlo. Sarei disposto addirittura a scendere da
quassù per accompagnare l'autore al Maurizio Costanzo show, pur di
garantirgli il successo.
Ha
seguito la gestione del fallimento della Sua flotta?
Uno scandalo che grida vendetta, oramai solo davanti a Dio, perché
purtroppo davanti alla giustizia degli uomini è finita a tarallucci e vino.
Cosa
farebbe per Napoli?
Vorrei avere una bacchetta magica, per convincere tutti i politici, anche
quelli delle opposizioni, a non pensare più alle beghe di partito, ma a
dedicarsi anima e corpo alla loro martoriata città.
L'avvenire
di Napoli si gioca sul turismo, sul terziario, sull'artigianato.
Spero che ai napoletani venga la voglia di lavorare sul serio e finisca la
corsa al posto sicuro, che oggi non esiste più.
Un
ultimo pensiero, un messaggio da affidarmi?
Un auspicio: spero con tutto il cuore che Napoli possa ritornare al suo
ruolo di antica capitale, ma le confesso che una cosa mi manca veramente
molto, ora che sono privo di un corpo: sono le donne, che ho tanto amato per
tutta la vita. Un pensiero ad Angelina, un abbraccio a Tania ed un bacio
appassionato alla mia Eliana.
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